Rapporto Ceis: sanità lucana “virtuosa”; servizi buoni, costi bassi

13/04/2012 13:18

Un giudizio positivo per l’efficienza dei servizi “a rete”. Opportuna la scelta di ridurre l’ospedalizzazione e di favorire l’assistenza e le cure territoriali. Emigrazione sanitaria in forte calo

AGR   Sanità lucana in buono “stato di salute”: le strutture pubbliche riescono generalmente a soddisfare le attese dei cittadini e la spesa si attesta sui livelli minimi in Italia. E’ un quadro di efficienza per la Basilicata quello che emerge dal Terzo Rapporto Ceis (Centro Interdipartimentale di Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo dell’Università Tor Vergata di Roma) dal titolo “Il sistema sanitario della Basilicata nel 2010 – 2011. Ammalarsi meno, curarsi meglio” che analizza i risultati raggiunti dal sistema sanitario lucano, il cui ridisegno nel nuovo impianto organizzativo a rete è giunto in fase avanzata
Il Rapporto Basilicata mette in luce, dunque, i cambiamenti avvenuti nel Servizio sanitario regionale (Ssr) in una logica armoniosa che integra strutture ospedaliere, presidi territoriali, attività ambulatoriali e il tessuto connettivo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in un sistema di reti diffuse (dal cuore all’ictus, dalla pediatria ai punti nascita) Il processo di riorganizzazione della rete dei servizi è stato accompagnato da alcuni “macro elementi di performance”, che, come evidenzia il Rapporto, fanno della Basilicata un caso sostanzialmente peculiare nel panorama nazionale. Infatti, il dato pro-capite per spesa sanitaria per popolazione pesata (alla luce dei differenti fabbisogni di cura dovuti alle differenze anagrafiche: la Basilicata è l’unica regione del Sud che ha una struttura demografica simile a quella del Centro-Nord con una crescente prevalenza di anziani) è il più basso in Italia. Nonostante la stagnazione dell’economia anche nel rapporto spesa sanitaria/Pil si è registrato un miglioramento, avvicinandosi alla media italiana.
La Basilicata, in particolare, rappresenta un’eccezione positiva tra le Regioni meridionali: il percorso di risanamento finanziario avviato negli ultimi anni ha prodotto importanti risultati, grazie anche alla decisa riduzione del saldo della mobilità, passato da meno 57,94 milioni del 2001 a meno 39,67 milioni nel 2009 (ultimo dato “consolidato”).
La sfida per la sanità lucana diventa allora quella di coniugare la “virtuosità” finanziaria con un incremento qualitativo dell’offerta che faccia proseguire il processo positivo innescato dando risposte sempre più efficaci ai peculiari problemi della regione..
La Basilicata, infatti, deve confrontarsi con due ordini di problemi. Quelli socio-economici, aggravati dalla crisi, che hanno riflessi negativi sulla cura della persona, e quelli demografici caratterizzati, in particolar modo, dalla denatalità e dall’ invecchiamento della popolazione. Problematiche, queste, che si riflettono sui livelli di salute e di domanda di assistenza sanitaria, imponendo lo sviluppo di una adeguata rete di assistenza primaria, capace di far fronte ai crescenti bisogni, con costi sostenibili.
Proprio per raggiungere questo obiettivo è stato avviato un processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria, che ha interessato, in primo luogo, la rete ospedaliera, con un conseguente incremento dei bacini medi di utenza per struttura. Fenomeno generalizzato a livello nazionale, ma particolarmente evidente in Basilicata, regione che ha portato la propria dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4 per cento (media annua 3,3 per cento) mentre tutte le altre ripartizioni superano quota 4. Un altro dato positivo è la riduzione del numero complessivo di ricoveri sotto la soglia di 180 per mille, fissato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il valore della produzione considerata potenzialmente inappropriata, che è uno dei più significativi indici di inefficienza del sistema, è pari all’11.9% delle acuzie, in linea con le regioni centro-settentrionali e inferiore alla media nazionale.
Complessivamente l’offerta di prestazioni specialistiche in Basilicata è razionale e di natura prevalentemente pubblica. Così come la spesa sanitaria totale ponderata della Basilicata è inferiore a quella di tutte le altre ripartizioni, un evidente segnale dell’efficienza tecnica della regione nel fornire la tutela sanitaria dei cittadini.
Allo sforzo di aumentare efficienza e qualità dell’offerta ospedaliera si accompagna un significativo incremento dell’assistenza domiciliare, che, con una significativa inversione di tendenza vede la Basilicata superare la media nazionale e incrementare il numero di anziani assistiti e di ore erogate. La logica è la stessa posta alla base degli Stati generali della Salute (la serie di confronti sul nuovo modello di sanità realizzati in vista del nuovo Piano Sanitario Regionale) ossia “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Il principio ispiratore dell’iniziativa è stato la consapevolezza che un sistema socio sanitario efficiente ed efficace diventa tale se si fa “rete” nel territorio e nella società.
Tra le strategie sanitarie, si punta molto al modello “servizio-risultato-miglioramento”. In quest’ottica, dunque, un ruolo fondamentale è riservato alla gestione e allo sviluppo delle risorse umane e, anche per questo, importanza viene data alla rendicontazione sociale, lo strumento con cui l’azienda comunica all’esterno le informazioni necessarie per il rafforzamento di un rapporto fiduciario e di un dialogo aperto con i propri stakeholder, in questo caso tutti i cittadini.

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roba bulgara, questo lancio…va quindi tutto bene in basilicata e la nostra sanità che molti intravedono come appena decente proprio nell’offerta territoriale, qui viene vista come vincente e di performance nord-italiana…

certo il livello è migliore da ogni punto di vista rispetto alle altre regioni meridionali, ma ciò non significa che sia una buona sanità…ma la prosecuzione dei lanci chiarirà molte cose!!!

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Sanità, il Rapporto Ceis 2010/2011 – la scheda13/04/2012 13:24

AGR  Una fotografia del sistema sanitario lucano. Lo studio del Ceis, il Centro di studi economici ed internazionali dell’Università Tor Vergata di Roma, mira alla crescita delle competenze nell’ambito del sistema sanitario. Il terzo Rapporto Ceis Basilicata è il risultato di un progetto di collaborazione scientifica tra la Regione Basilicata ed il Centro dell’Università romana ed è composto da due sezioni dove sono approfondite le diverse tematiche.
Per lo svolgimento di alcune parti della ricerca è stato necessario acquisire le percezioni di alcuni attori privilegiati aziendali, selezionati d’intesa con la Regione. La rilevazione nelle aziende è stata condotta attraverso una raccolta documentale e alcune interviste strutturate. Per la prima è stata predefinita una lista di documenti chiedendo alle Aziende di integrarli con altra documentazione ritenuta utile ai fini della ricerca.
Lo studio del Ceis 2010 si articola in 9 capitoli. Dopo un quadro di riferimento demografico e socio-economico, il rapporto affronta l’offerta socio sanitaria del Sistema sanitario regionale con la rete strutturale e le dotazioni organiche, per poi passare all’assistenza ospedaliera riguardante la spesa e la performance. Capitoli a parte sono dedicati a una riflessione sugli Stati Generali della Salute in Regione “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Due capitoli dedicati alla performance della dirigenza regionale e della gestione delle risorse umane in sanità. L’ultima parte è dedicata, invece, a riflessioni e proposte per la rendicontazione sociale delle aziende sanitarie della Regione Basilicata ai cittadini. La ricerca è stata svolta dal Ceis Sanità ed ha avuto come coordinatori il prof. Federico Spandonaro e la dottoressa Barbara Polistena per la sezione I, il prof. Marco Meneguzzo e la d.ssa Antonella D’Adamo, per la sezione II.

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quindi fondamentalmente in questa ricerca la regione ha stabilito come e chi intervistare in un rapporto (di cui vorremmo conoscere i costi) di collaborazione con un’entità terza, quindi non in una operazione di investigazione della stessa…forte è il sospetto che nell’operazione bulgara di “inno” alla sanità lucana che dai lanci promana vistosa, vi sia la necessità di salvaguardare alcune nomine recenti che pur hanno fatto discutere…

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Sanità, la Basilicata nel Rapporto Ceis 2010/2011 – la scheda 13/04/2012 13:25

AGRUna regione che invecchia

Il fatto che la Basilicata ha uno dei tassi di natalità più bassi d’Italia (7,8 per 1.000 abitanti in Basilicata, 9,5 in Italia e 9,3 al Sud), accompagnato al miglioramento dell’offerta e della qualità sanitaria fa sì che la struttura demografica regionale ricalchi gli standard del CentroNord, con il numero degli over 65, attestatosi nel 2010 al 20,1 per cento della popolazione. Altro fenomeno demografico è quello migratorio che in Basilicata tra il 2008 e il 2009 ha fatto registrare un incremento della popolazione straniera residente (+20,1). Dal punto di vista economico si rileva un forte gap rispetto alla media nazionale; in particolare, il reddito disponibile delle famiglie lucane (€ 13.970) è nettamente inferiore a quello medio nazionale (€ 17.742), sebbene leggermente superiore a quello del Sud (€ 13.099) sia in valore assoluto che a livello di dinamica.

Il processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria
Il processo di razionalizzazione ha interessato in primo luogo la rete ospedaliera con un incremento dei bacini medi di utenza per struttura, portando la dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4% (media annua 3,3%). Nel 2010 il tasso di ricovero complessivo è pari a 176,9 per 1.000 residenti facendo registrare, un dato inferiore alla soglia nazionale

Emigrazione sanitaria in frenata
I pazienti lucani vanno fuori per prestazioni iperspecialistiche. Il problema, insomma, è di tipo qualitativo: infatti, la mobilità passiva interessa prevalentemente ricoveri ad alta complessità, e in generale quelli chirurgici. Nel 2009, per ricoveri che prevedono un intervento, circa un terzo dei pazienti lucani è ricorso a strutture di altre Regioni. Se per gli interventi medici la Basilicata registra valori di ospedalizzazione in linea con la media nazionale, per quelli chirurgici i valori sono inferiori. Infatti, il tasso di ricovero per gli interventi chirurgici per i residenti in Basilicata si è ridotto dal 2007 al 2009 del 3,1%. Di contro, per la parte di mobilità legata alle caratteristiche geografiche è maggiore il numero di quanti arrivano in Basilicata che di quanti vanno via. Una situazione che sembra testimoniare una buona dotazione territoriale di presidi con la necessità di continuare a puntare sui punti di eccellenza per frenare quanti, oggi, continuano ad andare fuori regione.

Verso una maggiore offerta territoriale
Il fattore chiave di razionalizzazione rimane quello legato alla capacità di accompagnare la riduzione dei posti letto con un contestuale sviluppo dell’assistenza primaria, in particolare domiciliare e residenziale. Oggi la Basilicata è l’unica Regione che rispetta l’indice di programmazione di 1.000 residenti adulti per Medico di Medicina Generale (MMG), ma sul fronte della Pediatria di Libera Scelta (PLS) è quella che presenta il più alto rapporto under 14 per PLS. Importanti anche i risultati conseguiti sul fronte della spesa farmaceutica convenzionata netta, nel 2010, ha quindi fatto registrare una diminuzione del 6,9% in Basilicata, permettendo di rispettare il “tetto” del 13,3%. Tetto non rispettato per la farmaceutica ospedaliera: risultato che è il prodotto della diffusione in numerose branche cliniche dei farmaci biologici che ottengono importanti risultati terapeutici ma sono di costo elevato

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ve la lascio così, senza ulteriori commenti…come è possibile infatti considerare buono un dato che vede un terzo dei lucani andare fuori per operazioni chirurgiche?…come è possibile considerare buono il fatto che la spesa per farmaci ospedalieri sfora la soglia e poi ricorrere alla panzana dei farmaci biologici?comunicati di stile bulgaro o se volete nordcoreani!!!