dagli amici del vallo di diano

riceviamo dagli amici del comitato del vallo di diano contro il petrolio il seguente messaggio che senz’altro postiamo, condividendolo in pieno…

Egregio Presidente De Filippo,  

Siamo stati felicissimi di ospitarLa nel “salotto verde” del nostro territorio, lieti ed onorati di incontrarLA al MIDA a Pertosa, in quello che per noi ha rappresentato e rappresenta un laboratorio di idee e politiche , di nuovi modelli di governance.

 

Era il luogo, considerato il tema dell’incontro, per parlare di sud, di energie e di idee.

 

È vero, ci saremmo aspettati un intervento in “punta di piedi” non diciamo sottotono (non Le si addice), ma quanto meno istituzionale! Invece no..

 

In seguito alla nostra “civile” richiesta a mezzo documento (letta per altro in modo garbato da un rappresentante dei sindaci valdianesi) di un impegno per la costituzione di una “fascia di rispetto” a cavallo della zona Monti della Maddalena (confine geografico tra Campania e Basilicata), tutto ci aspettavamo tranne che sentirci chiamare “barbari oppositori”.

 

Ci siamo dovuti stropicciare gli occhi e spalancando le orecchie abbiamo udito stupiti la Sua invettiva. Perché di un invettiva si è trattata. Non le chiedevamo certo di fare i conti col tempo garante e custode delle scelte “democratiche” della Sua politica. Era senz’altro troppo e non era nemmeno il luogo adatto.

 

Ebbene si Egregio Presidente, lei è stato  senz’altro indelicato e poco cerimonioso e sebbene non ve ne sia bisogno ora proviamo a spiegarLe anche il perché.

 

Lei invitato a casa nostra ha definito “balbuzienti”, i padroni di casa, nell’ordine Regione Campania, Provincia, Comunità Montana, Comuni, associazioni di categoria, Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni, la Fondazione Mida stessa ed infine anche noi (tutti quelli che in sostanza hanno detto no alla richiesta di ricerca della Schell). Questo lo ha fatto, perché abbiamo un’idea diversa dalla Sua, rispetto al nostro territorio e, a giudicare dalla poca attenzione ai monitoraggi ambientali legati alle attività estrattive presenti nella sua regione, abbiamo anche un diverso grado di attaccamento allo stesso.  Probabilmente  non coglie (o non vuole “narrare”) la devastazione ambientale in cui versano ampie zone della sua regione.

 

Qui servono persone in carne ed ossa invece, “barbari” in grado ancora di indignarsi udendo parole irreali e disoneste intellettualmente come quelle da Lei espresse a Pertosa domenica. E non ci soffermiamo sulla  critica del dis-orientamento della fondazione ospitante che è un terreno in fondo marginale. Il terreno rilevante ci pare quello dello smarrimento della dignità e della serietà del suo apparire in pubblico.

 

Categorie quelle della dignità e della serietà irriducibili al semplice equivoco di un incontro pubblico giocato su concetti (idee e energie)  che nel caso della sua regione, e ci duole dirlo,  si riconducono senza alcun dubbio direttamente ad un’unica matrice, il petrolio. Tolto il petrolio parrebbe, come attesta anche il suo recente intervento in consiglio regionale, la Basilicata sia destinata a scomparire.

 

Quando la politica ammette pubblicamente la sua inutilità!

 

Abbiamo bisogno, invece, caro Presidente, di uomini che si assumono responsabilità, anche quella (la più rischiosa, la meno certa negli esiti) di salire su piedistalli, come hanno fatto, in questa vicenda del petrolio, i nostri sindaci e di dare risposte negative, di opporsi a quel “futuro”, da Lei invece abbracciato nonostante le difficoltà a chiudere i bilanci. Che la politica sia fatta anche di sfide e che vadano raccolte non dobbiamo certo dirlo noi. D’altronde Lei continua a giocare a poker con la Sua terra.

 

Ci scusiamo per il non riuscire a guardare ai cittadini che lei governa come un popolo più “tranquillo” e “remissivo”, come ha lasciato intendere durante l’incontro di Pertosa, invitandoci a imitare quell’atteggiamento. Ciò perché in realtà quotidianamente abbiamo a che fare con cittadini forti, orgogliosi, combattivi e informati della sua regione e che ci sono d’esempio.

 

Ci scusiamo dunque se abbiamo intatta l’abitudine umana di indignarci e se non ci sfugge la drammatica situazione sociale in cui versa la Sua regione, nell’omertà generale e diffusa a tutti i livelli.

 

Altresì chiediamo venia per la mancanza di interesse a capire quanto di buono ci sia sotto le nostre terre, ma le amiamo troppo e vogliamo continuare a viverci sopra.

 

Nella convinzione che  vada fatta luce sulla reale situazione del “caso Basilicata”  è gradito porgere

 

Distinti saluti.

 Comitato No petrolio nel Vallo Di Diano