abbiamo bisogno di altro!!!

vorrei farmi una sana risata e magari stimolarla anche ai lettori…nonostante l’impegno profuso dai tanti tifosi del centrodestra, dai maxischermi nelle piazze alle campagne di disinformazione (leggi promesse di riduzione del 50% del costo dei carburanti per i lucani), non c’è un solo lucano nel governo della pdl!!!…neppure il capobastone pdl in questa regione, viceconte, ha ottenuto alcun cadreghino e questo deve aprire uno spunto di riflessione per tutti noi, ma soprattutto per chi in questa regione ha creduto e crede alle sirene incantatrici di un centrodestra spalmato sull’ossequio acritico al capo dei capi, cioè re silvio I, l’autoassolvente bisunto dal signore, mister quattro ore di sonno, l’imperatore della spazzatura mediatica che inquina i cervelli degli italiani da venti anni a questa parte, realizzando così in parte quel “piano di rinascita nazionale” tanto caro alla p2 ed al venerando, piano al cui altare sud-americano tutto è sacrificabile, compresa la democrazia

ma in questo articolo non voglio parlare affatto dello psico-nano, delle sue origini, dei suoi mezzi e dei suoi fini (gli dedicherò qualche articolo a breve, ricostruendo alcune vicende italiane – e che palle! – direte, questo ora si mette a fare anche lo storico con la scusa che la conoscenza del passato insegna a conoscere il presente)…voglio parlare della basilicata di oggi, di quella che, chiusa campagna e tornata elettorale, dovrà ritornare a fare i conti con la propria amara realtà

la basilicata era e resterà una colonia ed a maggior ragione adesso, in questo clima proto-monarchico in cui le istanze dei poteri forti che ne hanno già determinano il destino di damigiana energetica e contenitore per pattumi speciali, si sono saldate in simbiosi stretta ad una pratica di governo di cui già conosciamo finalità e modalità…in questa regione non solo si continuerà a trivellare selvaggiamente per sottrarre petrolio alla terra, in un sistema di garanzia ed impunità assicurato a livello nazionale da una solida maggioranza in parlamento che trae ragione causale apparente da una certa idea di sviluppo a cui si fa riferire anche il sistema idrocarburi in basilicata, e ad cui proprio loro non potrebbero rinunciare, ma con la scusa dell’interesse nazionale in questa regione si scaricherà di tutto ed ancora di più..ciò significa dai rifiuti tossici alle scorie nucleari…giova forse ricordare scanzano e la mai abbandonata idea di individuare il sito unico di stoccaggio delle scorie nucleari proprio in basilicata, idea che da quel centrodestra proveniva e da questo centrodestra di sicuro sarà presto veicolata per il suo ritorno in auge, magari con la promessa di qualche sconto da miserabili?

in realtà se in questi ultimi quindici anni per questa regione che a roma ci sia stato il centrosinistra di prodi e bersani, che firma il famoso decreto 625/96 sulle royalties al 7% e fa da sponsor allo sciagurato accordo con l’eni per la val d’agri e più tardi a quello con la total per tempa rossa, o il centrodestra del sito unico di stoccaggio nucleare, di fatto nulla cambia in una prospettiva di destino ormai ampiamente stabilita per questa terra e per i suoi abitanti e nulla cambierà con il nuovo governo, in cui persino il centrodestra lucano non trova alcuna rappresentanza, probabilmente a causa dell’esiguità politico-numerica dei lucani e della marginalità dei suoi ceti dirigenti nel sistema dei poteri forti a fronte dell’estrema convenienza per il sistema di continuare a considerare questa terra una colonia sic et simpliciter, preferendo addivenire a patti di vassallaggio locale proprio con quei ceti dirigenti per assicurare la continuità dello sfruttamento delle risorse e del territorio, piuttosto che coinvolgerli direttamente nei processi decisionali generali che riguardano la messa a regime delle potenzialità della regione in un sistema-paese che necessità di capacità energetico-produttive e di siti di smaltimento delle sue scorie, e non finisce certo qui…

infatti il federalismo fiscale su cui la lega nord basa la sua partecipazione al governo e su cui questa volta non transigerà affatto (pena la sua stessa sopravvivenza presso il proprio corpo elettorale), disseccherà ulteriormente questa regione, costringendola ad utilizzare i proventi straordinari per gli interventi ordinari…ciò vale a dire che le royalties degli idrocarburi estratti, che non rappresentano certo una risorsa infinita. serviranno giocoforza a finanziare qualche sopravvivenza decotta di sistema (polo del salotto, alcuni settori dell’agricoltura, indotti fiat e zone industriali morenti) e non certo i grandi ed innovativi processi di cui questa regione ha davvero bisogno per guardare al futuro, soprattutto nel campo dell’autosufficienza energetica magari basata sulle fonti rinnovabili…

…una cosa che questo comitato chiede da sempre venga finanziata proprio con i proventi delle estrazioni già contrattualizzate, in un clima di moratoria immediata per ogni altra estrazione e di ricontrattazione dell’esistente…

credo che alla luce di un destino ormai annunciato per questa regione, destino che da mesi continuiamo a stigmatizzare dalle pagine di questo sito, dovrebbe aprirsi una seria riflessione tra i lucani, tra tutti i lucani interessati a considerare ancora questa magnifica regione un posto degno in cui vivere  

accantonata ogni possibilità residua di considerare ancora questi schieramenti nazionali e le loro filiali locali (troppo spesso trasformate in comitati di affari e di gestione) come punti di riferimento validi per rappresentare la voce delle popolazioni schiacciate proprio da quei guasti ambientali, sociali ed economici, sia generali che locali, che di quel sistema e di quella idea di sviluppo sono una diretta conseguenza in qualità di elemento ormai fisio-patologico al sistema stesso, e di porre speranze in riformismi di facciata, agitati a bandiera gattopardesca, per risolvere problematiche incancrenite da decenni di carenze progettuali, di complicità associative ai salotti delle rendite garantite, di consociativismi paralizzanti e mortificanti le aspettative di compiere quel cambio di passo socio-economico e democratico ormai richiesto a gran voce, abbiamo ora bisogno di altro!!!

qualsiasi progetto di rinnovamento delle pratiche di governo della regione e del paese che non voglia essere auto-referente alle caste politiche ed ai poteri forti che le supportano, ma che voglia andare nel senso di un maggiore coinvolgimento delle popolazioni nei processi decisionali, non può che non passare attraverso il riconoscimento di un dato di fatto che si postula come punto nodale di gravitazione politica…i territori cominciano ad esprimere criticità sempre più esasperate al sistema, criticità che non possono essere affrontate con i soliti metodi della carota e del bastone, cioè blandizie e repressione, ma che pongono problematiche di rappresentanza a cui il ceto politico non vuole o non è ancora pronto a dare risposte

alla classica ortogonalità politica destra-sinistra su cui si è finora basato il sistema degli stati occidentali, e l’italia in modo particolare, ortogonalità che nei fatti continuerà ad esistere a dispetto degli esegeti di una morte delle ideologie che non è certo una morte delle idee che ciascun essere umano ha sul mondo, a partire da un proprio e personale modello di riferimento culturale, etico e politico, durante un processo che non nasce certo ieri si è venuta affiancando e sovrapponendo una ortogonalità politica territorio-centro che individua una nuova relazionalità politica tra cittadino ed istituzione a cui occorre dare risposte ormai inevadibili 

una nuova richiesta di relazionalità politica che non soddisfatta o si esprime nei leghismi escludenti o si esprime sempre più nell’auto-organizzazione spontanea di comitati di cittadini responsabili, impegnati e consapevoli della necessità di cambiamenti obbligatori di direzione nel governo delle attività umane e nei rapporti tra queste ed un concetto di ambiente che è divenuto negli anni sempre più ampio, individuando uno spazio di complementarità tra ambiente fisico, nella complessità dei suoi rapporti naturali da tutelare, e l’essere umano con le sue attività da doversi emendare sempre più con pratiche di sostenibilità volte ad assicurare un equilibrio naturale di cui è l’uomo stesso ad aver ormai diperato bisogno per la continuazione della stessa specie…ed intuiamo tutti ormai come a far parte di quell’equilibrio rientrino massivamente anche i rapporti tra uomo ed uomo, a cominciare dai rapporti sociali e di lavoro su cui oggi regge quel sistema produttivo di disequilibrio che crea discariche, inquinamenti, sfruttamento locale e globale, precarizzazione delle esistenze e dei territori

tutto ciò vale a dire che tutte le cittadinanze impegnate nella difesa dei propri territori da progetti invasivi calati dall’alto non esprimono più e soltanto dei semplici ed incondizionati no a quelle determinate e contestate decisioni sull’onda di localismi lego-egoisti o di spinte illuminate, come sempre vorrebbero far passare certi liquidatori delle istanze popolari nel generico “partito del non fare” o la demagogia populista del “ghe pensi mì”, tentando così di governare le contraddizioni che si esprimono nei territori negandole nei fatti e nelle ragioni causali, ma anzi quelle cittadinanze, fatte di individui che si riconoscono in un comunità e non dalle indistinte masse a cui il sistema credeva di averli ridotti per facilità di marketing, individuano sempre più coscientemente e lucidamente nelle istanze locali a difesa dei territori fisici e psichici comuni la critica radicale ad un sistema monopolizzato da un concetto di sviluppo tutto economicista, poco democratico e certo a senso unico, facendosi interpreti di modelli altri che individuano in sinergie virtuose tra i vari “locali” che si auto-riconoscono nella specificità l’unico approccio possibile ed umano ad un “globale” fatto dalle istanze locali messe in rete e non già costruito a misura degli appetiti di multinazionali, centri di poteri ed istuituzioni finanziarie

noi del comitato no oil potenza crediamo che sia arrivato il momento di cambiar passo…abbiamo bisogno di altro ed abbiamo iniziato a costruilo dal basso…a buon intenditor…miko

  

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