Cannabis ad uso terapeutico, proposta di legge di Navazio
29/05/2012 13:20
Il testo sottoscritto anche da Falotico e Mollica. Il capogruppo Ial: “Quella della lotta al dolore è una battaglia di civiltà, una delle frontiere più importanti di umanizzazione della sanità che deve entrare a far parte della cultura comune”
A livello nazionale, a fare da apripista per facilitare l’uso della cannabis contro il dolore è stata la Regione Toscana con un testo approvato il 2 maggio scorso per facilitare l’uso di farmaci con cannabinoidi nella cura di malattie come la sclerosi multipla, la depressione o il glaucoma.
“Nel corso degli ultimi anni – fa notare Navazio – si stanno registrando mutamenti in ambito legislativo e medico per facilitare l’accesso a questo tipo di cure; resta da lavorare in ambito culturale per migliorare, come nel resto d’Europa, le conoscenze in merito e per garantire l’accesso a questo tipo di cure alle persone che ne necessitano e ne vogliono usufruire”. É il principio di uno degli 11 articoli che compongono la proposta. Nel secondo si afferma la promozione, da parte della Regione Basilicata, della cultura della lotta contro il dolore e il superamento del pregiudizio relativo all’utilizzazione dei farmaci per il trattamento del dolore.
Attraverso l’art.1 si vuole garantire l’impegno da parte della Regione Basilicata per l’utilizzo dei farmaci cannabinoidi nel servizio sanitario regionale. Gli articoli 4 e 5 dettano disposizioni circa l’ambito di applicazione della proposta di legge. L’articolo 7 rimanda ad una deliberazione della Giunta regionale per gli indirizzi procedurali ed organizzativi per l’attuazione della presente legge. L’articolo 8 rimanda alla procedura valutativa degli effetti della proposta.
“Con l’obiettivo di modificare l’atteggiamento prevalente nei confronti del dolore, di far capire a tutti – medici, operatori, amministratori, malati, ma anche a tutti i cittadini – che la sofferenza si può e si deve evitare con ogni strumento a disposizione”, attraverso l’articolo 9 della pdl si rimanda alla giunta regionale “la promozione di campagne di comunicazione e informazione relative alle finalità della proposta, oltre che di informazione e sensibilizzazione nei confronti degli operatori sanitari circa l’appropriatezza prescrittiva in funzione della patologia clinica dolorosa”.
Nella lettura scientifica si trova una vasta produzione rispetto all’uso anche terapeutico della cannabis. “Col tempo – spiega l’esponente di Io Amo la Lucania – il progresso scientifico ha permesso di arrivare alla produzione di derivati di sintesi, consentendo una compiuta valutazione dell’impiego clinico dei cannabinoidi nella cura del glaucoma, nella prevenzione dell’emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche, come adiuvante nel controllo del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla, nel trattamento del dolore nei pazienti affetti da cancro. Da sperimentazioni scientifiche risulterebbe inoltre che i cannabinoidi hanno proprietà di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, evitando così i fenomeni di assuefazione, caratteristici degli oppiacei”.
L’articolo 10 detta l’invarianza finanziaria della proposta, in quanto gli oneri derivati dalla sua applicazione rientrano nella complessiva spesa farmaceutica sopportata dalla Regione Basilicata.
L’articolo 11, infine dichiara l’urgenza e l’entrata in vigore della proposta.
L’utilizzo dei farmaci a base di cannabinoidi, indicati come ausilio terapeutico nella cura di gravi patologie e nei trattamenti palliativi per i malati terminali, è stata una causa che, su iniziativa dei Radicali, il consigliere Navazio sposò sin dal 2002, allora sindaco di Melfi, attraverso una mozione “Cannabis terapeutica”, con la quale, all’unanimità, l’intero Consiglio comunale della città federiciana chiedeva al Governo e al Parlamento di regolamentare l’uso medico della canapa indiana e dei suoi derivati per alleviare il dolore nei pazienti affetti da malattie come il cancro, la sclerosi multipla, l’arteriosclerosi o comunque per quelle patologie portatrici di dolori cronici.
“Quella della lotta al dolore è una battaglia di civiltà, una delle frontiere più importanti di umanizzazione della sanità e che, necessariamente deve entrare a far parte della cultura comune” afferma con forza Navazio.
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nonostante il profondo disgusto che sento per maghdi allam ed il suo neo-clericalismo bigotto, destrorso e islam-fobico rappresentato nel suo movimento io amo l’italia, questa proposta di legge del consigliere navazio (io amo la lucania) mi pare segue una indicazione chiara di quella civiltà delle cure medice che dobbiamo sottrarre agli ideologismi e dogmatismi della farmaceutica ufficiale che lucra abbondantemente sull’uso di derivati di sintesi chimica…una proposta di legge che comunità lucana sposa con convinzione!!!
appoggeremo la proposta di legge in ogni modo!!!
la nostra collaborazione con navazio e con lui mollica e falotico, nonostante la siderale distanza politica che ci separa, che abbiamo messo in campo con la presentazione di una proposta di legge scritta dal sottoscritto e presentata dai tre citati più il consigliere romaniello (sel) ci pare indicativa di quello che la politica deve riuscire a mettere in campo per ritornare ad essere elemento propulsivo, la trasversalità sui temi concreti!!!…
e questo del dolore, ci sembra un tema tanto concreto da meritare questa proposta la massima attenzione e sostegno da parte di COMUNITA’ LUCANA
ed a questo proposito, posto anche un personale commento al lancio su fb della proposta di legge…
bravo ernesto, ottima proposta che segue le tendenze in atto in paesi “leggermente” più distaccati dagli ideologismi fobici italiani in materia che non tengono conto del dolore come dato personale del paziente e lo ideologizzano, catechizzandolo semmai nella chimica farmaceutica che ci lucra abbondantemente…ma vorrei anche metterti a parte di una cosa poi del tutto assurda che sulla stessa materia si è consumata fin dagli anni 50 in italia…la produzione ad uso tessile e nell’industria dei cordami di canapa (cannabis sativa) era particolarmente in voga nel paese (e molto in basilicata) da tempi remoti…per una “errata” interpretazione di una normativa americana, da cui la spesso nefasta cultura democristiana dell’epoca era molto influenzata, che proibiva uso e coltivazione della specie “indica”, da noi si proibì l’uso e la coltivazione anche della “sativa” sul territorio nazionale e nonostante una recente normativa che ha allentato il divieto, rimangono ancora molti problemi, tra cui l’obbligo di denuncia preventiva di coltivazione alle autorità di p.s….ora senza allontanarsi troppo dalla tua concreta iniziativa sui cannabinolici ad uso medico, iniziativa che appoggio personalmente e come comunità lucana (quindi come partito), sarebbe il caso magari di pensare a qualche iniziativa su questo settore, sulla falsariga di quanto già abbiamo messo in campo sui rifiuti con una proposta di legge?…sono a disposizione per la bisogna…ed ancora bravo!!!