Comunicato stampa di Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 

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Un supplemento di indagine sullo stoccaggio di gas in Val Basento.

 

 

Da perfetti laici quali siamo anche sulle evidenze scientifiche che in sede di dimostrazione di una loro validità necessitano di non essere ingabbiate in partiti presi ci siamo posti una domanda a partire dallo stop espresso dal Ministero dell’ambiente allo stoccaggio di gas nel sottosuolo nelle zone dell’Emilia di recente – purtroppo ancora oggi – colpite dal disastroso sisma. In sintesi la domanda è se non occorra anche in merito allo stoccaggio Geogastock in Val Basento, almeno fare supplementi di serie indagini sulle possibilità che, in una zona sismica accertata quale la maggior parte della nostra regione, in casi di sisma vi siano possibili conseguenze sulla tenuta degli impianti stessi.

  

Riteniamo infatti che vi siano state quantomeno delle leggerezze, sia nelle fasi di analisi e parere dello stesso ministero che ora appare tanto preoccupato, nella considerazione degli effetti che un sisma per nulla escludibile in Val Basento potrebbe innescare nelle elevate compressioni del gas immesso nel sottosuolo, causando l’aumento della pressione dello stesso un sommovimento di placche superficiali, tali comunque da non fare escludere la possibilità o di micro-terremoti disastrosi in ambito locale lungo le dorsali delle faglie o di subsidenze gravi nelle zone limose della valle.

  

La possibilità cioè che il movimento di slittamento di una faglia profonda aumenti la pressione del gas stoccato sopra di essa e che questo aumento porti al movimento di zolle superficiali nelle zone ove la compressione opera la maggiore spinta o allo sprofondamento di zone ove diminuisca sensibilmente tale pressione in seguito a fuoriuscite drastiche di gas o allo spostamento delle masse gassose, è tale da richiedere supplementi di indagine per scongiurare persino la remota possibilità che ciò accada.

  

Non siamo dei geologi o degli esperti in materia, ma riteniamo che i sottosuoli lucani, quello della Valle del Basento in modo particolare, abbiano peculiarità tali nella loro composizione da non permettere di poter escludere in maniera confacente al principio di precauzione la possibilità di simili evenienze.

  

E non essendo affatto soliti all’allarmismo, chiediamo che la Regione Basilicata, per il tramite delle sue strutture dipartimentali di competenza, voglia farsi interprete di una richiesta di supplemento ispettivo in merito allo stoccaggio stesso presso il Ministero, richiesta e supplemento che riteniamo doverosi sia in ordine alla nota sismicità della nostra regione, sia rispetto a preoccupazioni del ministro Clini che se  espresse per le zone emiliane colpite dal sisma e di cui finora si accreditava medio-bassa sismicità, a maggior ragione crediamo valide per zone ad alta sismicità accertata.

  

Vorremmo inoltre essere rassicurati della tenuta della tubature incamiciate dei pozzi per gli idrocarburi realizzati nella intera regione e segnatamente nelle zone della Val d’Agri, oggetto di una concessione alla coltivazione operante da tempo inferiore all’ultimo sisma importante che ha interessato la regione (1980) e, fatti i debiti scongiuri, in una statistica possibilità di repliche di eventi disastrosi come il sisma che nel 1857 disastrò mortalmente la valle, e della Val Sauro, nonché di ogni altra zona soggetta ad estrazioni di idrocarburi in regione, particolarmente lì dove le condizioni limose del primo sottosuolo (metapontino) paiono ricordare la composizione dei sottosuoli emiliani che in alcuni casi hanno spinto, come conseguenza del sisma, sabbie profonde in superficie tanto da mettere in serio dubbio la tenuta degli strati superficiali sui quali poggiano le fondamenta di edifici ed infrastrutture, pregiudicandone la tenuta statica delle stesse.

  

Riteniamo indifferibile ed urgente che tali richieste siano inoltrate nella consapevolezza che, se firmato un memorandum, si dimentica che la sicurezza delle popolazioni viene prima dell’interesse nazionale o delle mirabilie occupazionali, poco si procede sul senso di coesione tra istituzioni e cittadinanza che, pur se da più parti nel Paese si predica per impedire la dissoluzione democratica, forse poco si pratica nei fatti di una Lucania dove il basso impero esarcale si è fuso alla nuova colonialità multinazionale.

  

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana