Comunicato stampa di Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Un piano rifiuti nell’interesse della nostra terra

 

Apprendiamo che con Delibera n. 641 del 22/05/2012 la Giunta Regionale procede ad aggiornamenti ed adeguamenti del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti sulla base del disposto del D. Lgs 152/06, quindi con ben 7 anni di ritardo, ed approva i primi indirizzi e criteri per l’aggiornamento del Piano sulla base dell’art. 25, comma 4, LR 17/2011 che prevede la presentazione di proposta di adeguamento del Piano entro il 04/08/2012.

 

Tutto bene sembrerebbe se finalmente dopo ben 11 anni si comincia a discutere del vigente Piano dei Rifiuti e della sua legge istitutiva (L.R. 6/2001), risvegliandosi da una letargia dannosa per la gestione degli RSU della regione che meno ne produce procapite nel Paese ed in cui una corretta gestione in accordo alle cogenti normative europee di quelle quantità dovrebbe essere da tempo già una realtà.

 

Ma oltre sospette fotocopiature nella Relazione Preliminare di parti della Proposte di Legge in materia elaborata da questo movimento sia nell’articolato di proposta di legge, che nel piano rifiuti regionale, presentata a firma dei consiglieri dell’intergruppo, Mollica, Navazio, Falotico e dal presidente della III commissione, Romaniello – fotocopiature delle quali saremmo anche contenti vista la trasversalità che il tema stesso impone e che è nostra prassi politica – ciò che proprio non convince della DGR, oltre ai suoi tempi che “guarda caso” bypassano una discussione in commissione dopo un richiamo all’aula della stessa, proprio della nostra proposta di legge, è in primo luogo una strana “dimenticanza”, quella cioè che è la Legge Finanziaria 2007, che fissa il raggiungimento del 65% di RD al 31/12/2012 e che ha innovato il disposto al 152/06, che fissava il raggiungimento di tale percentuale al 31/12/2013, a pena richiamo ad adempiere e commissariamento del sistema di gestione dei rifiuti.

 

Parrebbe solo una pericolosa svista, un errore, ma temiamo che possa essere un errore fatale anche nel merito di linee di gestione del vecchio piano che, indicando obiettivi di RD al 35%, non è riuscito a raggiungere neppure quella percentuale, e vediamo arduo che da oggi e sino al 31 dicembre la nostra regione riesca a dotarsi in pochi mesi di piani e di strutture atte a questa coercitiva percentuale di RD, seppure in presenza di onerosi affidamenti (40.000 euro) per l’analisi tecnico-ambientale del Sistema Integrato di Gestione degli RSU regionali, convenzionato in data 01/09/2010 al DIFA (Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente dell’UniBas, approvata con DGR 1326/2010 al repertorio n. 12061 – da noi stranamente prima si stipulano le convenzioni, poi si approvano nelle sedi istituzionali – che evidentemente non molto ha prodotto, se dalla Relazione Preliminare approvata in allegato alla DGR, oltre alle cialtronesche fotocopiature di altre proposte di cui si è detto, ben poco di pratico si evince.

 

Temiamo però che l’unica cosa pratica – pericolosamente tale – di quella relazione sia però la dizione “…la massima utilizzazione dei rifiuti, successivamente alle operazioni di recupero, come combustibili o come altro mezzo per produrre energia e/o calore”, contenuta tra i primi indirizzi di programmazione, una dizione che, a nostro avviso, spalanca le porte della regione alla realizzazione di almeno un altro inceneritore, oltre quello di Fenice che ricordiamo essere stato improvvidamente inserito nella nostra programmazione della gestione dei rifiuti.

 

Inceneritore di cui non si sente alcuna necessità, anche al netto di preoccupazioni ambientaliste, visto che al raggiungimento di soglie di RD al 65% persino noti propugnatori dell’incenerimento come forma di soluzione del problema rifiuti come il sindaco di Salerno De Luca ritengono tale soluzione inutile, sia economicamente che strutturalmente, ma inceneritore che evidentemente qualcuno vuole realizzare in ossequio forse a quel principio che tali impianti sono un affare per chi li costruisce, e l’esperienza delle cose lucane ci suggerisce come strategia mediatica per renderne ineluttabile la costruzione, supposte emergenze a tempo che puntualmente rendono i rifiuti della città capoluogo come il vulnus su cui deve realizzarsi una sorta di “approvazione popolare” all’inceneritore come soluzione a queste emergenze.

 

Inceneritore che riteniamo qualcuno voglia realizzare nella zona industriale di Tito Scalo, stante quella conclamata impossibilità a riaprire il “ferrovecchio” che arrugginisce a S. Luca Branca, tra il tempo che è passato, rendendo la tecnologia  di quell’inceneritore obsoleta, la lunga, costosa gestione a impianto fermo e del cui iter che non arriva mai al collaudo occorrerebbe rendere conto alle autorità contabili, e le frane del versante di contenimento della discarica di Pallareta, e soprattutto inceneritore che, stante le relative basse quantità di rifiuti che la RD al 65% lascerebbe ai forni (78.000 tonn/anno di cui 39.000 già da smaltire a Fenice) sarebbe quindi un impianto del tutto anti-economico, a meno che qualcuno non voglia renderlo più conveniente provvedendo all’incenerimento di una parte di quei rifiuti campani selezionati a combustibile perfettamente trasportabili altrove senza interventi decretativi del Governo.

 

Chiediamo pertanto alla Giunta Regionale l’immediata revoca della delibera 641 ed una discussione in sede di commissione con la massima priorità, ed in via straordinaria in aula consiliare, della nostra proposta di legge regionale e del relativo piano rifiuti regionale, piano che, allo stato attuale, risulta essere l’unica proposta globale e coesa intorno ad una idea di gestione dei rifiuti che esclude l’inutile incenerimento dei rifiuti lucani e della quale occorre discutere senza infingimenti adesso.

 

E non si affannino a chiedersi quanto costi o costerebbe la redazione di quel piano che molti a mezza voce dicono funzionare nelle sue idee innovative, ma pochi ammettono a voce alta sia la proposta di cui discutere, quel piano è pubblico da tempo, parte della nostra idea di politica e gestione della nostra regione, ed in quanto tale completamente gratuito, nella speranza che serva non ad esser fotocopiato in alcune sue parti, ma ad essere messo in pratica per intero nell’interesse della nostra terra.

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana.