08/08/2012

prima pensavo che la rettitudine fosse un termine desueto, letterario, quasi un travaso dello spirito del de amicis nella modernità, un trucco in cui far coincidere la paura cattolica con la complicità borghese al mantenimento dello status quo…

un qualunque status quo nasce da un atto violento, di forza, da una imposizione e si dota immediatamente delle sue strutture fisiche ed immateriali di controllo del potere acquisito…la rettitudine ne era un significante comportamentale assunto a catena e questo per tanti (ed anche per me) era il significato del termine rettitudine, un odioso bastione di una società conservativa da abbattere…

oggi mi rendo conto che nella generale caduta dei freni inibitori delle visceralità telecomandata dai sistemi di potere (che hanno così mutuato la forma della catena per tenere schiava la società), la rettitudine è forse divenuta un valore sul quale costruire il primo e fondamentale canone di comportamento di una classe dirigente che mira al futuro…per cui sarò forse noioso, ma trovo che la rettitudine, ossia il rispetto delle regole, sia rivoluzionaria e come tale da praticare strenuamente…

ogni politico deve dare l’esempio con una vita specchiata!!!

miko somma