consulenze, tra clientele, precarietà, privilegi di casta e sistema coloniale

Naturalmente il ministro Brunetta non ci è molto simpatico e, ne siamo sicuri, quelli come noi non sono molto simpatici a lui, ma l’operazione trasparenza, messa in atto sulle consulenze e gli incarichi esterni conferiti dalle pubbliche amministrazioni, non possiamo che condividerla, ovviamente le intenzioni del ministro sono tutt’altro che condivisibili e sicuramente strumentali a politiche di privatizzazione di stampo liberista, in questo momento però non è questo che ci interessa sottolineare, anche perchè la trasparenza sull’uso delle risorse pubbliche dovrebbe essere cavallo di battaglia di tutt’ altra parte politica di quella rappresentata dal ministro. Vi è da considerare ad esempio che nella jungla delle convenzioni ci sono situazioni diversissime tra di loro, ci sono situazioni di ultra precarietà e di assenza di diritti sindacali che colpiscono migliaia di giovani accanto a casi di personaggi di diretta emanazione della “casta” che percepiscono non si sa bene perchè decine di migliaia di euro. Stiamo ovviamente anche noi iniziando a spulciare gli elenchi che riguardano la nostra regione, segnaliamo ad esempio un paio di casi: quello dell’ esimio ex sindaco di Potenza Rocco Antonio Sampogna che intasca per una consulenza presso la direzione generale della provincia di Potenza una cifra complessiva di 97.000 euro e quello del responsabile della cosiddetta “task force” sull’ occupazione presso la regione Angelo Pietro Nardozza che viene ricompensato con la modica cifra di 136.000 euro, niente male per chi ha avuto l’ingrato compito di avere a che fare con i lavoratori lucani che rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada. Vi è da approfondire la lettura dei dati soprattutto per alcune consulenze che la regione Basilicata ha affidato anche a varie società, andando a scavare siamo certi che si può avere uno spaccato interessante di quel sistema “affaristico-politico” che contribuisce a “colonizzare” la nostra regione e ad alimentare il sistema clientelare.
Gli elenchi si trovano su www.innovazionepa.gov.it
nicola

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4 pensieri su “consulenze, tra clientele, precarietà, privilegi di casta e sistema coloniale

  1. Sulle… “consulenze” a progetto, sono d’accordo con te. Volevo soltanto aggiungere a quanto hai detto tu, che le consulenze non sono altro che un modo per aggirare la “restrittività” delle leggi su certe materie. Mi spiego meglio: legge “merloni”: un sindaco non potrebbe affidare l’incarico della progettazione per una qualsiasi opera pubblica se non dovesse esserci copertura, nel bilancio triennale, sulla specifica opera. Come ti aggiro la merloni? Con una consulenza: faccio fare il progetto preliminare al mio ufficio tecnico che, non avendo tutte le competenze in materia di progettazione, dovrà essere affiancato da un tecnico esterno (consulente) che, invece, le competenze le ha.
    Aggiungiamo che, poi, le consulenze sono uno dei tanti modi per soddisfare le esigenze dei vari “clientes” dei politici.
    Nella maggior parte dei casi, clientes e consulenti esterni sono la stessa persona.
    Allarga le maglie ad altre normative che, di fatto, restringerebbero la possibilità di incarichi esterni… ed avrai “il re nudo”.
    Ciao Miko 😀

  2. Ne ho scritto anch’io sul blog personale. Suggerisco di non sparare subito a zero su tutto.
    Ho infividuato consulenze & consulenti che non destano sospetti. Ma sicuramente molte consulenze ed incarichi sono affidati ad amici e compagni.
    Molte consulenze sono contributi mascherati.
    Bisogna poi farsi dire cosa hanno prodotto tutti quei soldi dati a Metapontum Agrobios (Tantii…..), all’Università (meglio che ci dicono a qualle prof. sono stati effettivamente andati) ed alri Istituti.
    E sopratutto vogliamo l’elenco delle consulenze 2007 e 2008, anche negli Enti sub regionali, posti dove si annidano molti volti noti…..

  3. In riferimento a quanto scritto e pubblicato domenica sulla Gazzetta del Mezzogiorno e a qualche commento qui presente, siamo molto adirati, in quanto, come precari della Regione Basilicata, lavoriamo non come consulenti, ma come dipendenti, a 1.200 euro netti circa al mese e con orari di lavoro che osclillano tra le 40 e le 45 ore settimanali, quindi ben superiori a quelli dei dipendenti.

    Ci pare oltremodo superficiale e non corretto equiparare consulenze superpagate e sulle quali non ci comprende l’entità del lavoro commisurata all’importo elargito, rispetto al lavoro di precari che svolgono le proprie mansioni con competenza, professionalità e abnegazione, oltre ogni impegno dovuto e con la continua incertezza del domani, senza il riconoscimento di alcun diritto.

    Questa informazione è tendenziosa e falsata e tende a intimidire quanti stanno cercando di far valere diritti e certezze rispetto a varie forme di lavoro precario che costuiuiscono le nuove forme di sfruttamento, mascherate sotto forma di co.co.co, co.co.pro., etc. etc.

    Per questo ci sentiamo offesi e delusi!!!!!!!!!!!!

  4. Ovviamente Maria ha perfettamente ragione, nell’ articolo già vi è una netta distinzione tra le convenzione usate come stumento di ultraprecarizzazione e le megaconvenzioni strapagate e che non si capisce mai quali vantaggi abbiano per la colletività, voglio solo aggiungere che lotta contro le multinazionali e lo sfurttamento del territorio, come è stato sottolineato più volte, non può prescindere da quella contro lo sruttamento e la cancellazione dei diritti di chi lavora quindi saremo sempre insieme ai precari che si battono per superare la loro condizione.

    nicola magnella

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