il comunicato inviato ai mezzi stampa

 Una doppia beffa La questione petrolio in Basilicata sembra essere ridotta dai due schieramenti politici ad un recinto di puro fattore economico (riduzione del prezzo dei carburanti, aumento delle royalties) che non tiene in alcun conto alcune considerazioni che apparirebbero a chiunque quasi ovvie.

La Basilicata non è un campo petrolifero posto sotto un deserto, ma una regione ricca di specificità floro-faunistiche da preservare, vessata da emergenze idro-geologiche da tenere in considerazione ed, ancor più importante, in questa regione esistono comunità fatte di esseri umani che dovrebbero vivere in un equilibrio mantenuto con cura con queste, comunità alla cui tutela sanitaria, vocazionale ed economica unicamente noi crediamo debba attenere tutta la vicenda delle estrazioni di idrocarburi nella nostra regione, in un’ampia cornice in cui il fattore economico delle royalties sia solo uno degli elementi di una situazione complessa che richiede riflessioni complesse e non il catalizzatore di un problema che – dato e non concesso – risolto economicamente, rimarrebbe nella sua drammaticità in chiave ambientale, di programmazione del territorio, di salute umana, di dannosa dipendenza da una mono-cultura estrattiva che devasterebbe ogni ipotesi di uno sviluppo “altro”, agricoltura e turismo in primo luogo.Il comitato no oil potenza porta avanti, con la collaborazione di referenti diretti del comitato, di molte associazioni locali e singoli cittadini, in ogni comune lucano la petizione popolare sulle estrazioni, petizione ricca di considerazioni altre, nella consapevolezza che il problema petrolio non può e non deve essere ridotto a merce di scambio in vista delle prossime elezioni.Se infatti la mera ricontrattazione delle royalties ed un loro sostanziale aumento a poco servirebbero senza idee vincenti ed innovative di gestione delle stesse sul territorio, gestione finora assolutamente fallimentare ed asservita alle logiche di un quotidiano dal fiato forse volutamente troppo corto, una generica riduzione del costo dei carburanti porterebbe ancor di più all’asservimento di risorse da considerarsi come straordinarie alle logiche di un ordinario che sembra non voler considerare che la risorsa petrolio – ammesso lo sia o lo diventi -è una risorsa collettiva e non un’opzione personale, inutile e diseducativa, poiché spingerebbe a maggiori consumi e non ai comportamenti virtuosi che le emergenze planetarie richiedono, sia alle dinamiche di produzione, sia agli stessi stili di consumo.La domanda, posta in altri termini, è se abbiamo bisogno di un pesce al giorno, diventando passivi dipendenti da mutualità per nulla eterne, o piuttosto di una canna da pesca per imparare a sfamarci?A questo riguardo sia l’ordine del giorno dei deputati Margiotta e Luongo del PD, accolto dal governo come raccomandazione, sia quello presentato dal deputato Taddei della PDL, al decreto 112 e che, citando testualmente i lanci di Basilicatanet, recitano rispettivamente…” si impegna il Governo ad utilizzare parte del maggior prelievo fiscale a carico delle compagnie petrolifere per la riduzione delle accise su benzine, gasolio e gpl, o, in alternativa, a riservare una quota di detto prelievo, non minore al 50%, alle Regioni interessate dalle infrastrutture per estrazione, che la destinano alla riduzione del costo dei carburanti per autotrazione a favore dei cittadini residenti e delle imprese con sede legale ed operativa nei propri territori” e “…secondo l’ordine del giorno dell’On. Taddei, si concretizzerebbe nella costituzione di un Fondo, alimentato dall’aumento delle royalties legato all’incremento di produttività dei giacimenti, che possa finanziare l’abbattimento delle accise e la relativa riduzione del prezzo alla pompa del gpl, del diesel e della benzina per i residenti lucani…”, ci paiono fuorvianti, demagogici, inutili, una doppia beffa.Detto in altre parole, in un caso si impegna senza impegno il governo a destinare fondi per riduzioni dei carburanti, in una operazione parlamentare dal sapore di inutilità, nell’altro caso in cambio di altre perforazioni, quelle annunciate dal ministro dello sviluppo economico Scajola e che prevedono una concretizzazione in tempi rapidi di tutti i 41 permessi di ricerca di idrocarburi giacenti nei cassetti del ministero aventi ad oggetto il territorio della regione Basilicata, e con un aumento di produttività delle estrazioni si creerebbe un fondo per l’abbattimento delle accise sul costo dei carburanti.I lucani in questo caso pagherebbero la diminuzione del costo dei carburanti con i loro stessi soldi, quelli delle royalties, che già percepirebbero come diritto per lo sfruttamento delle risorse del proprio territorio, in un cambio della perforazione sistematica del 70% dello stesso.No, noi non ci stiamo, non si possono prendere in giro così i lucani!Questa regione ha bisogno di un progetto per il suo presente e di un progetto per il suo futuro, teso a coniugare i diritti della popolazione al benessere ed alla salute con la preservazione dell’ambiente e dei suoi ritmi e non a consegnare alle erinni sanguinarie del profitto ad ogni costo un patrimonio umano e naturale che non si esaurisce nella tesaurizzazione delle risorse a discapito della ragione.Vergognatevi!!!Miko Somma, portavoce del comitato no oil potenza