ma in lucania il re rimane nudo

tre sono gli argomenti sui quali vorrei fermarmi in questa digressione mattutina che, come al solito e come i lettori ben conoscono, avviene in diretta, senza ripensamenti o riscritture correttive, per favorire il libero fluire dei pensieri e delle riflessioni che a volte si formano proprio scrivendo…

gli argomenti, intrecciati inevitabilmente tra loro, sono una breve analisi del voto delle amministrative che, ancorchè abbiano interessato solo 11 comuni lucani (di cui lavello era il maggiore), è stato un test molto indicativo di alcune tendenze e di cui è conseguenza evidente sia la brusca frenata e caduta del voto verso i grillini, sia la tenuta relativa dell’armata pd, e le esternazioni di marcello pitella su una sua candidatura alla presidenza della regione in alternativa a quella di roberto speranza, il tutto tenuto insieme da una frase di s. agostino che mi è cara e che avrete senz’altro letto in un post precedente, ma che ripeto volentieri per la stretta attinenza al momento storico e politico del paese e della nostra regione che forse potrebbe essere giunta ad una svolta virtuosa, “…la speranza ha due bei figli: la rabbia e il coraggio. La rabbia nel vedere come vanno le cose e il coraggio di intravedere come potrebbero andare”…

bene, il voto amministrativo, analizzato in una chiave nazionale come orientamento politico generale, non ha mostrato solo la tenuta del  pd e della sua base elettorale ed in probabile conseguenza di ciò la netta caduta percentuale dei “grillini urlatori” e della lega nord, ma anche e direi soprattutto un’astensione che ha raggiunto livelli americani, toccando ormai il 50% degli aventi diritto, un dato molto preoccupante di partecipazione alla luce del quale andrebbero riviste molte considerazioni sulla politica, considerando che tale astensione, a mio avviso, non ha riguardato solo quella fetta di disillusi o scontenti che anche alle scorse politiche si sono astenuti, ma anche buona parte dell’elettorato che solo tre mesi fa consegnava un 25% dei voti proprio alle politiche a grillo ed alle sue demagogie da “mercato del pesce”, alle bizzarrie delle sue -arie (parlamentarie, quirinarie, comunarie, regionarie e forse anche solo urinarie), ai suoi “programmi-non programmi” infarciti di fesserie ed ai suoi deliri savonaroliani di “pulizia forcaiola”…

elettorato che evidentemente ha peso completamente ogni residua fiducia nel sistema politico, disertando le elezioni a maggiore prossimità e tangibilità alla propria vita quotidiana, consistendo sempre a mio avviso l’aumento della percentuale di astenuti proprio la quota parte di perdita percentuale del voto verso grillo&grillini, evidentemente sentiti come ormai e già ben poco affidabili o risolutivi per le grandi questioni del paese, dopo tre mesi di inutilità parlamentare della propria rappresentanza che si è invischiata recentemente in discorsi seppur comprensibili, davvero poco edificanti sulle diarie, ma soprattutto dopo la “grande possibilità” offertagli più dai numeri reali nelle aule che dalla reale volontà politica, di poter influire sul corso delle cose, dando appoggio al tentativo un po’ commovente di bersani di formare un governo, espellendo così berlusconi dalle scene, e non accettato stupidamente da questi (da grillo&casaleggio, per bocca dei loro piccoli ras crimi e lombardi, in un mortificante streaming giaculatorio per il povero smacchiatoredi giaguari), con un assurdo piglio dittatoriale e nevrotico che mirava allo sfascio in virtù di fantomatici progetti di un 50% futuro al proprio movimento, e che evidentemente è stato giudicato dagli elettori contro i quali oggi grillo si scaglia con argomenti colpevolistici assurdi, come un segnale di inutilità politica conclamata che non valeva la pena aiutare oltremodo…

ma non finisce semplicemente qui l’analisi di questo voto “a larga astensione” che ha disinnescato per alcuni la minaccia grillina, poichè la realtà di questa massiccia astensione e del voto “confermativo” che per il momento salva il pd dalla “liquefazione suicidaria” in cui era precipitato e condanna le stupidaggini irose del “comico urlatore”, poiche sicuramente se lo schema di giudizio dell’astensione potrebbe essere chiaro (ma poi chissà…), la conferma del quadro amministrativo locale targato pd è nel fatto che, essendo l’ambito istituzionale relativo al voto, i comuni, un ambito pressocchè amministrativo, percepito forse come poco politico in senso generale, la scelta della persona, dei suoi trascorsi e della sua “faccia” e “storia”  contava molto più di ogni altra considerazione generale su un partito che credo abbia in ogni caso ben poco da stare allegro ed ancor meno da “sedersi” sugli allori di questo voto che certo gli consegna (franco ballottaggi) tanti comuni, ma lascia immutata la percezione su un voto “al meno peggio”, piuttosto che un voto al progetto reale di cambiamento di assetti della società…

assetti economici, sociali e politici della società che ormai sono profondamente in crisi sia nel paese che ovunque esista una istituzione, e che oggi più che mai necessitano di entrambi i figli della speranza, cioè la rabbia (di cui grillo ha dato ampia ed esaustiva prova di quanto da sola poco essa possa fare), quindi la capacità civile di indignarsi, ma soprattutto del coraggio, quindi della capacità progettuale di volere e potere cambiare la nostra società, coraggio che evidentemente non può nutrirsi della sola rabbia, ma che necessita di un pensiero lungo, di una visione, di un percorso fattuale e pratico nel faro di una idea di come la società dovrà evolversi…

ed ecco l’errore di autoreferenza che si innesca nel pensiero, invero a tratti assai corto, dei maggiorenti del pd ed in genere del centrosinistra, pensare che quel voto che pare letto solo come il disinnesco di grillo basti ad evitare una catastrofe annunciata proprio dalla massiccia astensione manifestatsi, che la società quindi perda ulteriore fiducia nel ruolo della politica di guidare i processi e che, tolta una percentuale sempre più bassa di speranzosi od ottimisti che, appunto, molto spesso sono mesi di fronte solo alla vecchia scelta di un meno peggio, la maggior parte della popolazione scelga altri percorsi, minando quella forma di partecipazione attiva alla vita sociale del paese e della propria città di cui il voto è solo una espressione evidente, ma non unica, portando al paradosso evidente di sindaci o presidenti di regione che, tolta l’astensione, rischiano di essere eletti solo con un 25% e qualcosa più dei voti esprimibili, finendo quindi per rappresentare poco la generalità dei cittadini e troppo quella della propria parte, spaccando pericolosamente società che oggi più che mai necessitano invece di coesione, condivisione, partecipazione e senso di quel destino collettivo in cui ha una ragione il destino personale di ciascuno e del quale proprio coesione, condivisione e partecipazione sono il dna…

appare allora evidente la “stupidità” dell’auto-incoronamento di gianni pitella a prossimo  presidente della regione, nella subordinata retorica di una candidatura di roberto speranza che non capiremmo bene perchè dovrebbe rinunciare per questo obiettivo al suo ruolo nazionale di capogruppo alla camera e che esercita con sempre maggiore convinzione e con un certo successo, a mio avviso…

pittella rappresenterebbe forse il nuovo?…pittella rappresenterebbe forse il progetto?…o non piuttosto l’autoreferenza di una parte baronale del pd lucano che crede il mondo terminare fuori dalle sue fila più prossime agli organigrammi di direzione e potere reale e che sembra oggi riprendere fiato più dalla caduta di grillo che dalla fuoriuscita dalle “secche” progettuali su cui si è impantanato nel paese e con una certa recente evidenza nella nostra regione?…

questa regione, come dico da tempo, ha bisogno di un progetto e di una faccia nuova che – nulla di personale, sia chiaro – non risiedono affatto nelle lunghe fattezze di gianni pittella o di qualche “barone ambizioso che aspira al trono”, magari passando dal castello del malconsiglio, figurarsi poi in un programma che mai è esistito, facendosi semmai sintesi coloniale in poche idee e ben confuse di banalità economiche e sociali fallite ormai ovunque, ma che da noi sono state il velo tragico e sprecone intorno a cui si è avvolto una nudità del re che non è celabile oltremodo…

perchè il pd avrà vinto le elezioni, grillo avrà perso, ma in terra di lucania il re rimane nudo e con lui, nudi, i lucani, ecco il problema… 

guarda caso invece un programma c’è, lo state leggendo in tanti su questo blog, e, destino piacendo, anche altri candidati pronti non a rappresentare parti o partiti o clan o fazioni, ma un progetto che per sua natura è della e per la collettività lucana, se solo per un istante saremo in grado di superare quel “divide et impera” che sarà sempre l’arma puntata alla nostra testa…

miko somma

n.b. nell’articolo ho erroneamente citato, per la solita fretta di scrivere, gianni pittella, europarlamentare e vice-presidente del parlamento europeo, intendendo invece il fratello marcello pittella, consigliere ed assessore alla regione basilicata…mi voglia quindi scusare gianni pittella