(ANSA) – BANGKOK, 30 MAG – Per la prima volta dall’inizio del processo ai Khmer rossi, l’ex ideologo del regime Nuon Chea – uno dei due ex leader ancora alla sbarra – ha riconosciuto oggi le sue responsabilita’ per la morte di 1,7 milioni di cambogiani tra il 1975 e il 1979, in contrasto con l’atteggiamento tenuto finora.
”Come dirigente, devo assumermi la responsabilita’ nel danno causato al mio Paese”, ha detto l’ex ”fratello numero due”, esprimendo le sue scuse ai familiari delle vittime

Saloth Sar, noto come Pol Pot (Prek Sbauv, 19 maggio 1925 – Anlong Veng, 15 aprile 1998)

————————————————————————————-

…era ora per la storia, ma queste scuse non cancellano quella follia omicida, purista, ortodossa che roland joffè ha raccontato in un bel film “urla del silenzio” (the killing fields), 1984, e che, ben oltre il colore politico che essa assume, è un tratto antropologico da riconoscere già nei suoi prodromi per poter essere evitata…

follia che si percepisce ancora oggi qui e lì da alcune dichiarazioni tranchant tra bene e male sulle quali occorrerebbe riflettere molto prima di aderirvi od anche soltanto assecondarle…