i “ma” ed un progetto che deve includere

bene, allora abbiamo la data delle elezioni, naturalmente da confermarsi ufficialmente, visto che se per il prefetto quella è la data, occorre che la cosa vada confermata dal ministro dell’interno e quindi dal consiglio dei ministri, ma ovviamente possiamo considerare le date del 17 e 18 novembre come ormai sicure, anzi da molti punti di vista annunciate ormai da tempo…

un punto forse centrale per ogni possibilità di cambiamento fattivo nella nostra regione forse per la prima volta si palesa dunque in una possibilità concreta e non solo in una speranza, ma ci sono dei “ma”…

ed il primo e più evidente di questi “ma” risiede nella ormai solita capacità dei lucani “dissenzienti” di lasciarsi dividere dai soliti giochetti di potere del “divide et impera”, quindi una attività di potere mai molto evidente e che consiste nel solleticare divisioni pretestuose e molto spesso personalistiche, fondate sugli immancabili, e forse anche necessari nel contesto specifico della nostra regione, ego che animano in genere la scena politica e movimentista lucana in un gioco al primeggiare narcisista piuttosto che al lavorare per tutti anche quando sembri che si lavori per se stessi ( e di fatti questa seconda via è quella che seguo da tanto tempo)…

e lo si fa in genere, dividere, facendo cortocircuitare sapientemente e con certa abilità, in quegli ambiti locali che sono l’essenza stessa del vivere in questa regione (vogliamo dimenticare quanto “u pais” e le sue commistioni siano importanti?) le “differenze” tra le sensibilità differenti ( e magari anche quelle sacrosante aspirazioni che andrebbero per tempo palesate  per evitare  ritrosie ipocrite e fraintendimenti) dei soggetti attivi in qualche modo sulla scena regionale, soggetti attivi che molto spesso non hanno ancora sviluppato bastevoli relazioni umane e funzionali che aiutino a superare sia reciproche diffidenze derivanti più spesso da non conoscenza dei “motivi” dell’altro che da reali differenti caratterizzazioni progettuali e politiche, sia da atteggiamenti di appartenenza a qualcosa (formazioni politiche o comunque ordini di idee) che  nulla hanno poi a che vedere con la realtà locale e gli ambiti legislativi e quindi politici nei quali ci è consentito agire…

accade così che qualche “amico” (che quasi sempre ha forme di relazioni articolate e di prossimità con qualche potere locale succedaneo di poteri più ampi territorialmente) in occasione di elezioni e possibilità aggregative dica magari “e che, ti vuoi far comandare da quello?” per scatenare nei soggetti più attivi di un gruppo o movimento (impropriamente li definisco “i decisori”), in genere coloro che essendo i più attivi ed esposti sono identificati (e spesso si auto-identificano in modo naturale) come il nucleo vitale e decisorio dell’attività stessa di un gruppo, per scatenare meccanismi protettivi della priopria identità che nei fatti inibiscono lo stabilirsi di relazioni politicamente utili o ne pregiudicano quelle basi di “onestà nell’approccio” e “sicurezza nell’altro” che sono poi il fondamento stesso sul quale una relazione politica transitoria diviene poi un progetto comune sul quale lavorare insieme…

in genere finora ha sempre funzionato così e sempre in questo modo si è riusciti ad impedire che germinasse sia qualsiasi idea e pratica comune che dal locale traslasse al generale della regione, sia che dall’istanza ideale “astratta” (ed ovviamente diversa una dall’altra) si passasse alla concretezza dello stabilire “qui e adesso” come unire gli sforzi non per cambiare il mondo, ma per cambiare la nostra terra…

ecco, dovremmo diventare tutti più bravi, il sottoscritto compreso, una volta riconosciuta l’esigenza di un fare comune, seppur nelle debite differenze, che deve tenerci insieme a prescindere dalle differenze stesse e dalle epidermie politiche e personali che possono non necessariamente attrarsi, a disinnescare questi artifici che probabilmente sono già in moto ad impedire che ci riconosca tutti in una esigenza, quella di fare in modo che a questa regione sia assicurata una gestione politica più attenta, più onesta, più rivolta al bene comune che agli interessi di qualche fazione, che esista in sintesi un progetto per il futuro che cominci già dall’oggi e sul quale si pratichi, come dico da qualche tempo una unità sul progetto, e non sia più consegnato alle speranze di quei domani che suonano come paradisi per credenti politici illusi e nei quali è sin troppo facile rimanere sempre testardamente sulle proprie opinioni, finendo per coltivare i soliti orticelli che producono pochi frutti…

ma il secondo dei “ma” (ed altri ancora ve ne sono, ma avremo modo di scriverne e parlarne) è in quelle forme di “distrazione di massa” che, al netto da ciò che ciascuno di noi può pensare, possono indurre tanti (come d’altronde recentemente hanno indotto tanti) a ritenere che alcuni “movimenti di successo” possano essere una soluzione di rottura in grado almeno di cambiare gli equilibri storicizzati, se non di cambiare la storia politica regionale, e che ci si possa accontentare di questo in mancanza di meglio, rompere quindi per non avere più quelle catene di comando che finora hanno distrutto una regione nella mancanza di qualsiasi progetto, ma nel mantenimento di onerose filiere di complicità…

detto ancora più chiaramente quel “ma” risiede proprio in quanti lucani appoggeranno più o meno acriticamente grillo ed il suo non-progetto (nazionale, figuriamoci locale) che si ammanta di autoreferenza escludente qualsiasi dialogo, persino quando in gioco vi è la sopravvivenza stessa della regione e vi sarebbe necessità di discutere tutti insieme di un progetto – tutti, nessuno escluso – piuttosto che richiudersi in qualche facile mantra del “tutti a casa” che non è progetto, ma vomitatoio liturgico di una rabbia che se non trova sbocco progettuale, in una regione appetita da alcuni poteri come la nostra, può aprire la strada ad avventure dai contorni poco chiari…

e voglio su questo essere ancora più chiaro, dato per scontato che finora alcune parti politiche (queste maggioranze e queste opposizioni regionali che si compenetrano) poco o nulla hanno fatto per sostenere una “indipendenza” (ed uso non casualmente questo termine) della nostra regione verso gli appetiti energetici di cui tutti dovremmo aver ormai compreso le mire, petrolizzare l’intera regione in un contesto legislativo e decisorio nazionale ormai molto favorevole a che si proceda in tal senso, indebolire la struttura politica (e quindi non i partiti che finora l’hanno rappresentata, ma l’architettura politica stessa che sorregge le istituzioni) cosa che pare ormai essere l’unico dato tattico e strategico di grillo, ci porrebbe di fronte al rischio non marginale di non avere più resistenze istituzionali di sistema fondate su una differente idea progettuale del nostro territorio (la politica forte, per intenderci) e di finire per abbandonare i territori e le loro piccole e sempre più deboli amministrazioni a quelle suadenze locali che nei fatti sono l’arma prediletta dalle compagnie, comprarsi le necessità locali per fare quello che vogliono (la politica debole)…

e quello che personalmente mi interessa e per il quale mi spenderò anche oltre quanto non mi sia finora già speso è un progetto di politica forte, di un’altra politica, un progetto ampio sul quale cominciare a costruire un’altra regione possibile, un progetto che non esclude, ma deve includere, senza pregiudizi, quanti hanno a cuore il destino di questa terra…

e cominciamo allora dal nostro programma che invitiamo tutti, ma proprio tutti, a leggere con attenzione, a valutare se vi siano in quelle pagine risposte sufficienti alla necessità di riprogettare una regione e ad essere conseguenti…il resto crediamo sia solo questione di buona volontà per uomini e donne di buona volontà, lavorare insieme!!!

miko somma