Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

 

Espettorazioni di candidati presidente

A voler commentare i terrificanti dati sull’economia lucana finiremmo per ripetere un mantra senza via d’uscita che recita dell’intreccio della crisi globale nella crisi sistemica locale e di necessità di crescita, lavoro ed infrastrutture che noiosamente prorompono dalle decotte analisi che organismi pur deputati ad osservazioni non banali dell’evoluzione socio-economica letteralmente “vomitano” sui lettori, senza che tuttavia alcuno dica con chiarezza che crescita, lavoro ed infrastrutture sono tre condizioni di fatto impossibili da realizzarsi nella nostra regione se non si individuano e correggono ampie problematiche intrinsecamente legate al sistema politico lucano e preesistenti alla crisi stessa.

Crisi che era ed è di sistema, come pure dal discorso del presidente de filippo nel consiglio regionale in occasione della discussione sulle sue dimissioni si era avvertito con nettezza, una crisi che è quindi di sistema politico, attenendo al modello di “scafo e ciurma” con cui finora la regione ha navigato, ma anche di sistema economico troppo profondamente segnato da quelle indicibili, eppure note, liaison dangereusesfatte di permeazioni ed ibridazioni tra politica e “fatti” imprenditoriali che negli anni non hanno consentito, se non sporadicamente, lo sviluppo di un sano sistema imprenditoriale, e di sistema socio-culturale, perché evidenti sono le fondamenta del consenso nella perversità del “diritto-favore”.

Una crisi, quella lucana, certo accelerata dalla crisi globale che, mettendo in crisi i “fondamentali” di un sistema economico-finanziario che da oltre venti anni viene ormai ciecamente considerato ineludibile, è innegabile abbia fatto sentire i suoi effetti più devastanti proprio sulle “periferie dell’impero”, sui quei sistemi locali cioè che per via di dipendenze e subalternità economico-politiche sono meno in grado di reagire dinamicamente agli effetti della crisi, vedendo ridotto od annullato ogni pure minimo “margine operativo” di risposta alla stessa per via di scelte economiche appunto subalterne ai massimi sistemi.

Economie deboli non “fondate sul territorio” e le sue risorse materiali/immateriali, quanto piuttosto per i meschini calcoli legati all’espressione del consenso locale o magari supinamente subite per ignavia, indolenza, provinciale dipendenza da filiere politiche nazionali, o persino per quella beota ignoranza sugli effetti a medio-lungo termine che quelle scelte di subalternità avrebbero causato ai territori ed ai cittadini che quei territori abitano e vivono, piuttosto “calate sul territorio”.

Ovvio che se la più evidente di queste scelte-non scelte sia stata il petrolio, quella poca avvedutezza nel calcolo di quanto il peso di aziende multinazionali dai bilanci mostruosi in rapporto ai piccoli numeri lucani, avrebbe agito in una regione povera, finendo per condizionarne l’intero sistema socio-politico-economico, altre “scelte coloniali” erano precedute e sono seguite a quello spartiacque dell’accordo del ’98 che a suo modo ha sugellato la colonizzazione dell’economia regionale in dipendenze e mono-culture che escludevano altre e ben più radicate culture produttive presenti nel territorio e fondate sul rapporto diretto e storico tra queste, gli abitanti e le risorse endogene, nel servile plauso generale di una politica locale che ha incoraggiato il distacco dalle tradizione produttive precedenti per meri motivi legati sia al lavoro in fabbrica che alle commesse da indotto come macchina del consenso facile.

Lavoro e commesse che però è proprio nel momento della crisi che costringe al taglio di alcune attività divenute poco produttive e troppo dispendiose per le strategie di sopravvivenza delle aziende, che palesa come ogni taglio parta sempre da ciò che è più lontano dal centro delle proprie attività, quindi le periferie della propria “geografia produttiva”, portando a ripensamenti della produzione che è proprio sui nostri periferici e marginali territori che richiedono “sacrifici umani”. Ed in altre zone della regione le cose non certo sono messe meglio, nello spettro ricorrente della chiusura di impianti produttivi divenuti inutili al diminuire o cessare di aiuti pubblici sui quali pure si era fondata la loro allocazione.

Logica vorrebbe quindi che, dovendosi andare ad elezioni di qui a novembre, le forze politiche fossero impegnate più a ricercare e mettere in campo programmi economici e sociali in grado di contrastare gli effetti più immediati di un declino economico divenuto subito anche sociale, in scenari programmatici innestati su una “visione” della nostra regione come motore di uno sviluppo altro, che espettorare ogni giorno candidature offensive alla ragione storica, all’intelligenza comune e senza alcun radicamento in una società lucana oggi delusa, stanca, ferita e che non merita più questo spettacolo indecoroso.

E se occorre rimarginare la ferita che in qualche modo la politica lucana ha inflitto ai suoi cittadini non si candidano “trombati”, uomini per ogni stagione o da mezza stagione, grandi boiardi e prestanome, giovani-vecchi ”allevati in batteria” e materiale da bruciare, in un disdicevole toto-candidature che ha del ridicolo tanto è lontano dalle risposte che alla gente lucana si dovrebbero, a cominciare da quale progetto testimonierà colui che giocoforza dovrà sedere alla presidenza. Signori, occorre serietà.

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

 

Un pensiero su “Comunicato stampa di Comunità Lucana

  1. INTERESSANTE INIZIATIVA , LODEVOLE IMPEGNO , CHE RIPERCORRE UN SEGMENTO ANCHE DELLA MIA STORIA PASSATA…./ 20 anni fa organizzammo il mov. di / ora io sono esule all’estero …lavoro in piu’ zone dell’italia…val di susa….. salento….. Consiglio: perche’ non fai una alleanza di programma con i No Ilva di Taranto, hanno una forte presenza/anche consiglieri, come NO OIL….i cittadini liberi e pensanti di Taranto sono d’accordo ………tel. 345 7961 752 michele s.
    DOMANI ALLA FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA DI TARANTO-v.duomo ore 15(dietro il municipio,nella citta’ vecchia) , abbiamo una conferenza su tesi di laurea sulle ECO-ALTERNATIVE ALL’ILVA …VIENI COSI’ FAI UN BREVE INTERVENTO, E CI CONOSCIAMO……………………A BEN RIVEDERCI-SALUTI

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