il programma passo per passo – 5) petrolio

il programma passo per passo – parte 5) idrocarburi

in questa parte del programma affrontiamo una tematica a noi molto cara, quella degli idrocarburi, sia liquidi che gassosi, estratti, stoccati, trasportati e ad ogni titolo trasformati sul territorio lucano e che sono diventati la “maledizione” di questa regione, riprendendo le proposte elaborate prima come comitato no oil, poi come comunità lucana ed avvertendo che l’intrecciarsi di normative di carattere nazionale sulla materia e le clausole di “interesse nazionale” su alcuni dei giacimenti ad oggi entrati a regime di coltivazione rendono di fatto impossibile ogni blocco e cancellazione degli accordi intervenuti sugli stessi, come pur spesso ascoltato finora, fino a quando non intervengano “fatti politici” determinanti nella vita di questa regione e costituiti da una volontà popolare diffusa di voler disporre altrimenti del proprio territorio, non potendo disporre della titolarità della risorsa che rimane di esclusiva proprietà dello Stato:

I. In osservanza al principio politico della statuizione regionale sul blocco delle concessioni di assenso alle richieste riguardanti le nuove titolarità di ricerca di idrocarburi, impropriamente definita moratoria, ed in itinere di esame presso la Corte Costituzionale per il ricorso del Governo, approvazione immediata di una Legge Regionale di Regolazione delle Attività Minerarie che, oltre alla regolazione della materia nella sua generalità, nello specifico delle estrazioni di idrocarburi sull’intero territorio regionale ponga condizioni di blocco delle stesse nelle potestà e materie di competenza regionale, e ribadisca il blocco alla concessione dell’assenso a qualsivoglia procedura connessa, anche in rapporto ad attività ad oggi regolate da accordi, fino a quando non siano soddisfatte sia in sede regionale, sia in sede di trattativa con lo Stato tutte le condizioni ai punti seguenti. (*ovviamente vista la sentenza di incostituzionalità proprio della moratoria, così come concepita, il punto specifico deve intendersi solo nella sua valenza politica)

legge regionale di regolazione delle attività minerarie che, nell’intrecciarsi di altre normazioni regionali ad oggi assenti e determinanti quali l’approvazione di una legge sul paesaggio, sulla tutela delle acque sorgive, sotterranee e fluenti, dei patrimoni ambientali, della tutela della salute umana ed animale dagli impatti da attività antropiche, ha il compito di regolare interamente la materia mineraria nella nostra regione, nelle more della legislazione prevalente nazionale rispetto alle potestà legislative concorrenti concesse alle regioni ex riforma del titolo V della costituzione, ed i cui principi di applicazione sono meglio chiariti ai punti seguenti, sottolineando che tale legge pur avendo come punto di impatto l’estrazione di idrocarburi, ha effetti di regolazione per ogni altra tipologia di attività mineraria, ivi compresa l’estrazione di inerti

II. Sistema di monitoraggio pubblico, pluri-giornaliero e partecipato da associazioni e comitati degli inquinanti delle estrazioni presso i singoli pozzi e delle lavorazioni presso il centro olii di Viggiano, di Pisticci e presso il costruendo centro di Tempa Rossa, nell’effettiva partenza dell’osservatorio ambientale e nella sua più ampia partecipazione pubblica aperta ad ogni soggetto interessato e che possa dimostrare continuità nelle attività di osservazione.

partiamo allora proprio dalle estrazioni di idrocarburi e dalla necessità che venga istituito un valido sistema di monitoraggio a rilevazioni continue, sia nei luoghi di estrazione, i pozzi, finora mai controllati nello specifico, per le produzioni ed emissione di gas, liquidi e fluidi, sia nei plessi industriali ove si effettuano trasformazioni degli idrocarburi, e che tale sistema sia partecipato dai soggetti interessati, coincidenti o meno con i soggetti di cui alla consulta regionale ambiente (vedi parte II) ambiente), nell’effettiva partenza operativa dell’osservatorio ambientale

III. Indagine epidemiologica sui danni delle estrazioni e del trattamento del greggio e del gas, sulla salute delle popolazioni, ed indagine conoscitiva sui danni all’ambiente (flora e fauna), all’economia (agricola e non) ed alle vocazioni originarie dei territori.

indagine epidemiologica condotta da soggetti indipendenti secondo metodi di rilevazione sanitaria statistica, generale e puntuale sul campo, con rilevanza sanitaria, ambientale, economica e storica

IV. Richiesta di ridiscussione del cosiddetto Memorandum e cancellazione di ogni istanza di ricerca, di coltivazione e di stoccaggio, nonché di ogni istanza o permesso di ricerca di idrocarburi sull’intero territorio regionale, eccezion fatta per i permessi già contrattualizzati ed in ogni caso da ri-contrattualizzare in sede nazionale sulla base dei seguenti punti.

punto che appare chiaro nella ridiscussione in sede di confronto stato-regione degli accordi già stabiliti nel memorandum, e che arrivi a definire un blocco e cancellazione di ogni istanza di ricerca o permesso di ricerca, così come delle concessioni a data attuale non contrattualizzate ed in ogni caso da ricontrattare sia con le singole compagnie, che con lo stato attraverso novazione della legislazione in grado di modificare l’attuale ordinamento della materia, con particolare riferimento a punti elencati di seguito

V. Sistema di conteggio pubblico e partecipabile delle quantità di estratto, con la creazione di un ufficio regionale presso i centri olii in cooperazione con l’Intendenza di Finanza regionale.

occorre chiarire che a legislazione, regolamentazione e prassi attuale il sistema di controllo dell’estratto, pur nelle potestà di controllo dell’UNMIG, non sembra essere mai stato direttamente controllato da funzionari dello stesso ufficio ed affidato alle sole rilevazioni e comunicazioni delle società di estrazione, necessitando così il sistema di un ingresso diretto dell’ente regione attraverso specifico ufficio che esegua in proprio verifica reale delle quantità nella collaborazione con l’intendenza di finanza regionale al fine di assicurare validazione degli stessi sia ai fini della quota royalties spettante alla regione, sia della quota di tassazione spettante allo stato

VI. Concertazione dell’estraibile futuro sulla base di parametri di sostenibilità reale delle estrazioni e del trattamento, stoccaggio, trasporto degli idrocarburi, sia liquidi che gassosi ed al trattamento, trasporto, stoccaggio di ogni frazione di scarto di lavorazione e/o residuo.

appare chiara l’esigenza di una concertazione sulle quantità di idrocarburi estraibili che vada oltre le possibilità industriali per addivenire ad un criterio di sostenibilità delle stesse e dei processi a queste legati ai parametri di salvaguardia, tutela continua e programmazione

VII. Aumento delle royalties al 25% minimo, in quota parte del 20% a carico delle compagnie e del 5% sulla tassazione nazionale rispetto ai volumi estratti, oltre ai ripristini ambientali ed al costo delle bonifiche a totale carico delle compagnie, e trasformazione della quota parte di royalties (3%) ad oggi alimentante il fondo per la riduzione del prezzo dei carburanti alla pompa (bonus idrocarburi) ex art. 45 l. 99/09, in un fondo esclusivo per l’acquisto di derrate alimentari locali biologico-biodinamiche rivolto ad ogni cittadino lucano, secondo quanto già elaborato da Comunità Lucana in una sua specifica proposta di modifica dello stesso.

chiariamo che le royalties sono stabilite in sede nazionale attraverso legislazione e che a data attuale queste sono dell’ordine del 10% (art. 45 legge 99/09) comprensive della costituzione del cosiddetto bonus idrocarburi che innalza le stesse dal precedente livello del 7%, stabilito dal d.l. 625/96 e sua conversione in legge, quindi non risultano modificabili localmente…allo scopo proponiamo che in sede nazionale la Regione Basilicata nelle sedi di confronto tra stato e regione ed i suoi parlamentari nella sede legislativa si rendano portavoce della necessità evidente che tale soglia venga fissata al 25% minimo, composta da un 20% a carico delle compagnie (che ad oggi sostengono oneri fiscali di varia natura che arrivano ad oltre il 55% del valore dell’estratto, così mantenendosi un ragionevole margine utile operativo) e da un 5% a carico della tassazione specifica ed accise che lo stato riceve dalle compagnie stornato direttamente sulla finanza regionale e sottratto alle limitazioni ex patto di stabilità

VIII. Blocco tecnico, adeguamento della struttura e, ove ciò fosse tecnicamente possibile, trasferimento del centro olii di viggiano in posizione ritenuta più idonea sulla base dei punti precedenti.

IX. Predisposizione immediata di un reale piano di sicurezza esterna degli impianti in questione con messa a disposizione dei cittadini dello stesso e puntuale analisi del rischio nella definizione di uno specifico Piano di Emergenza gestito dalla Protezione Civile, dai Comuni ed Enti Territoriali interessati.

necessitando impianti della tipologia specifica di piani di sicurezza esterna, nelle more della conoscibilità del piano ad oggi esistente che non risulta a conoscenza delle popolazioni (in ciò costituendosi inficio all’esistenza stessa del piano cui è fatto legislativamente obbligo venga portato appunto a conoscenza delle stesse), redazione immediata di un piano coordinato tra gli enti territoriali e la protezione civile nazionale e regionale, nei dettagli dei comportamenti da assumere, dei luoghi di raduno e di ospitalità, nei mezzi e vie di fuga, nella distribuzione di idonee protezioni e tutto ciò che necessita perché tale piano sia pienamente efficiente nell’intreccio ad ogni altro piano di protezione civile esistente (catastrofi naturali)

X. Blocco immediato del centro olii di Tempa Rossa e sua ri-progettazione.

blocco che ad autorizzazioni già concesse, impone la richiesta di ulteriori vincoli e prescrizioni in virtù di quanto stabilito alla parte II) ambiente

XI. Azioni legali volte alla determinazione ed al risarcimento del danno storico biologico, sanitario, economico-vocazionale derivante da tutte le attività estrattive e di ricerca di idrocarburi sul territorio regionale e richiesta risarcimenti per danni biologici e pretium doloris per la popolazione lucana da devolversi unicamente su un fondo regionale per le bonifiche ambientali.

Punto chiaro nell’intreccio con quanto già descritto al punto III) e che sulle risultanze di quanto previsto possa dar luogo ad ogni azione legale volta al risarcimento dei danni subiti

XII. Utilizzo del gas metano di quota regionale derivante da accordi (Tempa Rossa) o da ricontrattazione di accordi (Val d’Agri) che ne attribuiscano potestà alla Regione per alimentare un sistema di distribuzione dello stesso in pompe carburanti appositamente predisposte nel territorio regionale che forniscano ai soli residenti lucani un prezzo del carburante gas metano calmierato.

il punto appare chiaro e destinato a creare un’attività di ritorno ciclico sul territorio (risparmi sul prezzo di un carburante già disponibile a prezzi inferiori), un’attività economica di comparto legata alla modifica dei motori degli autoveicoli ed alla distribuzione del carburante, ed una attività di tutela ambientale diretta nella decisa bassa emissività dell’uso del metano per trazione moto-meccanica…vogliamo sottolineare che, se i punti tendono alla messa a regime di un evento, le estrazioni di idrocarburi, che finora si è nutrito di zone grigie in maggior parte derivanti dalle ambiguità della regione basilicata, la nostra contrarietà alle stesse rimane totale