alcune considerazioni

la situazione è di una inaudita gravità ed in pericolo c’è la salute, l’economia, la democrazia residua in questa regione…le richieste di nuove esplorazioni petrolifere proseguono a macchia di leopardo ovunque, coinvolgendo in difficili scelte piccole amministrazioni comunali non in grado, per mancanza di un supporto tecnico-scientifico adeguato – e non vediamo come possa esistere in piccoli comuni dai bilanci minimi –  alla vastità dei problemi posti dalle richieste delle compagnie

ovvio che le amministrazioni non possano (in qualche caso non vogliano) argomentare nulla che non sia uno scontato silenzio-assenso trascorsi i 60 giorni come da legge, ed in casi simili ci chiediamo se in regione ne sappiano qualcosa di queste richieste e se almeno in sede di valutazione di impatto ambientale (visto il d.l. 1441 ter che le espropria delle competenze in materia preventiva) possano fare qualcosa che non sia quello scontato “si” che da dieci anni tutti gli assessori all’ambiente, tutte le giunte, tutti gli uffici competenti concedono ad occhi chiusi alle compagnie…tutti miopi, tutti collusi, tutti ignoranti?…a ciascuno la sua valutazione

occorre che alla regione basilicata si prenda finalmente coscienza di un grave problema, quello dell’invadenza sempre più masssiccia e totalizzante delle compagnie, un problema che, se a guidare l’affare petrolio in lucania fosse stata la ragione e non la bramosia di danaro e potere, sarebbe stato più che prevedibile anche 10 anni fa, viste quelle attitudini generali ad “allargarsi” delle compagnie, attitudini che sembrano essere connaturali alla stessa intrapresa di estrarre idrocarburi…e come giudicare altrimenti l’operato che in tutto il mondo le compagnie tengono di fronte ai territori ed alle loro esigenze se ovunque la sete di petrolio precede ogni altra considerazione?

ma se il governo italiano (ogni governo dal dopoguerra ad oggi) continua a giudicare come strategico l’operato di queste compagnie, che di nazionale nel caso dell’eni hanno ben poco oltre ad una golden share che non ipoteca nulla di nulla, di fatto non attribuisce forse ad alcuni enti privati una ibrida funzione pubblica, il soddisfacimento cioè dei bisogni energetici, che pur un compito prioritario della funzione di governo dovrebbe essere?

ciò vale a dire che le compagnie attraverso le attività di lobbying inficiano qualsiasi programmazione o politica energetica che pur volesse superare o provare a farlo la dipendenza del paese dal greggio, ed  è legittimo a questo punto chiedersi quanto gli strumenti pubblici di controllo generale dell’operato nel settore delle estrazioni degli idrocarburi (unmig, cipe e ministero dello sviluppo economico) siano “infiltrati” dalle compagnie e dalla tutela dei propri interessi in danno dell’interesse collettivo

infiltrazioni che se operano a livello internazionale e nazionale non mancano certo di radicamenti locali in questa regione che da sola concorre quasi al 10% del fabbisogno italiano…tali infiltrazioni non si rivolgono solo alla politica che ha funzione di garanzia rispetto al sistema di assenso-silenzio che deve vigere assoluto, ma sembrano dirigersi anche verso alcuni oscuri funzionari dalle mansioni assai strategiche e dalle posizioni molto defilate, personaggi che in ultima analisi sono quelli che mettono (o fanno mettere) le firme in calce alle valutazioni ed agli atti di assenso che consentono la sistematica messa a saccheggio di una regione

io dico che è arrivata l’ora di far pulizia a via anzio e dintorni ed è anche per questo che dobbiamo vincere