Comunicato stampa

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La nuova giunta “tecnica” che rompe gli equilibri

Le scelte del presidente Pittella sono state fatte, nel pieno delle prerogative che la legge gli attribuisce, e così sarà una squadra “tecnica” a governare la regione. Personalità dal profilo professionale certo in qualche modo indiscutibile, ma di cui è lecito, fuori da ogni vulgata, prima di tutto chiedersi, con la sola eccezione di Michele Ottati, originario di Satriano di Lucania, quanto essi conoscano questa regione e le sue peculiarità poco declinabili nella modellizzazione dei problemi di un territorio, e molto invece da conoscere puntualmente ed in prima persona perché se ne comprenda appieno una caratura che non prescinde anche dalla cultura locale in cui esse si declinano, divenendo così problemi od opportunità.

Ciò vale a dire che se nel merito della scelta la non conoscenza della regione è problema superabile, se la guida di una giunta rimane salda ed il personale intermedio (e che immagino gli assessori non conoscano) riesce a fare del suo meglio per fornire una visione precisa dello stato amministrativo delle cose e dello stato reale di luoghi, persone e problemi, la non conoscenza di equilibri che sono radicati nella cultura di un popolo potrebbero essere motivo scatenante di dissidi ed incomprensioni.

Dissidi ed incomprensioni che, a mio modesto avviso, prima che dall’approccio materiale ai problemi e alla ricerca di soluzioni agli stessi che gli assessori dovranno affrontare, cominceranno sin dalla prima riunione del Consiglio Regionale e riguarderanno esistenza, composizione, tenuta di una maggioranza reale a sostegno di questa giunta che il non rispetto degli equilibri correntizi del PD e delle relative richieste di postazioni causerà.

Beninteso quegli equilibri e quelle pretese da tempo immemore affondano nell’autoreferenza di numeri di consenso elettorale a sostegno, autoreferenza nella quale spesso si sono consumati quegli eccessi di mediocrità, ignoranza ed a volte totale cecità programmatica che hanno pure causato danni enormi a questa terra e che, malgrado un Consiglio Regionale rinnovato completamente da parte del PD e di un centrosinistra spesso camaleontico, rischiavano di tornare – bene, quegli equilibri non rispettati pur facevano parte di un assetto di tenuta politica che oggi viene messo in crisi da una decisione divisiva e che potrebbe portare sino dalle prime battute alla ricerca di una maggioranza non corrispondente a ciò che è venuto fuori dalle urne.

Quale allora sarebbe il destino della “rivoluzione democratica” con cui il presidente ha vinto le primarie e poi le elezioni, se a sorreggerlo dovessero essere inedite maggioranze formatesi in corso d’opera con innesti non appartenenti al centrosinistra?

In soldoni, essendo la maggioranza nominale ad oggi esistente composta dai 5 eletti nella lista PD (Lacorazza, Santariero, Cifarelli, Castelgrande e Spada, listino) e 5 i pittelliani (oltre lo stesso Pittella, Polese, Robortella, Bradascio e Giuzio, listino), più 3 consiglieri eletti nei partiti minori (Pietrantuono, Galante e Benedetto), la “spaccatura” della maggioranza in seguito alla nomina di una giunta non gradita eventualmente al PD, porterebbe il presidente a dover cercare numeri tra i rimanenti consiglieri e sperare di “spaccare” pezzi del PD, attirandoli a sé o ancora – paradosso – tentare di compensare di sottogoverno i delusi dalla sua scelta esterna. Fantapolitica, forse, ma i calcoli non farebbero certo del male ad un centrosinistra da oggi alla prova dei fatti e della forza.

Ma quali che siano gli esiti, se ricomponibili in un programma convincente che superi le aspettative di postazioni amministrative svanite nell’attribuzione delle stesse a tecnici o destinati ad implodere in una crisi inedita per questa regione, personalmente mi rimane il dubbio che in sintesi è riassumibile in una domanda, “cui prodest” spaccare ora e così drammaticamente un quadro culturale, certo da superare, ma che sarebbe forse stato meglio in corso d’opera? Personalmente è da tanto tempo che ne scrivo.

Miko Somma