le ragioni dell’odio…

abbiamo avuto tutti modo di vedere e poter commentare quanto accaduto in questi giorni alla camera ad opera delle “truppe ordaliche” grilline, una guerriglia indecente per la veemenza dei toni e dei modi e per molti versi ormai dichiaratamente anti-parlamentare, guerriglia che lungi dall’essersi consumata solo nell’aula, luogo di un dibattito, che necessariamente deve poter essere anche acceso, e che ad onor del vero anche in altri periodi storici ha conosciuto alcuni momenti davvero poco edificanti (pensate soltanto al cappio fatto sventolare da un leghista qualche anno fa e si potrebbe continuare a lungo con queste “esternazioni”), ma che questa volta ha invaso, bloccandoli, luoghi di dialogo e di lavoro comune quali le commissioni, fino ad arrivare alle irruzioni in conferenze stampa altrui a “rubare” spazi mediatici ed anche alle offese di tipo sessiste a parlamentari di altri partiti…una vera e propria guerra per gli standard parlamentari… 

ma è davvero iniziato tutto da quella frase davvero “infame” del deputato sorial che definisce napolitano un “boia”, un appellativo questo che appartiene ad una cultura che speravamo esserci lasciati alle spalle (pensate solo ai famosi “boia chi molla” di reggio calabria), e che viene denunciato da una parlamentare pd, è nato forse da quella opposizione ostruzionistica ad un decreto che il governo bene avrebbe fatto a scindere sia nella forma, tenendo ben separate le due materie imu e bankitalia, sia nella sostanza, magari chiarendo meglio e limitando quello che più o meno strumentalmente è stato definito “regalo” alle banche, decreto sulla cui discussione in aula cala quella inopportuna “tagliola” che ha scatenato la rissa o non sono invece questi ultimi epifenomeni di un bubbone già prossimo allo scoppio?…

ora è chiaro che ben al di là di un vocabolario viscerale già uso alla propaganda grillina e che si arricchisce ancora di epiteti, divenendo esso stesso un paradigma di quell’essere grillini che comincia a svelarsi per ciò che è, siamo di fronte ad un uso di forme politiche e del linguaggio che trascende gli obiettivi contingenti del fare opposizione ad un provvedimento e che ne “usa” la ribalta mediatica conseguente per parlare quasi disperatamente ad una “pancia oscura” del paese e ritrovare quella visibilità che la quotidiana pratica parlamentare rischia di annebbiare e far percepire meno proprio a quella viscere a cui il movimento ormai si rivolge come al proprio “soggetto sociale”, avendo probabilmente perso ogni aggancio con le motivazioni originali dello stesso movimento…

ci si nega alla politica, quindi al dialogo inevitabile con le altre forze politiche che forse sui contenuti svelerebbe ai più l’inconsistenza programmatica del movimento grillino, e non potendo e forse volendo costruire sui reali contenuti, si usa l’incapacità al dialogo come indisponibilità alla mediazione, trasformando questa stessa indisponibilità nell’unico contenuto percepibile, semmai indicando negli “altri” la causa del proprio evidente “poco fare” che così sarebbe attribuibile ad un “complotto” ordito, come pare di percepire nei toni usati, proprio dal pd che così diviene oggetto di attacchi disperatamente alla ricerca di telecamere e cronisti… 

ma il dato è solo tecnico, cioè si attacca il pd e i suoi parlamentari offesi anche personalmente, perché questo è strumentale alle prossime elezioni europee (chissà, forse anche alle nuove elezioni politiche), quindi si fa ancora “cassa mediatica” o sotto questa ondata di rabbia c’è altro?…beh, vediamo di capirne qualcosa…

data come acquisita alla conoscenza dei lettori la mia opinione in merito ad un movimento che definisco senza mezzi termini nazi-fascistico, forse è il caso che ritorni a spiegare meglio l’uso di questa categoria piuttosto che la forma di “fascista” che in  questi giorni è divenuta comune nel giudicare il 5 stelle e che a mio avviso è una sin troppo facile e comoda forzatura che, se aiuta a definire quanto avulso venga ormai sentito alla democrazia l’agire di costoro, non misura affatto la profondità del fenomeno…

questo movimento, nato inizialmente forse nell’alveo di quella sinistra socio-culturale diffusa, delusa e senza paternità morale od intellettuale riconoscibile nei partiti esistenti nella nostra scena politica (anzi la stessa forma partito diviene totem di corruzione nella mitologia grillina), è sin dall’inizio smaccatamente a-ideologico, ma ricco di indicazioni socio-programmatiche che in qualche modo postulano la costruzione di un uomo nuovo, di un cittadino nuovo, ricalcando ciò che già de felice indicava come una delle basi teoriche della costruzione propagandistica fascista all’indomani della prima guerra mondiale, di fronte alle macerie sociali ed economiche di un paese provato duramente dal conflitto…fascistico in questo senso sarebbe l’utilizzo della categoria del nuovo in un contesto storico certo differente, ma nel valore assoluto, “provato” socialmente ed economicamente dalla crisi esattamente come lo fu dopo il primo conflitto…

ma andiamo con ordine…il movimento pur conosciuto e via via più partecipato nell’interesse suscitato cresce però in maniera abnorme solo tra la tarda estate-inizio autunno 2012 (elezioni regionali siciliane) ed il febbraio 2013 (elezioni politiche) e non del tutto casualmente, a mio avviso, poiché all’effetto di crollo di consenso verso i partiti a cui innegabilmente si era giunti con l’avvento del governo tecnico che “macellava” il paese e con l’avvallo parlamentare degli stessi partiti a quel governo, crollo di cui beneficia appunto chi si fa portatore di inconosciuti ed indimostrabili (quindi indiscutibili) programmi politici e finanziari, si aggiunge un accorto e ben studiato fenomeno di “negazione” ai media che diviene presto il veicolo di attrazione maggiore che il movimento esercita soprattutto sui settori più popolari della popolazione…attenzione, qui c’è un primo cambiamento importante nella strategia del movimento

la negazione ai media diviene un assioma indimostrabile di purezza che si contrappone ad un sistema dimostratosi marcio ed esattamente come all’indomani della prima guerra mondiale è la retorica del nuovo che prende il sopravvento su ciò che si conosce e si rifiuta…cresce così una vera e propria forma liturgica incentrata sul leader che trascina, ma all’avanzare della stessa forma liturgica cambia la stessa natura del consenso che si costruisce intorno ad una dimensione comunicativa che si impernia sempre più sul mito di una purezza etica escludente ed esclusiva, assiomatica appunto, quindi dogmatica ed indimostrabile se non all’atto di fede, e sempre meno sul contenuto concreto, quindi dimostrabile razionalmente…ma è proprio in questo punto che si celebra un passaggio netto ad una forma diversa di ricerca del consenso che oltrepassa lo stesso concetto di cittadino nuovo, che era stato parte della costruzione del movimento, ed approda a concetti astratti sul popolo buono oppresso dai cattivi governanti e preda di complotti pluto-massonici consumati a suo danno attraverso la politica serva dei poteri forti…si passa ad elementi retorici che recitano una nazionalizzazione del consenso da costruire intorno al movimento che “salva” il paese dallo “straniero” malvagio e dai suoi accoliti locali…un passaggio che fu molto usato nella retorica nazista tra il ‘30 ed il ’33 e che è solo nel senso del suo valore assoluto come elemento di comunicazione e consenso che utilizzo nel termine nazi associato al termine fascistico…

ma a questo discorso socio-storico come si legano manifestazioni di odio così viscerale verso il pd ed il centrosinistra, verso le sue rappresentanze parlamentari ed amministrative, ed a tratti anche verso l’elettorato, colpevole di intesa con il nemico o di stupidità per non riuscire a comprendere la “natura rivoluzionaria” del movimento?…

è chiaro che oltre il mito e l’auto-assunzione di una patente etica escludente gli altri, quasi ci trovassimo di fronte ad eroi stoici (altro elemento di netta retorica nazi-fascistica) a cui viene quasi promesso, in cambio del sacrificio supremo del combattere il ”nemico del popolo” (pd-pdl) in un luogo di corruzione escatologico-dantesco (il parlamento), il valhalla purificato di un paese finalmente liberato dai demoni, mito ed ascesi etica che naturalmente creano nemici da dover odiare, creano naturalmente proprio in quell’odio la malta cementizia di porzioni così eterogenee della società da non potersi tenere insieme se non a quel minimissimo comun denominatore che diviene appunto l’odio, odio viscerale in quanto acritico, e che va indagato a partire certo dal disagio sociale ed economico nel quale l’odio stesso cresce come risposta, ma per risalire ad un disagio più antico e strutturato che trova molte delle sue “ragioni” nelle stesse trasformazioni che hanno visto uno dei “nemici”, il pd, protagonista negli ultimi anni…

ma sono tante e non tutte peregrine le ragioni sia dell’odio scatenato verso il pd nelle aule parlamentari  e forse capiremmo di più il grillismo se comprendessimo meglio l’ostilità di fasce abbastanza ampie della popolazione proprio nei confronti del pd e delle sue classi dirigenti, ostilità che il grillismo pare oggi voler utilizzare come richiamo ultimo per una sopravvivenza che è sentita evidentemente minacciata dalla possibilità di una legge elettorale che lo escluda dai numeri di rappresentanza con cui oggi blocca di fatto l’intero parlamento…

suppongo infatti che il pd sia sentito da tanti cittadini, sia questo il sotto-prodotto di una cultura volata sulle ali di suggestioni fantasiose e teoremi indimostrabili che hanno utilizzato con certa liturgia sapiente la creduloneria funzionalmente analfabeta che alberga spesso nella rete, o una reazione anti-sistema verso un partito che è parso auto-rappresentarsi pienamente come partito di burocrati a difesa di un sistema identificato come il cerbero “equitalia, tasse e debito pubblico”, come una entità statuale lontana, astratta e forse funzionale ad un sistema sentito come profondamente ingiusto…

volendo sintetizzare, se da parte di tanti lo stato pare rappresenti più la vessazione fiscale ed il guardiano degli interessi finanziari, il pd che sostanzialmente è immaginato come partito-stato, tanto intimamente pervaso e pervadente lo stato stesso da identificarsi pienamente con esso e con le sue strutture, la relazione di odio verso lo stato di vasti strati sociali, si scarica così sul partito-nemico sulla cui ossatura regge l’architrave stessa del sistema…ed su questa forma di odio che punta, a mio avviso, oggi la tattica dei grillini…

ragioni non del tutto peregrine animano quegli odii, perché sia nella fase precedente alla fusione a freddo tentata dal piccolo chimico veltroni, sia in quella seguente, gli errori storici e culturali del centro-sinistra sono stati molteplici e gravissimi, e a cominciare già dai primi anni novanta, quando con leggerezza ed amore provincialotto si sono cominciate a prendere tanto per buone quelle idee liberiste e globalizzanti che in europa trasudava tony blair, da finire per credere alla bufala che il mercato avrebbe corretto da solo i suoi squilibri e che privatizzare ed esternalizzare in economia, al grido di meno stato più mercato, sarebbe stata la piattaforma di lancio del paese nell’economia dei grandi capitali che correvano all’impazzata per il mondo, accumulando già spazzatura tossico-finanziaria sotto i tappeti altru …

ed è innegabile che cialtroneria ed interessi privati hanno trasformato quelle privatizzazioni in spezzatini porzionati su misura per gli amici degli amici, continuando poi un’occupazione di postazioni del tutto fuori controllo… e se spesso attribuiamo a berluskoni ed ai suoi governi macchiettistici-truffaldini la cause del disastro del paese, val la pena ricordare che a governare il paese in alcune delle sue trasformazioni più disastrose dalla metà degli anni ’90 sino al nuovo millennio, sono stati i governi del centrosinistra, avendo dato il colpo di grazia al paese i quasi 10 anni di “puttane, nani e ballerine” che non hanno mai visto l’opposizione dura che i cittadini pur si sarebbero aspettati da un centro-sinistra percepito invece come inciucista…

un elettorato che non sentendosi rappresentato da parlamentari eletti in liste bloccate contigue ai potentati politico-finanziari che si esprimevano in partiti che avevano smarrito la ragioni di rappresentare soggetti sociali ed essere il veicolo di spinte propulsive, via via si è allontanato, e non è casuale che a contare i numeri elettorali dei grillini si veda chiaramente la diaspora di voti da una sinistra che non rappresentava più giustizia sociale ed economica sostanziale, preferendo la declamazione di principi a ”spiegare” un mondo dell’economia che già declinava assetti sociali di nuove schiavitù…

ecco, le ragioni di quell’odio non sono solo quelle di pezzi di società che a volte si definiscono dei “nuovi paria” in cerca dello spartaco di turno, dei destrorsi più situazionisti che intravedono nuovi e possibili strumenti per la cattura del consenso, degli a-razionalisti nella cultura del villaggio globale che ha prodotto suo malgrado neo-tribalizzazioni e sciamanesimi controllabili dai furbi che si erigono a sacerdoti di nuovi culti pagani, dei rabbiosi “a prescindere”, dei quasi-analfabeti che hanno lauree, dei giovani che non possono invecchiare, dei cassintegrati a zero ore, degli esodati, dei licenziati, dei mobilitati e di tutta la platea della doleance che ogni programma à la page ospita per un pezzo di share da offrire al dio mercato dello spot…

quell’odio viene anche da chi, negli anni, s’è sentito tradito dalla sinistra divenuta troppo simile alla destra per potersi leggere una differenza sostanziale…ed è forse l’odio che fa più male, quello di chi si è sentito tradito dalla sinistra…ed a forse a loro che il pd oggi deve guardare!!!

miko somma