anche i miti rischiano di essere a volte illeciti…

(ANSA) – MONTALCINO (SIENA), 14 FEB – Maxi-sequestro di vino Brunello in una nota azienda di Montalcino (Siena). Ad eseguirlo il corpo forestale dello Stato e i carabinieri del Nas che hanno sequestrato 445 ettolitri di vino sfuso prodotto in uno stabilimento enologico a Castelnuovo dell’Abate, sempre nel Senese, privo di riconoscimenti igienico sanitari. Due persone denunciate. “E’ un fulmine a ciel sereno ma l’illecito è amministrativo e non riferibile in alcun modo al vino”, dice il Consorzio del Brunello.

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non sono precisamente belle notizie queste, certo anche peggiori del pugnalamento di renzi…

ora che qualcuno produca brunello di montalcino in maniera illecita e fuori dal consorzio (vogliamo sperare), vista la sua alta redditività potevamo anche aspettarcelo (e dove si produce in maniera illecita volete che siano rispettate le norme o i permessi igienico-sanitari?), ma quello che rischia di divenire una vera e propria mazzata per questo vino è il fatto che appaiono logiche due conseguenze…o il vino finiva comunque nel circuito del consorzio e la cosa è grave, gravissima, per l’intera filiera o il vino viaggiava per un circuito parallelo e la cosa è forse ancora più grave, perché se nel primo caso viene tirato in ballo una delle garanzie di un prodotto di punta del made in italy, quale il brunello, nelle sue più intime qualità, quella di garantire l’esatta tracciabilità di ogni singola goccia che finisce nelle bottiglie a marchio, nel secondo si prospetta l’ipotesi di un plagio che avviene nella connivenza di qualche produttore…

credo che occorra in entrambi i casi che lo stato in prima persona si faccia promotore di ogni azione volta a fare chiarezza e nel caso a costituirsi parte civile per ogni ipotesi di reato od illecito che scaturisca da una faccenda oscura che mina non poco il made in italy che se per il paese è una strada maestra, occorre che venga tutelato fermamente contro il malaffare!!!

così non guasterebbe che su tutti i vini, compresi i nostri lucani, si faccia maggiore chiarezza sui circuiti di produzione e vendita per tutelare prodotti irripetibili che sono a buon ragione l’immagine e la sostanza stessa del paese!!!