frutto del caso o di strategia?

premettiamo subito una cosa…pur non condividendo il pd stesso e la sua genesi omicida a vocazione maggioritaria di ogni significativo punto politico a sinistra, sono entrato nel pd in seguito ad un preciso ragionamento che non perdo occasione di ribadire sia su queste pagine, sia in pubblico e durante riunioni ed eventi dello stesso pd, e nel pd resterò, almeno fin quando non emergano tendenza verso quella scissione federata che auspico come momento di inizio di una nuova stagione del pensiero politico della sinistra razionale (ho escluso quindi ogni riferimento al termine estremo e/o radicale che mi appare oggi del tutto fuori luogo nel contesto e non nelle sue ragioni)…ma questo è altro argomento e volentieri avrò modo di ritornarci…

quindi premesso che la battaglia voglio continuarla nel pd e così nello suo “stato in esistenza” attuale, qualche ordine di ragionamento occorre pur farlo, quanto meno a completamento di alcune mie asserzioni molto negative su quanto sta accadendo oggi nel paese, a partire da quella che continuo a definire e valutare come una “congiura” e che, con buona pace di ogni paradosso, porta al governo del paese un signor quasi-nessuno, senza alcuna esperienza in sede di governo nazionale e di relazioni internazionali e soprattutto senza alcun programma che sia conosciuto o conoscibile al di fuori della sua più stretta cerchia di collaboratori…

ed in un certo senso la storia si ripete come nel ’94, quando un signor “cavaliere” (certo non un signor quasi-nessuno!) senza alcuna esperienza politica diretta, ma estremamente facoltoso ed in grado di innescare potenti suggestioni nella credulità quasi infantile di un paese allo sbando politico ed emotivo dopo tangentopoli, spariglia e scompiglia tutto, vincendo le elezioni ed imponendo una visione, la sua personale visione del paese-azienda mutuata da quella che era stata la proposizione proto-golpista di un famoso e purtroppo presto fatto dimenticare, “piano di rinascita nazionale”…

sappiamo quasi tutti come è andata a finire e pur sapendo che razionalmente la storia non si ripete mai, tuttavia ci lascia attoniti una frase di k. marx che recita “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”, una frase che prenderemo a punto di partenza di una ipotesi che forse troppo ipotesi non è…e se la storia si stesse ripetendo e dopo quel  cavaliere qualcuno od il caso che guida i destini dei popoli confusi, ci stesse riproponendo la stessa storia come catarsi solutiva di una impasse da cui il paese non riesce a venir fuori?…

mi spiego…la genesi stessa dell’ascesa politica di un giovanotto la cui unica arma pare essere la sua sfrenata ambizione mai comprovata da reali capacità di governo che abbiano fatto trasalire per la loro particolare efficacia (pur ammettendo che sia possibile traslare d’emblée – si scrive così, per la cronaca – dal livello amministrativo locale a quello politico-legislativo nazionale una sia pur significativa esperienza, qualcuno forse saprebbe citarmi o rammentarmi quali magnifiche iperboli di buon governo costui abbia realizzato prima nella provincia e poi nella città che ha amministrato?), o è ancora una volta frutto della particolare attitudine degli italiani a credere ai “pifferai” ed agli “incantatori” ed a cedersi loro senza riserve o è frutto di una particolare e ben studiata tattica di coazione a ripetere che fissa una precisa direzione, spingere sempre più il paese in una personalizzazione spinta della politica e del governo delle cose,  in cui psicoanaliticamente si consuma una sorta di preventiva “sindrome di stoccolma” tra sequestratore e sequestrati, il cui risultato è la totale identificazione tra i loro destini per un non meglio precisato futuro radioso di ricomposizione tra il popolo ed il conducator di turno…

quindi per sintetizzare siamo un paese ormai co-stretto ad irrimediabile decadenza tra la tele-dipendenza ed il vomitatoio dei social o siamo alla teoria del popolo bambino che necessita di una guida che paternalisticamente qualcuno dispone sulla mensa come unica pietanza?…

citiamo ancora e citiamo sallutio nella sua congiura di catilina “« E non era sconvolta solo la mente di coloro che erano i complici della congiura, bensì l’intera plebe, desiderosa di cambiamenti, approvava i propositi di Catilina. Così sembrava facesse ciò secondo il suo costume abituale. Infatti in uno Stato i poveri invidiano sempre i ricchi ed esaltano i malvagi; odiano le cose antiche, desiderano vivamente le novità; a causa dell’avversione alla loro situazione aspirano a sovvertire ogni cosa; si nutrono di tafferugli e di disordini, visto che la povertà rende facilmente senza perdite. »…

ed è chiaro che nella maggioranza di quegli scarsi 3 milioni di italiani che alle primarie dell’8 dicembre hanno “incoronato” renzi, l’atteggiamento prioritario sia appunto stato quello che sallustio descriveva, la spasmodica ricerca di un nuovo qualsiasi purchè fosse nuovo e calmasse la sete di nuovismo a cui non si richiede neppure più di svelarsi, nella disperazione dell’esistente bloccato e mediocre della politica italiana, ma sic et simpliciter di dichiararsi soltanto e con forza tale (il “facce sognà”, se volete), in un vortice di disperata ipnosi collettiva in cui si preferisce la vulgata urlata di “ buttiamo via anche il bambino con l’acqua sporca” pur di cambiare, alla conoscenza del progetto, dei fini e, se è vero che la forma e anche sostanza, dei mezzi con cui trionfa un machiavellismo che già s’annunciava, ma non si è voluto o riusciti a vedere…

ma sia chiaro renzi non è berluskoni, pur somigliandogli maledettamente, e la sua ascesa non è stata quella del cavaliere, quindi se è vero che la storia non si ripete, in caso dovesse però poi somigliarsi un po’, alla tragedia di un imprenditore chiacchierato a cui gli italiani consegnano le chiavi del potere, seguirebbe la farsa del consegnarle ad un giovane di belle speranze che racconta fiabe senza finale, senza luoghi e senza personaggi e che al momento l’unica chiave di lettura che ci offre è quella di un accordo per una legge elettorale per nulla dissimile dal porcellum, con il suo alter ego, il condannato cavaliere di arcore che così ritorna al centro delle scena?…una legge elettorale che per paradosso oggi appare sempre meno prioritaria nella prospettiva di un governo di legislatura che bypassa persino l’orizzonte temporale con cui questa stessa maggioranza si era formata

ma dei programmi di renzi che pure dovrebbero ispirare il suo programma di governo del paese, qualcuno sa qualcosa o non semplicemente quelle generiche suggestioni servivano soltanto per proiettarsi al centro delle cose ed ora invece, più mestamente, il programma di governo sarà quello da mediarsi con i numeri a sostegno che sono “forse” sempre quelli?…

staremo a vedere, dunque, ma un dato sin da ora possiamo metterlo nella sua casella…nella strana italia dei nostri giorni, non servono neppure più le elezioni per diventare premier, bastano le primarie e questa strana forma di neo-censitario plebiscitarismo per ordire violentemente una proiezione verso palazzo chigi che non fa onore al senso dell’onore ed alla parola data che tutti credevamo dovesse ritornare ad essere cifra della politica per cambiarla davvero la politica, e non serve neppure più far le cose della politica dove vanno fatte, in parlamento, basta farle in streaming ed in una stanzetta tra qualche decina di fedelissimi capibastone e qualche decina di imbelli opportunisti, riducendo lo spazio delle decisioni da assise pubblica ad assise privatizzata…

rimane la domanda…frutto del caso o di strategia di potere nell’italia del tardo villaggio globale?

miko somma