o-oh!!!…

(ANSA) – ROMA, 18 FEB – L’indice Zew, che misura la fiducia degli investitori tedeschi sulla base delle aspettative sui prossimi sei mesi, precipita a sorpresa a febbraio a 55,7 punti da 61,7 di gennaio.

Il dato è di gran lunga peggiore delle stime degli analisti che puntavano su un leggerissimo calo a 61,5.

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cominciamo dal chiarire che cosa sia l’indice zew…è un indice di fiducia delle imprese, e trae il nome dal centre for european economic research  o in tedesco zentrum für europäische wirtschaftsforschung, da cui l’acronimo, ed è rilasciato con una cadenza mensile, riguardando sia le prospettive economiche dell’economia tedesca, sia quelle dell’area euro, della gran bretagna, del giappone e degli usa…a differenza di altri indici non proviene dai giudizi delle imprese ma da  sondaggi condotti presso 350 esperti…

ora questo indice è costruito come differenza fra la percentuale di ottimisti e pessimisti, risultando molto più “volatile” dell’analogo indice ifo per la stessa germania che rammento essere un indice rilasciato a cadenza mensile dall’institut für wirtschaftsforschung sulla fiducia delle imprese sempre in germania, ed è costruito sulla base di un’inchiesta condotta con 7mila imprese nei settori manifatturiero, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, a cui viene chiesto di esprimere un giudizio sulla situazione presente e su quella attesa nei prossimi sei mesi, risultando così più affidabile del primo indice…

ma oltre gli indici ed il loro valore quali-quantitativo sullo stato delle attese in economia, qui si evidenzia una tendenza dei tedeschi a vedere un po’ più nero di quanto ci si sarebbe aspettati a giudicare da altri valori quali crescita del pil, indebitamento e via discorrendo, ed a mio avviso rappresenta uno sorta di specchietto del “nuovo lavoro” creato in germania, soprattutto comprimendo i valori salariali di molte fasce anagrafiche pur di favorirne l’ingresso al lavoro…

lavori poveri che pur tenendo alti gli indici di occupazione da spendersi poi sul mercato finanziario, hanno però poco valore sull’aumento del potere di acquisto reale delle stesse fasce di età, potere di acquisto che evidentemente si riflette anche sulle aspettative del mercato interno, che rimane forse il tallone di achille dell’economia manifatturiera tedesca che esporta a più non posso, grazie ad un favorevole rapporto tra euro ed economia dei costi locali, ma che sul mercato interno comincia a dar segnali di stallo ormai sempre più evidenti…almeno in quella logica perversa che “deve” fare crescita più ideologicamente e numericamente, che come auspicabile miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, in un residuo escatologico di un liberismo idiota che ha distrutto le economia sociali di interi paesi…