la scarna fiducia…

dunque, renzi ed il suo governo ottengono la fiducia al senato (mentre scrivo è in corso la discussione alla camera, dove pare i numeri non pongano alcun problema) con 169 si, numero questo largamente inferiore ai 174 di cui si era pur parlato, ma numero che il sottoscritto in un articolo di qualche giorno fa ( www.comitatonooilpotenza.com/?p=9313) aveva bensì pronosticato in 168, andandoci di fatto troppo vicino per non avere avuto “ragione il ragionamento” che aveva condotto alla previsione stessa…

ma qui non è questione di vaticini, qui è questione di politica…e proprio la politica e la sua osservazione mi portano a dire che mai nella storia repubblicana una fiducia si era concessa sul nulla programmatico, o quantomeno su una sorta d’elencazione di principi alquanto fumosi e della cui attuazione neppure ci si da’ pena di indicare le fonti di finanziamento, se non in quella general-generica volontà di “saccheggiare” la cassa depositi e prestiti (quindi i risparmi postali degli italiani) per finanziare il pagamento dei debiti della p.a. (peraltro doveroso) ed il sostanzioso taglio del cuneo fiscale almeno al 10% e le ristrutturazioni degli edifici scolastici, indicazioni queste che a leggere alcune stime che stanno circolando e che ho anche riportato ad un post precedente, porterebbero a circa 100 miliardi il costo dell’operazione…

ma ancora non è questo il punto…certo da un discorso programmatico che chiede fiducia alle camere, chiunque si sarebbe aspettato una organica presentazione di progetti all’interno di una cornice che conteneva una “visione del mondo”, seppur questa fortemente inficiata dalla necessità di comporre un quadro di maggioranza con forze molto eterogenee, alcune delle quali senza neppure alcuna visione che non sia il galleggiamento sulla scena politica, ma la genericità e l’impoliticità degli argomenti con cui renzi più che chiesto, ha ancora una volta imposto la fiducia, è stata tale da confermarmi altre due cose, già anticipate anche queste in post precedenti, e riportate oggi anche da alcuni autorevoli commenti della stampa…

l’una, il non rivolgersi assolutamente ai senatori, ma traslare la mediaticità offerta dalla diretta per rivolgersi al “popolo”, bypassando del tutto la logica costituzionale che vuole il governo nascere nelle camere, poiché da esse trova sostegno in una maggioranza, l’altra l’eccesso di personalizzazione che renzi carica sulla sua figura, in ciò mostrando una estrema ambizione a sentirsi l’unto dal signore e ricalcando la stessa scena che da troppi anni ci ripresenta il teatrino delle vanità del “ghe pensi mì” (personalizzazione della politica e plebiscitarismo), l’altra il precipitare violentemente la condizione semi-psicotica dell’ultima sponda o dell’ultima speranza nel vocabolario della politica, imponendo di fatto la definitiva scomparsa delle categorie razionali che sono (o dovrebbero essere) la base stessa della politica e del suo linguaggio critico (narcotizzazione fideistica)…

due elementi questi, populismo e fede, fortemente intrecciati in una idea della politica che oggi con renzi pare essere diventata la via maestra per rispondere alla crisi del paese e non già piuttosto il frutto “sfatto” di un passato che oggi si ripropone cambiando solo viso e ghigno, ma riproponendoci ancora le stesse mine poste sotto i piedi della democrazia dall’apparire sulla scena politica di silvio berluskoni…

ma non voglio dilungarmi troppo in considerazioni politico-socio-antropologiche che in altre occasioni ho avuto modo di esprimere, qui vorrei solo sottolineare la ristrettezza numerica della maggioranza di renzi in senato, elemento questo che se non pone troppi problemi di gestione dell’ordinario legislativo, sarà sulle vere questioni nodali dello strano programma che nei fatti ancora nessuno conosce nei suoi dettagli, che qualche difficoltà sostanziale presenterà all’operare dell’ex sindaco…ed a cominciare proprio dalle riforme, quelle costituzionali, quelle istituzionali, quelle amministrative dove i piedi da pestare saranno tanti e ad ogni piede si può star certi qualche voto senatoriale corrisponde…

e se qualcuno crede ancora che nella sostanzialità immutata della maggioranza e dei vincoli che questo comporta, l’energia supposta di renzi basti come categoria del cambiamento possibile – beh, chi di speranza vive, disperato muore…