06/03/2014
l’esperienza mi è stata d’aiuto nel cercare di evitare sempre chi parla di rivoluzione e pratica invece agitismo psicotico o più spesso reazione gattopardesca…
rivoluzione è mettere per primi in gioco se stessi, a cominciare dalle proprie ambizioni, e poi riversare quel cambiamento all’esterno in una volontà collettiva, eppure personale, di sovvertire i rapporti di forza che fermano il fotogramma dello status quo nell’odioso equilibrio tra sfruttati e sfruttatori…
e non mi pare che alcun “rivoluzionario” abbia rivoluzionato le proprie ambizioni oppure osi mettere in dubbio quegli equilibri…
la rivoluzione non è una parola con cui fare colazione, è uno stato d’animo irreversibile…altro che cambiare verso!!!
miko somma