andiamo avanti!!!

l’eccesso di presenza di italia dei valori, una certa attitudine alla sovradeterminazione da salotto da parte di alcuni personaggi, la stramba idea di alcuni di poter associare i partiti della ex sinistra arcobaleno, l’inconcludenza delle riunioni sin qui tenute, la non chiarezza programmatica e di percorso sin qui seguito mi inducono a terminare personalmente l’esperienza che presso il ce.st.r.im. si stava tentando di portare avanti in previsione di una ipotetica lista per le prossime amministrative a potenza

troppi i dubbi che ho rilevato sulla reale volontà di incidere sulla situazione cittadina attraverso quelle idee forti che oggi più che mai sono necessarie all’individuazione di un’altra città possibile, le idee che sole possono reggere il peso di quelle scelte programmatiche importanti che porterebbero a soluzione una continuità di gestione pseudo-democratica fallimentare che è sotto gli occhi di tutti, ma al tempo stesso indicherebbero una via d’uscita possibile dalla crisi di una città e di una regione

il comitato no oil lucania e comunità lucana, movimenti che rappresento ed alla cui volontà non posso far riferimento senza una riunione specifica sull’argomento, avevano a suo tempo già esplicitato la necessità di elaborare propri programmi e di formare proprie liste sia alle comunali che alle provinciali, mi attengo quindi a quelle scelte

il percorso non cambia affatto, solo riprende quel suo naturale procedere che non si è mai interrotto, sospendendosi piuttosto nella volontà di dialogo che abbiamo inutilmente cercato di portare avanti in quelle riunioni e che evidentemente riguardava solo noi

andiamo avanti!!!comunita-lucana-logo-piccolo.jpg

4 pensieri su “andiamo avanti!!!

  1. Premesso. Ognuno è libero di scegliere i percorsi che ritiene più opportuni ed i compagni di strada. Però… c’è qualcosa che non quadra. E’ un problema di strategie? Di visione politica? Riepilogo per me che mi sono perso gli ultimi incontri. Mi sembrava che si stesse tentando di avviare una riflessione sulla possibilità di creare un’alternativa ad un sistema di potere che ha generato una città brutta, incivile, con una perdita di qualunque senso sociale. Città di becero affarismo e di gretta clientela…. ma c’è bisogno di aggiungere altro? Scusate, non mi pare proprio il caso di fare a gara a chi è più rivoluzionario. La rivoluzione sta nel tenere gli occhi aperti, nel mantenersi liberi, nel denunciare i fatti e nel proporre alternative concrete. Mi sembra che, tutti figli della stessa cultura dell’asservimento, in questi anni, ciascuno per suo conto abbia tentato di costruire percorsi di resistenza e di denuncia. Chi lo ha fatto, lo ha fatto con la forza e la capacità che aveva e, spesso, in solitudine. Oggi si sta cercando, mi sembra, di raccogliere un disagio diffuso per capire se c’è la volontà e la capacità di indirizzarlo verso un progetto di città. Si può ancora interloquire con i partiti? Con certi apparati di potere direi di no. Si possono rompere dei fronti? Personalmente ho capito che i fatti, solo i fatti, le idee, solo le idee, e la chiarezza del linguaggio sono capaci di orientare i percorsi senza equivoci. Se penso alla città delle relazioni, della sostenibilità ambientale e sociale, penso ai parchi e non a certe cementificazioni, penso alle mense scolastiche con prodotti biologici e da filiera corta e non alla tristezza di pseudo zone commerciali, penso alle scuole nei quartieri e non ai milioni di euro utilizzati per opere inutili, buone solo ad alimentare una bassa clientela. Penso ad un lavoro certosino di studio del tessuto urbano, della sua identità, reale, perduta e possibile, alla partecipazione come metodo, e ad una progettazione di qualità. Dalla denuncia alla proposta, il passo non è breve e neanche automatico. Non sarebbe il caso di concentrarsi su quello? Mettendoci ognuno quello che può e quello che sa? Detto questo, ribadisco che ognuno è libero di scegliere ciò che lo rende felice, ma se si pensa davvero di strappare questa città dalle mani di chi l’ha depredata, svilita, abbrutita in tutti i sensi, abbiamo tutti il dovere dell’intelligenza e della pazienza. E quando dico pazienza penso al subcomandante Marcos ed ai lunghi anni nella selva Lacandona per preparare la rivoluzione…. che si può anche perdere, ma almeno avendo rese chiare le responsabilità di chi amministra, di chi fa affari e di chi preferisce rimanere cittadino suddito, per paura, per ignoranza o per convenienza.

    Un abbraccio a tutti

    Rosario

  2. caro rosario, inutile dirti che sono perfettamente d’accordo su tutte le tue affermazioni e tutte le tue grida di rabbia, ma manca il metodo e questo attiene alla Politica, dal momento che è la politica che nutre e si nutre con gli slogan…non ho ascoltato finora parole sul lavoro, sulla disoccupazione, sul precariato, sul disagio esistenziale, sul disagio fisico abbrutito da questa città delle barriere, sulla necessità di includere dal basso, dai ceti più svantaggiati, i bisogni reali e concreti nella progettualità che pure dovrebbe essere inequivoca quando si ha a che fare con una comunità fatta di mille storie ed – appunto! – mille bisogni…qui non è questione di chi è più rivoluzionario, qui è questione di chi riesce a tenere coeso un tessuto sociale progettando il cambiamento reale – altro che denuncia! – come pensi altrimenti di fare le filiere corte senza intervenire sulle strutture produttive e distributive, come pensi di fare la città della solidarietà quando sono le sperequazioni economiche e culturali a dividere persino nella comprensione, come pensi di abbattere la corruzione senza intervenire direttamente nell’organizzazione amministrativa e nelle procedure, come pensi di fare la città sostenibile se non intervieni significativamente nella struttura del lavoro e dell’energia?…avrei tanti esempi da farti a riguardo, ma mi allungherei oltremodo e troppo per un commento…dici bene che ad ognuno sta una visione delle cose ed una sensibilità che ne è alla base…io la mia ho provato a metterla in gioco dialetticamente e con franchezza, ma ho si ha troppo paura di volare alto e si vola quindi rasoterra come una quaglia o si vola e basta per ciò che si può o si vuole…io ho scelto di volare…un abbraccio anche a te…miko.

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