Questa storia dell’abolizione della Provincia di Matera, con le conseguenze che ha provocato e sulle quali non ho intenzione di soffermarmi, ha degli aspetti, diciamo così, “minori” che meritano delle valutazioni. Fermo restando il fatto che, a quanto pare, la Provincia unica di Basilicata sembra avviata verso il destino che già era stato scritto dal Governo, a meno di sorprese venute fuori dai due consigli Comunali di Potenza e Matera, all’uopo convocati per domani, mi preme sottolineare come certe vecchie abitudini siano dure a morire. Per esempio: gruppi di potentini col coltello tra i denti a battersi perché la Provincia rimanga a Potenza. Gruppi di materani che, forse rassegnati al risultato paventato, mettono su un comitato per l’annessione di Matera alla Puglia… antico campanilismo becero, di bassissima lega!!!! Alimentato ad arte, a mio avviso, dalla classe politica dell’una e dell’altra provincia in nome di quel “Divide et Impera” di Romana memoria che assicurava, grazie alle divisioni ad hoc provocate, lunga vita al dominatore. E mi viene da sorridere quando, magari, penso a comuni come Gravina di Puglia (o, ma magari sono male informato, Altamura) che anelerebbero a svincolarsi dalla Puglia per entrare in Basilicata… sorridere perché, ancora una volta, mi domando: quale vantaggio per Matera, il suo ingresso in Puglia? Cosa, a parte una facilità di collegamenti, avvantaggerebbe la Città dei Sassi rispetto allo status quo? Sono certo che si tratta di una minoranza, magari cospicua, ma minoranza di cittadini materani che pensano che il passaggio alla vicina Puglia possa essere un vantaggio per la città. E, sono altrettanto certo, una minoranza, cospicua pure questa, di potentini sarebbe anche contenta di un’operazione del genere. Ma sarebbe proprio ciò che la nostra classe dirigente potrebbe utilizzare a proprio vantaggio, una situazione siffatta!!! In un momento difficile, come quello del sito di stoccaggio delle scorie nucleari, Materanità e Potentinità non comparvero: per la prima volta assistemmo ad una presa di coscienza collettiva di quelle che non lasciano margini di dubbio: 100.000 persone marciarono “contro”, senza nessuna bandiera di appartenenza se non quella Lucana. Tanto da costringere a saltare sul carro anche quei politici che erano stati gli artefici di quella scelta scellerata. Ebbene: quella volta, materani e potentini furono solo ed esclusivamente LUCANI!!! Le divisioni non si videro!!! Oggi ritornano! Perché? Cosa c’è, per questa nostra regione, nell’agenda del Governo Monti (soprattutto del suo Ministro Corrado Passera)? A chi giova questa divisione? Domande che dovremmo porci come cittadini lucani, prima ancora che come cittadini di Potenza o di Matera. O cittadini della Provincia di Matera o di Potenza!!!!
Io non ci sto!!! Tutto ciò che verrà programmato altrove per la morte di questa regione che amo, mi vedrà Contro, con tutti i mezzi leciti della democrazia. Non ho intenzione di rinunciare a lottare per questa terra, per Matera e per Potenza, per il Vulture-melfese come per il Lagonegrese. Dal più piccolo paese alla più grande delle città, questa regione non merita di essere trattata in questo modo da questo e da nessun altro governo. Per questo, ritengo che la strada giusta sia quella di unire tutte le forze migliori delle due province e fare fronte unico contro lo smembramento di questa regione da parte dei governi nazionali, locali e per contrastare le brame e gli appetiti di multinazionali e comitati d’affari. Perché questa regione può ancora essere salvata… ma da noi cittadini lucani che amiamo questa terra!!! Non da altri!!!!