il senato ed i ribelli…

(ANSA) – ROMA, 1 LUG – Sale a 20 il numero dei senatori della maggioranza che voteranno in Aula per gli emendamenti alle riforme che ripristinano il Senato elettivo. E’ Antonio Azzollini, di Ncd, presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, come ha detto lui stesso ai cronisti.

beh, la faccenda si complica un po’ per il governo e l’eterogeneo cartello che sostiene questa riforma “leggermente” assurda del senato…dunque questi sono i numeri della maggioranza:

per un totale quindi di 182 a cui vanno sottratti quindi 20 voti, cosa che porta la soglia di maggioranza a 162, salvo altri franchi tiratori a vario titolo e varia apparizione, mentre le minoranze assommano a:

  •      FI (60)
  •      M5S (41)
  •      LN e Autonomie (15)
  •      Altri (22)

per un totale di 138, di cui però non si sa di preciso quanti in forza italia seguiranno il diktat berluskoniano di votare per la riforma senza la formula dell’eleggibilità dei senatori presentata in emendamenti…ma il punto non è quanti senatori costituiscono la maggioranza rispetto ad una qualsiasi minoranza, piuttosto quanti di loro fanno quella maggioranza qualificata che serve all’approvazione di una riforma costituzionale, quale il progetto di nuovo senato è a tutti gli effetti…

maggioranza che si forma nel dettato dell’art. 138 della costituzione:

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

quindi una maggioranza qualificata che, nel corso della seconda votazione deve essere composta dalla maggioranza assoluta dei senatori, esattamente 161 voti a favore (quota ovviamente ottenuta percentualmente comprendendo anche i 5 senatori a vita), una quota pericolosa che richiede l’intervento delle minoranze di cui appunto non sappiamo quale sarà poi l’orientamento concreto dei rispettivi senatori e soprattutto quanto poi sia reale l’intenzione di forza italia di sostenere davvero la riforma di fronte alla possibilità di una bocciatura del governo, cosa questa che lascerebbe a renzi ben poche possibilità, a meno non rimangi per intero una delle sue promesse più care, quella di andare via se non passano le riforme…un gioco pericoloso…

altro problema poi, a mio avviso, è che dovendo evitare un probabile referendum dagli esiti assai incerti, vista la possibilità che tutto possa poi cambiare nelle urne, dovrà quindi essere nella seconda votazione dei 2/3 dei senatori, quindi di 214, quota questa particolarmente “accidentata”…