la regola del buon costruire democratico…

ovviamente, sprecandosi le interpretazioni giornalistiche su chi abbia capitalizzato la vittoria determinata dall’ascesa di mattarella al quirinale (ad ognuno il suo mestiere), non ho alcuna intenzione di lanciarmi in interpretazioni, limitandomi alla breve considerazione che se certa appare la sconfitta di berluskoni, che non riesce neppure a tenere compatto il suo gruppo, dovendo osservare mancate schede bianche, come ordinato, per 40 dei “suoi ex” grandi elettori (il gruppo dei fittiani d’improvviso s’ingrossa a capitalizzare dissenso dalla linea), se altrettanto certa è l’irrilevanza politica del 5 stelle, confinatosi in tardive qui-urinaria (troppo carina come definizione, mi consentirete) che anziché mettere in crisi il pd con la candidatura suggerita di prodi, che avrebbe fatto da sponda al melessere della minoranza, civati in testa, mestamente si rifugia ancora una volta nell’identitarismo della scelta di una persona irreprensibile, imposimato, ma non atta a creare “politica”, gioco cioè di mediazione alla ricerca del possibile, è innegabile che nel pd nessuno abbia vinto, perché tutti in qualche modo hanno vinto, renzi che può “giocarsi” la scelta di mattarella ed il suo successo per le sue truppe di tifosi ai limiti dell’idiozia, e bersani che di fatto ha imposto tale scelta al giovane piccolo imperatore vanesio, così riprendendosi la guida morale delle minoranze in qualche modo dilaniatasi nel periodo della sua assenza dalla scene, tra le mire di mediocri personaggi, incapaci di fare sintesi, e riconducendo a ragion di unità il modo violento con cui l’ex sindaco crede di poter tenere insieme le fila di pd e governo…interpretazioni, ovviamente, le mie come quelle di più autorevoli commentari (che volete siamo in basilicata e vuoi che nella ridda di commenti bene informati possa mai avere spazio un blogger lucano che si illude di costruire un senso comune, che indichi una strada politica, sulle sue pagine?)…

ed in mezzo, come pure leggo su molti autorevoli quotidiani, avrebbe vinto la dc ed i suoi tentacoli che dal passato arrivano al presente di un paese che senza mezzi termini io giudico incapace di fare sintesi storica, politica e sociale di un ventennio sprecato…io non so proprio se abbia vinto la dc nella muta che necessariamente avrebbe dovuto accompagnare un po’ tutti in un passaggio ormai inelubidile che purtroppo 20 anni persi a ragionare pro/contro berluskoni (che a mio avviso era e rimane un “incubo della democrazia” e della ragione), o se semplicemente abbiamo perso tutti noi che in qualche modo ci riteniamo democratici, perso perché tutti preda di un delirio in cui si è perso il senso stesso della trasformazione che dal risveglio di tangentopoli avrebbe dovuto condurre ad un punto di arrivo nell’elaborazione di un percorso, per fermarsi istericamente alla partigianeria ed all’immobilismo che ha generato mostri…

perché innegabilmente questo mancata trasformazione o questa trasformazione continua, lungi dall’aver prodotto benefici democratici per il paese, ha prodotto invece dannosi trasformismi e non ciò che ragionevolmente ci si sarebbe potuti attendere, un cambiamento sostanziato da percorsi più aderenti ad una realtà che mutava dal quadro storico che l’aveva prodotta, la fine della guerra mondiale ed i blocchi, i cui equilibri erano saltati senza che altri, almeno localmente, li avessero sostituiti dando origine a nuovi quadri politici di governo del paese…

ed il trasformismo spacciato come trasformazione, cosa che ha afflitto particolarmente gli ex pci rendendoli un informe ammasso di bieco carrierismo ammantato di quella togliattiana doppia morale rimasta come unico residuo di una genetica identitaria certo molto più complessa che la “fine” del socialismo reale aveva cancellato dopo decenni spesi a ricercare una distinzione da quello, tra le tante terze vie affacciatesi in europa ed in italia, ha finito per favorire proprio gli ex dc, coloro cioè più in grado di sfruttare un archetipo di identità, quella cristiana, meno o per nulla messo in crisi proprio dalla fine dei blocchi…

chiaro così che al giro di boa di quella modernità politica anelata, in grado di tirar fuori il paese dalla secca berluskoniana che continua ad affliggerlo anche con renzi ed il suo “ducismo”, tanto anelato che in qualche modo si è finalmente palesata con l’elezione di mattarella la vera chiusura di un epoca, ad essere in migliore posizione morale fossero proprio quegli ex democristiani in grado di apparire come i veri “traghettatori dalla prima alla terza repubblica“, giacchè proprio questo passaggio si è consumato in quelle quattro votazioni, dovendosi così considerare la cosiddetta seconda repubblica un lungo ed a tratti inutile intermezzo della democrazia che, a mio avviso, finalmente sabato mattina si è superato…

ma credo sia inutile sottolineare con enfasi alcuna questo passaggio che si incarna oggi in sergio mattarella, un ex democristiano di sinistra, eletto presidente della repubblica, quanto invece non dedicarsi al significato stesso che questo passaggio assume e deve assumere perché la muta della nostra democrazia origini farfalle e non scarafaggi…ed il senso del passaggio ce lo fornisce lo stesso presidente nel suo primo atto politico che tento di riassumere in un mio post lanciato su facebook (sapete che uso blog e facebook come un ping pong)…

“…ed ha un senso politico enorme la prima visita di mattarella, passata forse troppo inosservata nel tam tam gossipparo e nel mondo dell’immagine per l’immagine…alle fosse ardeatine a riconnettere, semmai che ne fosse stato bisogno, vista la storia che egli rappresenta, se stesso come presidente della repubblica al senso della storia del paese ed alla sua realtà odiernanon so, ma ho come l’impressione che questo presidente rimetterà in carreggiata un paese senza stimoli, semplicemente ricordandogli il suo passato nella transizione ad un futuro ancora poco chiaro…auguri ancora, presidente…”

a riconnettere, quindi la politica e così la democrazia che la politica dovrebbe rappresentare e che egli rappresenta nelle istituzioni con il suo ruolo di garante come presidente della repubblica, al senso più intimo della storia del paese, i valori della lotta al nazifascismo come condanna di ogni totalitarismo, in connessione stretta alla sua realtà odierna che troppo spesso si allontana da quei valori, costruendo case senza fondamenta, riforme senza il senso profondo dell’obiettivo che il paese deve perseguire nel rispetto della democrazia, quindi di tutti e tutte le opinioni…

ecco io credo che sergio mattarella ed il compito che egli si assumerà siano proprio quello, la “regola del buon costruire democratico” che deve assumersi come base logica e razionale nell’edificare quel nuovo che proprio senza regola rischia di essere satrapismo o una ulteriore perdita di tempo che questo paese non può più permettersi…

e sono più che certo che il presidente sarà il custode severo di quella regola che è già nella nostra costituzione, senza condizionamenti altri che non siano il più rigoroso rispetto del suo dettato, anche nelle trasformazioni che il trascorrere del tempo rendano necessarie, ma soprattutto nel senso che le riforme debbono avere per essere tali, servire al paese tutto, non ad una visione o ad un progetto di una parte… 

e così sabato in parlamento non ha vinto renzi, ridottosi al calcolo del rischio di crollo che si stava assumendo con la sua gestione dittatoriale del maggior partito del paese, ormai probabilmente l’ultimo, non ha vinto bersani, che ritrova una grinta ed una dignità nell’esercizio più nobile della politica, l’obiettivo nel metodo e nella consapevolezza che ogni numero conta intuendone le potenzialità di dialogo, ma forse per una volta ha vinto il paese…forse e sarebbe bello sperare che sia davvero così…

miko somma