alla frutta…

AGR L’assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, Michele Ottati, comunica che partirà a breve sul territorio regionale, per l’anno 2014-2015, il “Programma frutta nelle scuole”. La fornitura di frutta e verdure nelle scuole primarie della Campania e della Basilicata verrà effettuata dalla società COF di Vibo Valentia capofila del progetto, vincitrice del Bando Nazionale 2014/2015 promosso dal Programma Europeo.

In Basilicata il “Programma frutta nelle scuole” interesserà 60 plessi e 137 scuole. Gli alunni coinvolti, appartenenti a 781 classi saranno 13.639, di cui 4.619 in provincia di Matera e 9.020 in provincia di Potenza. “Gli strumenti a disposizione – ha affermato Ottati- consentono la distribuzione, due volta a settimana, di frutta e ortaggi presso le scuole primarie della regione coinvolte nel programma, integrata da attività didattiche e ludiche, allo scopo di incentivare il consumo di frutta e ortaggi nelle scuole”….

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certo che a leggere i comunicati di basilicatanet (per carità, li inviano…) tutto sembra così bello, così fluff/flaff, un po’ come in certe pubblicità dove tutti sorridono…la realtà però è, come al solito, “leggermente” più sfumata e deve essere letta nella sua complessità…

riparte un progetto e possiamo starci – chi mai potrebbe essere contrario all’educazione al consumo di frutta che i più giovani ricevono a scuola? – quello che invece non si dice con chiarezza è che simili azioni sono da anni nella legislazione nazionale e non si praticano da noi, né nelle linee guida scolastiche, né purtroppo nelle disposizioni comunali che non applicano affatto nelle mense gestite i principi delle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica”, Ministero della Salute – Dip. per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti – Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione che indicano con chiarezza non solo le tipologie di interventi da seguire nelle preparazioni dei menu settimanali, ma diventano anche un obbligo disciplinare del tutto disatteso a provvedere a queste incombenze principalmente ricorrendo al mercato locale (Conferenza Unificata. Provvedimento 29 ottobre 2010. Intesa ai sensi dell’art.8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n.131, G.U. n.134 del 11 giugno 2010), sì da ottenere sia un virtuoso ciclo economico, che una ovvia maggiore freschezza dei prodotti serviti…aggiungiamoci poi la legge 23 dicembre 1999, n.488 art.59 “Sviluppo dell’agricoltura biologica e di qualità”, comma 4 che testualmente al comma recita:

4. Per garantire la promozione della produzione agricola biologica e di qualità, le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche ed ospedaliere prevedono nelle diete giornaliere l’utilizzazione di prodotti biologici, tipici e tradizionali nonché di quelli a denominazione protetta, tenendo conto delle linee guida e delle altre raccomandazioni dell’Istituto nazionale della nutrizione. Gli appalti pubblici di servizi relativi alla ristorazione delle istituzioni suddette sono aggiudicati ai sensi dell’articolo 23, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 17 marzo 1995, n.157, e successive modificazioni, attribuendo valore preminente all’elemento relativo alla qualità dei prodotti agricoli offerti.

cosa ne ricaviamo?…che questa operazione è non solo poco utile al mercato locale dei prodotti agricoli (l’azienda capofila vincitrice dell’appalto è appunto di vibo valentia, calabria – e di km ce ne sono dalla basilicata a vibo valentia!!!), per nulla confacente (a quanto ci consta e da quanto invece non leggiamo dal comunicato, evidentemente redatto da “ufficiali stampa” che neppure conoscono la normativa di riferimento) al dettato di legge che parla di prodotti biologici…

aggiungiamo poi che a norma dell’art 117 comma 2 della costituzione la regione basilicata avrebbe già da tempo (dal 2001) potuto provvedere con specifica legislazione a regolare il settore delle mense scolastiche e dei prodotti che vi afferiscono e vi giungono e non lo ha mai fatto, a differenza di altre regioni (come per esempio il veneto) che invece vi hanno provveduto per tempo nel tentativo di stabilire una sinergia tra mercato locale, agricoltura biologica, alimentazione ed educazione scolatica che invece da noi non viene mai nemmeno lontanamente intuita e demandata a simili “azioni” del tutto poco utili ad aiutare sia gli agricoltori locali che la buona pratica alimentare che dalle scuole dovrebbe traslare alle famiglie perché diventi patrimonio cognitivo degli studenti…

ottati, a quanto pare, è molto bravo a “smuovere” azioni comunitarie imperniate su aziende di cui in questa regione poco o nulla si conosce!!!…