la manifestazione del 21 febbraio a villa d’agri

la manifestazione del 21 febbraio a villa d’agri assume valenza primaria nel nostro percorso di lotta per il riconoscimento di una istanza primaria del territorio e delle sua popolazione sulle pure logiche mercantili e di sfruttamento delle risorse naturali della nostra regione che le logiche di dominio colonizzante delle multinazionali non mancano di produrre anche in forma di atteggiamenti arroganti nei confronti delle domande di una società che comincia a chiedersi “ma qual’è il senso di estrarre petrolio e condannare una terra e la sua gente?”

tale è infatti alla radice delle cose il comportamento di queste compagnie, convinte come sono che controllare la politica ed i suoi addentellati burocratici basti per il dominio di una intera regione

questi comportamenti si possono stigmatizzare, attaccare, magari anche demolire con la denuncia, l’informazione costante e puntuale, l’individuazione delle logiche più profonde che sono alla base di quel “mordi e fuggi” di un sistema economico che, non solo da noi, sta trasformando la terra in un serbatoio di risorse da depredare senza remore e nel più assoluto spregio ormai di ogni logica, il disvelamento delle lacune del sistema che spesso proprio quell’arroganza lascia scoperte, ma tutto questo diviene inutile se non si riesce a radicare in profondità nella società l’istanza di un cambiamento a tutti i livelli, siano essi economici che sociali e politici, con cui non solo contrastare quelle logiche, ma costruirne di altre più virtuose e democratiche

è anche per questo motivo che il comitato no oil lucania si è assunto da subito il compito di “entrare” nella società e provare ad innestare sui bisogni personali e collettivi, la necessità di un pensiero altro, più generale e tendente alla trasformazione, che possa trovare un sempre più vasto consenso…anche questo è il senso della manifestazione…sciogliersi nella società e provare a dialogare con le mille domande ed i mille bisogni che individuano proprio quella società in quel territorio per provare a muovere tutti insieme verso un cambiamento che tutti sentiamo in qualche modo necessario e che pure abbiamo il dovere di cominciare a praticare in percorsi riconoscibili e chiari

non voglio dilungarmi troppo…è forse proprio a questo scopo che l’idea di andare alla manifestazione senza simboli o bandiere che non siano il nostro vestirci di nero a richiamare quel petrolio che diviene lutto nella sua cromia per una terra ed il suo popolo e che assumiamo come dato collettivo, con un fazzoletto intorno al collo il cui colore individui il nostro sentimento personale (il rosso per la rabbia e la voglia di lottare, il verde o l’azzurro per la speranza, il bianco per la purezza che vorremmo divenisse pratica coerente della vita e della politca, e così via in un arcobaleno di colori)…ecco il simbolo e la bandiera che mi piacerebbe avesse quella manifestazione