le primarie del pd

le primarie del pd finalmente arrivano al loro epilogo – non ce la si faceva proprio più a sopportare questa attesa a tre condita di idiozie da borghesucci ansiosi e teledipendenti!!! – ed oggi conosceremo il nome del suo nuovo segretario (il terzo in meno di un anno n.d.r.) nella speranza che il maggior partito di opposizione si decida a fare davvero opposizione a questo governo “argentino” e non si limiti alle piccole attività di cabotaggio lobbysta, di sterile parlamentarismo televisivo, di culto della banalità politically correct a cui ci ha abituati…come giudicare altrimenti l’attività in stasi attendista e fiatosospesa di un partito che per specifica ammissione di quasi tutti i suoi iscritti necessita nella sue breve vita già di profonde riforme?…e che mentre il signor b. e gerarchi vari mettono in serio rischio le architetture istituzionali di questo paese, la stessa costituzione, i principi di legittimità dei poteri dello stato e delle stesse massime cariche istituzionali, si limita per bocca dei suoi vertici a minacciare di “fare una opposizione dura”, mentre fa mancare voti scudo-fiscal-decisivi che avrebbero almeno limitato la porcata dell’ennesimo regalino bipartizan agli amici degli amici?…un partito che, non pago di aver di fatto contribuito nella sua fase topogigesca (mi riferisco a veltroni e non alle campagne informative sull’influenza suina – roba da matti, quella!!!) all’annegamento bipolarista della ricchezza culturale della politica italiana in favore di un modello all’americana in cui è il segno dei millimetri di prossimità ad un ipotetico centro moderato l’unica vera differenza tra gli schieramenti, mancando completamente quella prospettiva politica di lungo respiro che ancora oggi può e deve fare la differenza tra una destra ed una sinistra, seppur de-ideologiche, oggi ripropone ed impone se stesso, la sua gerarchia intramontabile, le sue pratiche che continuano a sfornare bassolini fisiologici ormai ad una idea di politica e di amministrazione come referente di una italia “altra” che altra poi non è affatto, non capendosi altrimenti quale sia la differenza tra un piddino ed un pidiellino sui temi dell’economia globale e del sistema economico in generale, della sanità e dell’assistenza (vogliamo chiamarlo welfare e dimenticare tutto ciò che si è fatto finora che piuttosto si dovrebbe definire workfare?), dei diritti, della crisi e delle sue soluzioni praticabili in loco, dell’innovazione, della ricerca e – perchè no? – della cultura di base degli italiani e del sistema di apprendimento, delle riforme istituzionali, del comparto energetico e delle sue rendite di posizione che impediscono ogni fuoriuscita dalla eterna dipendenza dagli idrocarburi e dall’estero, etc etc etc…ed in mezzo, attendendo la nascita dai flutti di un nuovo segretario, dovrebbe stare quella parte degli italiani che non sopportando il signor b. e le sue odiose pratiche, dovrebbero rassegnarsi così alla consacrazione erga omnes in una beatitudine oppositiva con tanto di stigmati e cerchio luminoso in capo di un bersani, di un franceschini o di un marino (evito per pietà e per il momento di nominare i dirigenti locali e calarmi così nel pantano pd lucano) a guidare la voglia di voltar pagina in un paese che non può pretendere di risolvere se stesso se non risolve prima la sua storia?…quegli italiani ostaggi della conclusione di un’idea del mondo pensiero-unicista che al massimo trova ragione causale nella definizione di un “anti” che suona come consacrazione socio-antropologica della necessità di un nemico con cui magari accordarsi in seguito, piuttosto che come proposta di un modello altro di relazioni sociali, economiche, culturali, dovrebbero forse essere felici che il pd abbia un nuovo segretario?…dovrebbero esserlo i lucani che per di più devono confrontarsi con la contraddizione di un pd al governo regionale ed una quantità di problemi strutturali che necessitano di idee forti e voglia di praticarle ed a cui invece si ripropone la vecchia domanda se scegliere tra la padella di un’opposizione locale-governo nazionale che puzza di peracottarismo di provincia, profittazione delle buona fede, ideologizzazione del peggior istinto ed infine ignoranza becera e la brace governo locale-opposizione nazionale per la cottura lenta a cui infine è giunta una regione intera e che sarebbe ora inutile commentare, tanto sono evidenti i segni di marcescenza e putrefazione a cui hanno portato non solo le vecchie pratiche democriste del clientelismo, della raccomandazione, della “cosa nostra”, ma anche certe e più moderne pratiche affaristiche che vedono tanti politici essere diventati meri attori economici, direttamente e per interposte persone?…no, credo che i lucani, almeno quelli in buona fede e meno ingenui non dovrebbero affatto essere contenti dell’inutile suffragio con cui viene presa in giro ciò che una volta, certo assai genericamente, si definiva “sinistra” e qualcosa pur significava moralmente per un paese che non è e non può essere solo il paese dei furbetti e degli amici dei furbetti

miko somma

p.s. il linguaggio è certo duro, ma la triste realtà lo è molto di più 

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