qualche parola sulla manifestazione

sia chiaro che sulla battaglia delle cifre dei permessi e delle autorizzazioni non si costruisce nulla, ma semmai si prova la perizia democratica delle classi dirigenti a maneggiare certi dati, dati che la popolazione dovrebbe conoscere in quanto tali…ciò che noi contestiamo non è la confluenza numerica delle ansie e delle rabbie della gente per uno “sviluppo” ed un benessere mai arrivato da queste parti in un’aritmetica dell’orrore e dello sfruttamento che si sta consumando nelle nostra regione, ma un intero sistema trasversale di potere che ha permesso tutto questo nella più limpida delle gestioni coloniali di quella che da una risorsa si è trasformata in una beffa…noi chiediamo conto di tutto questo!!! …e non ci interessano più le demagogie tranquillizzanti e soporifere di uno “sviluppo sostenibile” – ma da chi, poi? – quando nei fatti si ara in profondità la speranza genuina della gente per piantarvi la disperazione di un presente fatto di disoccupazione e fuga di braccia e cervelli, e non ci interessano le spiegazioni saggie sulla ragion di stato e sulle competenze in tema di energia, quando ogni giorno premendo il pulsante della luce alla convinzione fin qui più o meno diffusa di essere illuminati dalla disperante povertà di qualcun altro, si aggiunge la fredda consapevolezza che quei “qualcun altro” siamo anche noi…i lucani…no, qualcuno deve pagare per tutto questo!!!..e non ci fermeremo fino a quando le responsabilità politiche, gli errori in buona e mala fede, le correità, le “distrazioni”, gli interessi non saranno venuti finalmente alla luce in tutta la loro rilevanza politica (quella penale, semmai, è materia di una nobile branca del potere che noi riteniamo sacramente indipendente)…e poi non ci fermeremo ancora, perchè vogliamo conto di quanto ogni lucano in cuor suo sa essere il “sistema”…la corruzione, il clientelismo, le cariche pubbliche, la legalità violata, i misteri di questa terra da elisa claps ai fidanzati di policoro, i nepotismi, i baronati, le convenzioni esterne degli enti, le industrie fantasma ed il dopo-terremoto, bucaletto ed il dramma del lavoro nero, del lavoro che non c’è, del lavoro che uccide, e poi i rifiuti tossici interrati in ogni dove di cui qualche cretino dice non esistano notizie – come se chi li sotterra lo dicesse a lui! – e la trisaia di rotondella che è ancora lì a custodire barre di materiale fissile proveniente dal paese più inquinante dell’intera terra, e l’acqua che qualcuno vorrebbe surrettiziamente ridurre a merce e le nostre coste in mano ai trafficanti di turisti ed agli spacciatori di eco-mostri…e troppo lungo sarebbe l’elenco di quello che non va, non è mai andato e non andrà mai fino a quando una intera classe politica, figlia e nipote del peggior passato, continuerà la sua vorace occupazione di ogni potere e di ogni spazio di società civile…noi siamo un piccolo comitato spontaneo fatto di persone, esattamente come la società che vive in questa terra sfortunata, tormentata, sfruttata eppure ancora così bella e ricca di ambiente ed umanità…siamo lucani…e come lucani vogliamo dire la nostra e pretendere che il futuro ci assomigli un po’…che da questa manifestazione nasca finalmente, dopo tanta attesa nella terra, il germoglio tenero di una vera, prima e sana democrazia reale in basilicata…miko somma  

2 pensieri su “qualche parola sulla manifestazione

  1. manifestazione!!! ieri abbiamo finalmente dimostrato che un pò alla nostra regione ci teniamo..dico un pò, perchè se fossimo stati molti di più sarebbe stato meglio, ricordiamoci,( e parlo soprattutto di noi studenti ) che dobbiamo interessarci a tutto, non solo a quegli argomenti che riguardano solo ed esclusivamente la scuola… ATTIVIAMOCI ancora di più!!

  2. Domenica 24 su LIBERAZIONE ho inserito in un mio articolo di satira un pezzo sulla vostra iniziativa.
    Spero di dare così un mio minimo contributo alla causa.
    Vivo a Roma ma il mio cuore è lucano e la mia passione politica viene da quella terra di sole e dolore.
    Grazie per la vostra resistenza e spero di poter fare altro.
    Klaus Mondrian

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