Nota stampa di comunità lucana-movimento no oil

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Multa ARBEA da 86 milioni: cosa c’entrano gli agricoltori?

 

Circola notizia, ripresa da stampa locale, secondo cui, a seguito degli 86 milioni di euro di sanzione irrogati allo stato italiano per la gestione ARBEA, sarebbero “gli agricoltori lucani che rischiano di non vedersi trasferiti diversi fondi”. Tale notizia ci appare infondata sulla base di lettura del documento “ares807683.pdf”, inoltrato il 12/10/10 dalla DG Agri della Commissione Europea ad AGEA e Min. delle Politiche Agricole (MiPAAF) – documento reperibile digitando “ares807683” nei motori di ricerca.

 

Il documento specifica che la sanzione è inflitta per inadempienze della gestione ARBEA (comprese generose indennità mensili rappresentate dalle “POC”, Posizioni Organizzative Complesse) reiterate fra 2007 e 2009 ai “criteri per il riconoscimento” di cui all’All. I del Reg. (CE) 885/2006, e che non sono sanabili a posteriori, specificandosi che la Commissione, “senza pregiudizio alcuno per ulteriori rettifiche finanziarie dal 2010 in poi”, si riserva di riproporre la sanzione anche se la procedura stragiudiziale che la Regione persegue per ridurre la sanzione e l’eventuale procedura giudiziale presso la Corte di Giustizia Europea dovessero portare ad una riduzione effettiva di tale sanzione.

 

Lasciamo l’attribuzione delle responsabilità alle procedure stragiudiziali e giudiziali in atto. Stupisce che si possa pensare a “rivalse” sui fondi percepiti dagli agricoltori, laddove il documento specifica a chiare lettere che la sanzione assume forma di mancato rimborso da parte della Comunità Europea, forfettariamente (giusto Doc. VI/5330/97) del 25% di quanto erogato da ARBEA fra 2007 e 2009 – e dovremmo essere contenti che questo “ente” eroghi così poco, considerando che la gran parte delle erogazioni, sono pagamenti per la “Domanda Unica”, in delega interamente dall’AGEA nazionale, laddove la situazione delle erogazioni per lo “Sviluppo Rurale” è invece desolante.

 

Il quadro è così preoccupante. I soldi sono stati erogati agli agricoltori, la Commissione si rifiuta di rimborsare con fondi propri, fino a concorrenza degli 86 milioni, quanto già erogato, e dunque, spetterebbe a Stato e Regione “coprire” il mancato rimborso da parte dell’Unione Europea (a dirla tutta a subire la sanzione è stata l’”Autorità Competente”, Reg. (CE) 1290/2005, dunque il MiPAAF, quindi lo Stato). E Se lo Stato potrebbe anche rinunciare alla pretesa risarcitoria nei confronti della Regione Basilicata, che è colpevole di aver mantenuto artificialmente in vita ARBEA, è difficile che le altre Regioni decidano di accollarsi tale perdita da imputare alla gestione di ARBEA.

 

Non è poi obbligatorio che la “rivalsa” statale si abbia sui fondi per l’agricoltura potendosi decidere, a nulla ostando le normative, di tagliare quelli per infrastrutture, sanità o enti locali, anche se appare logico che la perdita sia imputata all’agricoltura. Tuttavia non si comprende per quale motivo a “coprire” la perdita debbano essere gli agricoltori, visto che la sanzione è stata irrogata per inadempienze di gestione ai “criteri per il riconoscimento” di cui all’Allegato I del Reg. (CE) 885/2006, ovvero alle otto “aree-chiave” (struttura organizzativa, risorse umane, delega di funzioni, attività di controllo, monitoraggio continuo mediante Controllo Interno, comunicazione, sicurezza dei sistemi informatici ed “internal audit”) con le cui inadempienze cosa c’entrano gli agricoltori, soggetto peraltro mai nominato nel documento “ares807683.pdf”?

 

Non è a pensabile che il paventato “rischio” per gli agricoltori lucani di “non vedersi trasferiti diversi fondi” si traduca in un recupero delle somme erogate, anche in virtù della scarsa efficienza ARBEA nell’effettuare “recuperi” tramite il proprio “Registro Debitori”, quindi ci si chiede quale sia il reale peso della stessa notizia, forse una giustificazione atta a mascherare la nostra cronica incapacità di spesa comunitaria, ulteriori ritardi nei pagamenti, piuttosto che altri meccanismi su cui sarebbe ora che le autorità competenti indaghino? Comunità Lucana – Movimento No Oil sin da ora si dichiara disposta ad accogliere segnalazioni degli agricoltori lucani sulla materia.

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil