riporto da un lancio di ieri, perchè concludente…

Adiconsum su rapporto consumatori-imprese e Equitalia18/12/2011 17:05

BAS “La riscossione dei tributi, anche in Basilicata, da parte di Equitalia – ha affermato Angelo Festa, Segretario Generale dell’Adiconsum Cisl – spesso è vessatoria perchè mette in ginocchio consumatori, imprese e lavoratori autonomi che ricevono cartelle esattoriali con interessi maggiorati in modo esponenziali”
Con l’iscrizione a ruolo su di una cartella esattoriale – evidenzia Adiconsum – gli interessi previsti sono circa il 6%, l’aggio di circa il 5% che può arrivare anche al 9% e in caso di ulteriore mancato pagamento una sanzione pari al 30% di quanto non pagato. Mentre, quando è lo Stato direttamente ad essere creditore il tasso di interesse per i contribuenti è del 2%.
In questo periodo di crisi economica e finanziaria si tratta di un massacro sociale perché sicuramente un sistema fiscale così penalizzante reprime il contribuente e reprime l’economia di un’impresa, non portando d’altro canto nessun aiuto alle casse dello Stato.
Occorre, a parere dell’Adiconsum Cisl, normare la non pignorabilità della prima casa o dell’auto se esse sono indispensabili per l’attività lavorativa, per la mobilità portatori di handicap o per la ridotta mobilità di componenti il nucleo familiare.
L’Adiconsum, a livello Nazionale, ha chiesto che venga costituita una commissione di conciliazione e che i reclami possano essere effettuati e risolti direttamente con Equitalia, evitando perdita di soldi e di tempo ai contribuenti e realizzando lo strumento della conciliazione paritetica tra associazioni dei consumatori e Equitalia.
In una situazione così caotica, con le difficoltà oggettive dei contribuenti a pagare i propri debiti e tenendo conto della necessità di recuperare immediatamente risorse per lo Stato potrebbe essere prevista, insieme ad una reale e forte lotta all’evasione a partire dall’inasprimento delle sanzioni per gli evasori, la possibilità per i contribuenti di pagare, anche ratealmente la sorte capitale del proprio debito con la remissione di tutte le spese accessorie cumulate nel tempo.
Ciò consentirebbe allo Stato – conclude Adiconsum- di avere introiti immediati, perché molti avranno interesse a mettersi in regola dovendo pagare meno di quanto cumulato negli anni, a Equitalia di smaltire un numero elevato di pratiche e di poter operare in maniera migliore e attenta per il futuro, liberando famiglie e imprese dall’incubo di pignoramenti dell’auto o di vedersi ipotecata la propria casa.

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al di là di una sfumatura che riguarda il rateo di interesse praticato (equitalia lavora nel recupero per conto dello stato per cui quelle somme percentuali rappresentano il pretium di funzionamento della società in una mostruoisità giuridica enorme, quale appunto equitalia è), quanto notato da adiconsum è giusto ed il senso della sua proposta di cancellare gli arretrati in un momento in cui lo stato ha necessità di far cassa ed il sistema paese di riprendere a funzionare con correttezza mi pare corretta sia nell’interesse dello stesso stato che incasserebbe cifre importanti dei capitali a credito, sia nell’interesse degli stessi cittadini che meglio potrebbero impostare piani di rientro di quanto dovuto…cosa molto diversa questa dai condoni con cui purtroppo fino ad ora si sono affrontate alcune di queste criticità…qui c’è una decisione politica da prendere..uccidiamo i cittadini onesti, ma sfortunati, o semeplicemente li mettiamo in condizione di poter onorare quanto dovuto?…perchè il problema non è di lana caprina ed in un certo senso potrebbe essere esteso anche al debito pubblico del paese che alcuni vorrebbero cassabile attraverso un meccanismo di dafault controllato…ora a parte l’ingenuità di pensare che un “fallito” abbia poi dei diritti che vadano oltre le pretese dei debitori o che il “fatto compiuto” rappresenti una diminuzione di quanto dovuto (si cita spesso il caso argentina o islanda a questo riguardo), in un capolavoro di autolesionismo paradossale qualcuno ancora parla di queste come soluzioni, dimenticando forse che un paese che importa quasi tutto, dall’alimentare alle materie prime, il blocco delle forniture a seguito di un default (ma chi volete che continui a fornire merci a chi non può pagare?), sarebbe messo in ginocchio a partire proprio dai consumi dei ceti più poveri…

ora, senza voler paragonare troppo stringentemente le due situazioni, annullare gli interessi accumulati servirebbe proprio in un’ottica realistica a mettere in condizione chi deve avere di poter avere e chi deve dare di poter dare…è qui il problema, i debiti si pagano (per antico senso dell’onore e per necessità), ma i debiti si devono anche poter pagare (e certi irrigidimenti da posizione dominante andrebbero meglio tarati sia per senso di umanità, sia e soprattutto per logica di reciproca convenienza)