Scheda – Il progetto di stoccaggio a Grottole-Ferrandina

28/12/2011 15:00

Sui 68 pozzi esistenti ne saranno utilizzati solo 14. Circa 700 milioni di metri cubi di capacità di stoccaggio a fini commerciali

AGR    Il progetto di Geogastock si articola su due concessioni, il Campo di Grottole Ferrandina e il Campo di Pisticci, ma l’intesa data dalla Regione è definitiva solo per il primo, mentre per il secondo prevede ulteriori valutazioni. Si tratta in entrambi i casi di siti naturali dai quali si era provveduto all’estrazione del gas.
In particolare, il Campo di Grottole-Ferrandina risale al 1958 ed entrò in produzione nel 1962. in totale sono stati perforati 68 pozzi ma quelli che saranno utilizzati per la produzione e lo stoccaggio sono in totale 14.
Per il campo di Grottole-Ferrandina, infatti, il livello considerato idoneo per lo stoccaggio di gas è un livello costituito da depositi di età pleistocenica, da considerare una trappola di tipo stratigrafico strutturale, con una tavola d’acqua individuata a – 656 metri sul livello del mare. Lo stesso livello fu utilizzato come stoccaggio da parte di ENI nel periodo 1977-1985, in seguito, per ragioni di strategia aziendale, il giacimento fu nuovamente destinato alla produzione primaria di gas.
La riconversione in campo di stoccaggio del Campo a gas Grottole–Ferrandina prevede interventi sui 14 pozzi individuati con realizzazione di nuovi completamenti e sostituzione delle tubazioni di produzione con altre di maggior diametro, la costruzione della Centrale di Compressione e Trattamento di Salandra Scalo, la sostituzione delle tubazioni esistenti (metanodotti) tra i pozzi del campo Grottole-Ferrandina e la Centrale (utilizzando i medesimi tracciati) e la posa del metanodotto di collegamento tra la Centrale e la rete nazionale alta pressione di SNAM Rete Gas.
Il deposito avrà una capacità di accumulo complessiva di un miliardo e 200 milioni di metri cubi di gas, ma solo 700 milioni di metri cubi rappresentano la capacità di utilizzo a fini commerciali, poiché i restanti 500 milioni servono a tenere il deposito in pressione per il funzionamento. Giornalmente, inoltre ci sarà una portata massima di 5 milioni e 856mila metri cubi.

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bene, siamo alle dolenti note, quelle che vanno oltre la propaganda ufficiale …a guardare la lista di lavori da compiere è chiaro a tutti che la val basento ne sarà definitivamente sconvolta a partire dalle nuove trivellazioni che riguarderanno proprio quei 14 pozzi (aumentare il diametro delle tubature significa estrarre le camice precedenti e di fatto riperforarli per aumentarne il calibro in rapporto alla reiniezione…ma certo per queste operazioni la regione non parla di nuove autorizzazioni che andrebbero concesse!!!)…

nei precedenti lanci avrete letto di una “tecnica ampiamente testata”, ma costoro dimenticano di dire che altre concessioni simili (per la verità molto più piccole) esistono in territori molto più stabili da un punto di vista geologico di quanto non sia la val basento, caratterizzata come del resto tutta la regione, da una microfratturazione imponente delle faglie che se non è indicazione di possibili movimenti delle stesse in rapporto alla rieniezione di tali quantità di gas, almeno dovrebbe far porre attenzione su un aspetto che i “grandi monotoraggi” dimenticano del tutto, l’osservazione sismografica del comportamento della faglia alla reiniezione, l’aspetto che forse più di altri preoccupa…

come si comporteranno infatti le microfaglie di fronte alla massiccia reintroduzione di ciò che è stato estratto nel corso dei decenni è materia del tutto sconosciuta e nei fatti imprevedibile…

ma a vito de filippo tutto questo non interessa affatto, a lui interessa solo che la regioni diventi sempre più una piattaforma energetica produttiva ed infrastrutturale…infrastrutture non da nulla se si considera che l’innesto ai gasdotti comporterà movimenti di terra imponenti (aspetto questo che fa gola a certe lobbies e certe ditte ben individuabili), incerte destinazioni delle terre non riposizionabili in situ (e che da qualche parte occorrerà sistemare…magari lì vicino, no?), servitù di destinazione eterne e soprattutto una domanda su tutte…

ma la bonifica di una valle (la val basento è sito di interesse nazionale in tal senso) martoriata da decenni di industria chimica pesante, di eternit e di estrazioni di idrocarburi, la faremo mai?…

certo è difficile pensare che dove si costruirà di nuovo si vada prima a bonificare per bene ed infatti in tal senso vanno lette le “preghiere” di riperimetrazione al restringimento dell’area interessata alla bonifica che l’allora assessore all’ambiente santochirico caldeggiò non più di due anni fa e che guarda caso riguardano proprio l’area su cui sorgera la parte superficiale di questo progetto…perchè ciò che sarà sotto i piedi a costoro non interessa affatto!!!

la nostra regione da oggi a pieno titolo diventa una infrastruttura energetica!!!…avete capito bene, non un territorio dove coesistono natura ed esseri umani e loro attività, possibilmente in pace reciproca, ma una semplice piattaforma da cui il gas in arrivo dal caucaso viene stoccato e ripompato a tutta italia!!!