un’altra idea di basilicata

quando si afferma che il tema del petrolio è stato al centro della campagna elettorale in basilicata, non si dice una falsità, si dice una scontata elencazione di miserevoli programmi populisti volti all’ottenimento del consenso agitando di volta in volta le royalties come una foglia di fico per nascondere l’unica e vera realtà…in questa regione si continuerà a trivellare!!!…ed a maggior ragione si continuerà a trivellare per ricavarne royalties da destinare o a inutili, dannosi ed impossibili sconti sul costo dei carburanti o al mantenimento di un sistema clientelare e sprecone vestito dell’alibi di uno sviluppo che non suona affatto come benessere collettivo, ma piuttosto come devastazione ambientale

questo comitato ha riaperto la discussione sul petrolio in basilicata (senza d’altronde rivendicarne una paternità che non interessa a nessuno sapere a chi appartenga) a partire dalla sua mobilitazione per monte grosso alla fine di novembre 2007…da subito ci siamo resi conto che parlare del pozzo di monte grosso senza parlare di quanto accadeva in basilicata non solo non aveva senso, ma avrebbe ridotto la vertenza ad una pura bega amministrativa e localistica, scorporando da questa una tematica politica (non partitica, ma politica!!!) che in primo luogo riguarda la programmazione del territorio e delle sue risorse, oltre naturalmente ad affermare che ben altro si può fare per cambiar di segno ad una presenza delle attività umane all’insegna dell’impatto devastante di un certo sviluppo e di certe pratiche di produzione/consumo

in questa campagna elettorale si è parlato ipocritamente di petrolio, e quindi di royalties, e mai di ambiente, e quindi di un rapporto altro con il territorio e le sue potenzialità, potenzialità immense, ma da utilizzare con cautela, parsimonia ed occhio attento alle rinnovabilità che esso stesso ci offre a patto di riuscire a vederle non come merce, ma come un bene comune a disposizione non degli affari, ma della popolazione tutta…questa campagna elettorale è finita…finiranno pure le chiacchiere sul petrolio-risorsa e sull’impiego delle royalties per finanziare improbabili zone industriali?…dopo le stolterie lisergiche di soave, ci tocca sopportare anche quelle di nigro?…di quale zone industriali parla, presidente nigro?…di quelle che fanno i salotti con i soldi pubblici o di quelle che neppure aprono?…di quelle che in cambio di cinquanta posti di lavoro sempre a rischio, mettono in forse ogni altra possibilità di lavoro in quelle aree?…possibile che non abbiate ancora capito che fare certa industria nella nostra regione equivale a sprecare risorse?…o forse è proprio quello spreco che volete per alimentare una filiera di consenso?…presidente nigro, la sfiora l’idea che esistano altre strade che non un continuo depauperamento delle potenzialità del territorio in nome di una industrializzazione senza alcun fondamento nei mercati, o la sfiora l’idea che una regione come la nostra abbia proprio nella bassa antropizzazione il carattere di uno sviluppo improntato all’equilibrio tra quanto il territorio ci offre e quanto noi possiamo o abbiamo il diritto di prelevare od utilizzare?

detto in altri termini, investire denaro in attività industriali lontane dai mercati e non puntare sulle specificità che avvicinano i mercati ai “luoghi” delle stesse specificità è folle, soprattutto in considerazione di una brutta globalizzazione che gioca al continuo ribasso dei costi di produzione in termini di bassi salari (vedi cina o sud-est asiatico) o di allungamento degli orari di lavoro (usa)…produrre ad esempio aste di metallo in basilicata affrontando la concorrenza cinese significa o abbassare gli stipendi in considerazione delle geografia economica (gabbie salariali) o allungare oltremodo gli orari di lavoro (incentivazioni allo straordinario), proprio quanto va predicando il presidente di confindustria e quanto tenterà di fare il governo prossimo venturo…qualcuno parla così di crescita, di p.i.l. e di sviluppo, parlando in effetti di aumenti di produzione e di consumi ma tutto questo ha un costo umano ormai inaffrontabile, la subordinazione definitiva dell’uomo alla merce, ed un costo ambientale insostenibile, la definitiva monetarizzazione dell’impatto sugli eco-sistemi…in basilicata parlare di questo sviluppo significa schiavizzare la nostra regione alle logiche del produci-consuma-crepa di cccp-iana memoria, ma in realtà è proprio quanto gli amici ed i finti nemici di nigro vogliono!!!

noi del comitato no oil parliamo d’altro e proviamo a praticare altro…non ci interessa che il benessere si chiami sviluppo o crescita, se questo benessere presunto diviene malessere concreto dell’uomo costretto a sacrificare se stesso alla cultura del consumo acritico e della devastazione del pianeta, a cominciare da questa regione che noi amiamo per ciò che essa è e per quanto essa ragionevolmente potrebbe offrire ai suoi abitanti, e che voi utilizzate per ciò che essa non potrebbe mai essere senza perdere la propria connotazione territoriale ed umana…noi del comitato no oil ci batteremo sempre per un altro mondo possibile e necessario, per un’altra idea di basilicata da portare ad esempio di una gestione del territorio, delle risorse, delle attività umane che faccia finalmente pace tra uomo ed ambiente, facendo pace tra uomo ed uomo…miko somma

p.s. a proposito delle dichiarazioni apparse oggi sul sito basilicatanet della new-on. zamparotto sul sequestro di marinagri, vorrei ribadire a questa signora che il problema non è certo nella giustizia che ostacola, ma nell’osservare la legge, che a quanto pare nella vicenda di  marinagri qualche magistrato crede sia stata violata da qualcuno che ora viene indagato esattamente come qualsiasi altro cittadino…e fino a prova contraria in questo paese vale ancora la separazione dei poteri, sig.a zamparotto, e l’uguaglianza dei cittadini…o dovremo attendere qualche vostro radical-vetusto ormai sciopero della fame per sollecitare la riunificazione di ogni funzione dello stato in una sola, la vostra?