Comune Pz: Molinari (Opp) su progetto Grande Lucania20/02/2012 09:06

BAS   “Sarebbe necessario un coinvolgimento maggiore da parte delle istituzioni e delle rappresentanze politiche di questa regione per approfondire e dare la giusta rilevanza al progetto della Grande Lucania. Come evidenziato sulla stampa dal professore Gaetano Fierro allargare i confini della Basilicata potrebbe servire a garantirne la sopravvivenza in un momento come quello attuale in cui continua lo spopolamento e si prosegue verso l’eliminazione di ciò che costa troppo in proporzione alla sua reale utilità. Da qui il passo potrebbe essere breve per rispolverare quelle teorie forse mai del tutto messe da parte che prevedono lo smembramento del territorio regionale per accorpare aree della Basilicata alle regioni limitrofe. E’ proprio il contrario che, invece, si potrebbe realizzare allargando il territorio lucano. Un’occasione importante per garantire un’adeguata considerazione al progetto può e deve essere la discussione sulla riforma dello statuto regionale”.
Commentando le recenti riflessioni sul tema della Grande Lucania l’onorevole Giuseppe Molinari ricorda come “già alla fine degli anni 90 con altri colleghi lucani in parlamento, l’on Gianni Pittella e Antonio Boccia, avevamo iniziato a favorire il percorso verso quello che è tuttora un progetto da valutare attentamente perché se ne verifichi la fattibilità e se ne preveda la convenienza o meno. Avevamo favorito il ritorno al nome Lucania con l’aspirazione di accogliere nel nostro territorio i comuni che avrebbero voluto”.
Partendo dai pietosi dati sulla emorragia demografica che da anni interessa l’intera regione, analizzando le peculiarità delle popolazioni campane che vorrebbero rientrare nel territorio lucano è opportuno –continua Molinari- riprendere seriamente il discorso sul nome e sui confini della regione. L’argomento è da affrontare sia i termini culturali che politici prevedendo forme di accordo di programma con i territori campani sostenitori della Grande Lucania. Sarebbe, certamente, utile avviare consorzi di comuni soprattutto per organizzare servizi migliori nelle aree in cui unirsi fa la forza. La Basilicata, o Lucania, è una regione che non si rassegna al calo della popolazione e che vuole e deve sopravvivere valutando ogni possibilità. Per questo si potrebbe aprire un tavolo di confronto tra le forze politiche della regione affinchè sia approfondita un’idea progettuale ma anche le eventuali modalità di realizzazione della stessa passando dalla fase puramente teorica a quella pratica”.

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questo tema della grande lucania mi lascia freddo, impostato così come viene impostato…puzza di populismo e forse anche di una certa cialtroneria, poichè se è vero che quelle idee di smembramento della regione ed accorpamento alle limitrofe (fondazione agnelli) sono risibili poichè dovrebbero essere passate al setaccio della costituzione che prevede le regioni e ne indica i passaggi di accorpamento e modifica dei confini, altrettanto si potrebbe dire dell’unione alla nostra regione di territori che sono altro da ciò che erano qualche migliaio di anni fa…esistono tstrumenti quindi da praticare e che non sono semplici ancorchè del tutto chiari…ma c’è un ma…accorpiamo questi territori per una operazione culturale che ha portato le classi dirigenti locali, nell’abbandono della zona da parte della provincia di salerno e della regione campania, a sentire maggiore convenienza a stare in lucania o a svilupare un senso di appartenenza che pare non vivere nella gente comune che a quanto pare mi sembra del tutto indifferente al tema?…

e lo facciamo per una sola necessità numerica o perchè siamo convinti che esista ancora quell’ideale link tra popolazioni del vallo di diano e genti lucane?…

poi ancora problemi…la provincia di potenza (nelle more di comprendere quanto accadrà alle province, ma nella certezza che di nuove non se ne possono fare) diverrebbe enorme, la più grande d’italia, con gli evidenti problemi di gestione che sono facili ad intuirsi e che si riverbererebbero principalmente nell’ambito dei piani rifiuti, nella gestione delle strade provinciali e dei piani scolastici e nella sostanziale mancanza di finanziamenti aggiuntivi per riuscire a connettere zone finora cresciute autonomamente (penso proprio alle strade), ma anche alla ripartizione dei collegi elettorali (problema che non attiene solo alle elezioni, ma anche alle competenze dei tribunali) ed alle suddivisioni delle competenze delocalizzate, agli ospedali (che dipendono dai piani salute regionali e nel caso di quello campano che ne sarebbe delle enormi passività accumulate da questo?) e via discorrendo…un tema troppo ampio e complesso perchè lo si possa chiudere solo con le esigenze di essere di più per contare di più in ambito nazionale o meramente per considerazioni pseudo-etniche (a proposito quel grande lucania è davvero orribile!!!)…

insomma, per principio non sono contrario, ma al tempo stesso occorre valutare le mille implicazioni (che sono anche positive, per carità…penso all’aumento del tratto costiero fino ad ascea o alla competenza su un tratto maggiore di a3 e – perchè no? – all’occasione di unire il parco del cilento con quello della val d’agri per costituire un unicum assai interessante in termini ambientali e così turistici) che un simile passo comporterebbe per un sistema fragile come quello lucano…

caro molinari, non possiamo faciloneggiare su un tema simile solo perchè tanino fierro ne scrive sulla stampa, ma un serio dibattito sulla cosa è certo un passaggio da fare su entrambe le sponde o meglio crinali della catena montuosa che divide le due regioni