Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Il latifondo Eni, un film di genere, e “mo’ basta!”

  

Apprendiamo dal TG 3 regione della volontà di Eni di acquisire i fondi agricoli siti nella contrada Vigne di Viggiano, e ci chiediamo se questa sia la soluzione individuata dalla multinazionale per sedare tutti i malumori che la presenza di un’attività impattante quale quella del centro olii causa tra la popolazione, e se per caso non si sia mai pensato che questa soluzione sia applicabile ovunque con l’acquisto della intera superficie regionale sottoposta ad “attenzioni” per la presenza di idrocarburi.

  

Ma celie a parte sulla volontà latifondista di Eni, il paradigma che si annuncia con queste notizie è che bastino quindi i denari a “zittire” contraddizioni che ben altre attenzioni avrebbero richiesto e per giunta tale odioso compromesso tramite una compravendita certo legittima, ma di sicuro inopportuna, non di soli terreni, ma di una intera questione avverrebbe alla presenza di un sindaco, Alberti, di cui non si riesce a comprendere a questo punto il senso stesso della presenza, potendosi al massimo leggere in essa una funzione di garanzia tra terzi che non appartiene alla figura di chi dovrebbe tutelare interessi solo pubblici e non privati. Derapate solite dei sindaci della Val d’Agri a cui dobbiamo ancora ricordare di essere dei rappresentanti del popolo e non dei sensali che mediano tra le parti?

  

E i cittadini delle Vigne di Viggiano che ne pensano, venderanno quei terreni o resisteranno alle malie dei denari che di certo Eni non lesinerà nell’offerta, in un copione da film di genere? Vincerà l’animo di sistemare i propri affari personali o la tentazione di resistere per affermare una dignità oltre le persone e le cose, in una trama scontata che, dipende dalla critica, prevede “eroi e vigliacchi” o “pazzi o sani”?

  

Di certo tutto questo avviene forse non casualmente a pochi giorni da un enigma che sappiamo tiene in ambasce persino le forse dell’ordine – quanti saranno i partecipanti a “mo’ basta!”, la manifestazione che si terrà a Potenza sabato prossimo?

  

Nessuno ovviamente è in grado di prevederlo, vista la gran eterogeneità dei temi e degli organizzatori, delle modalità di convocazione, delle parole d’ordine e degli atteggiamenti che si suppone saranno la conseguenza di uno stile più che di un ragionamento, incrociandosi nel tema petrolio, Fenice, ITREC ed inquinamento una parte di quelle viscerali tendenze indigniste che attraversano la società italiana a dinamiche tutte lucane che parlano di tardivi risvegli, ma pur sempre risvegli, alla realtà di una regione che sconta i mali sistemici di una società post-moderna nel quadro di arcaicismo paternalistico politico e familistico che ormai è incapace di sopire le sue troppe contraddizioni.

  

Nel merito della manifestazione e dei suoi temi fin troppo eterogenei per non apparire un calderone in cui tutto appare indistinto, dei personaggi che la animano, delle stesse modalità di convocazione della manifestazione affidate ad un passa-parola mediatico in cui il tema (o i temi) parevano sciogliersi in un illeggibile e confuso identitarismo a tratti populistico, e senza essere neppure consultati siamo stati per diversi giorni dell’idea di non partecipare, convinti che inesattezze, forzature, improvvisazioni, guitterie, che sappiamo comunque essere parte integrante di quel metodo, nuocessero al tema stesso.

  

Il metodo quindi ci appariva essere diventato più importante del tema, tema al quale abbiamo dedicato e dedichiamo tanto tempo ed energie, e tale da farlo passare quasi come secondario nel rischio che si potesse infine leggere solo il primo e non il secondo, evento questo che ad uso e consumo dei poteri e delle loro succursali mediatiche poteva essere addirittura rivoltato come un identificante tra presunta “rozzezza” del modo e così banalità del tema, a rischio di compromettere una battaglia difficile.

  

Una consultazione nel nostro direttivo regionale ha però deciso ieri che una nostra non partecipazione alla manifestazione non solo sarebbe stata letta come il “sabotaggio” di altrui sforzi, legittimi ancorché per noi non condivisibili nel metodo, sforzi che comunque sui temi pongono una questione a cui siamo chiamati a dare contributo nel merito del nostro storico impegno, ma avrebbe contribuito proprio a fare leggere, mancando la nostra presenza, quell’identificazione tra modo e tema che paventiamo.

 

In puro spirito di responsabilità verso una battaglia aderiamo alla manifestazione, perché è questa che è importante e non i modi con cui non siamo d’accordo o le persone che ci appaiono detestabili.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil