qualcuno specula sui nostri sensi di colpa?

vi assicuro che non trattasi di pubblicità (e quando mai ci presteremmo o ci siamo prestati ad operazioni simili?), ma vi consiglio una lettura di questo libro di un nostro corregionale che affronta un tema duro che provo a sintetizzare in una domanda…ma quando qualcuno di noi concede del denaro ad una onlus per scopi benefici, siamo sicuri che quanto abbiamo donato finisca davvero per lo scopo per cui abbiamo dato?

ho assistito ad una presentazione del volume e nonostante ne avessi già sentore, ho avuto modo di scoprire un mondo a parte che mi ha profondamente disgustato, anche perchè simili comportamenti minano il lavoro onesto e prezioso che altre onlus svolgono in giro per il mondo ed a cui deve andare tutto il nostro appoggio…di seguito una breve presentazione del saggio…

 Quando “vendere povertà” diventa fonte di ricchezza …  

Francesco Petrone è l’autore di Quando la Onlus diventa un guadagno. Tecniche per arricchirsi salvando i bambini (Aracne 2012). In questo libro il giovane esordiente parla dell’ esperienza, vissuta in prima persona, come dialogatore per una delle più grandi onlus al mondo per i diritti dei bambini. Rientrato in Italia dopo diversi anni vissuti all’estero per motivi di studio e lavoro, l’autore si è scontrato con la dura realtà, comune a moltissimi giovani della sua età, della ricerca di lavoro. Motivato dal desiderio di lavorare nelle ONG, grazie anche ai suoi studi e alle esperienze fatte che gli consentivano di presentare un curriculum di tutto rispetto, Francesco ha iniziato a lavorare per un’ impresa di marketing internazionale che si occupa della raccolta fondi – il fund raising- per il terzo settore. Seppure animato dalla voglia di imparare per poi in futuro occuparsi di progetti più interessanti, ben presto ha dovuto invece scontrarsi con la cruda realtà che sta alla base di questa impresa. Prima di tutto il sistema piramidale, cioè un congegno capitalista studiato in maniera tale che i “capi” guadagnino percentuali su coloro che “sono sotto” di loro (fino a raggiungere cifre assurde come i vari milioni di euro dei vice-presidenti). In un sistema fondamentalmente filantropico, o presunto tale, non è contraddittorio usare le immagini di bambini che muoiono di fame, sete, AIDS e altre calamità, per guadagnare cifre enormi? Nel libro si parla anche di come molti giovani, vittime dell’ attuale sistema che non garantisce quella sicurezza che ci rende umani, siano spesso costretti a scendere a compromessi con queste attività, e come molti di loro, con la speranza di arricchirsi “vendendo povertà”, ci vedano una forma di riscatto contro la loro precarietà.

 

Per non parlare di come i sistemi di vendita ben congegnati, la motivazione falsa, i metodi di convincimento degni delle sette più agguerrite, si servano del bisogno di donare per creare una vera e propria “industria della solidarietà”.

 

Questo, e molto altro ancora, ci racconta Francesco Petrone con la sua esperienza. Con un linguaggio piacevole, chiaro e diretto, ci parla di un mondo che ritenevamo fatto in un certo modo, ma che in realtà nascondeva lati oscuri e che bisogna conoscere per poter decidere se effettivamente il senso della donazione è ancora quello puro e disinteressato che credevamo, oppure è il mezzo per far arricchire grandi multinazionali (la “Serpente”, il nome fittizio che l’autore usa nella sua denuncia, è un’ impresa australiana presente con oltre ottocento uffici in tutto il mondo. Oltre a raccogliere fondi per varie onlus, pubblicizza prodotti come Sky, Coca-cola e diverse società di carte di credito).  Un sistema ideato per gestire e non per risolvere le calamità umane, strutturato in maniera tale che la miseria possa esser messa in vendita per favorire la ricchezza di chi non ha il minimo scrupolo o il minimo senso etico di esser veramente di aiuto per il prossimo. Sebbene il sistema sia legalmente corretto, quanto lo è a livello morale? E poi,  che valore assume il far presa sulla precarietà dei giovani, molti dei quali non hanno altre alternative, per generare profitti “vendendo povertà”?

 Il nostro compito “è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già  di raccogliere certezze” diceva il filosofo Norberto Bobbio. E Francesco Petrone ha cercato di farci capire che anche in quello che ritenevamo più chiaro e trasparente, c’è qualcosa che assolutamente non va…21212_copertina1.jpgBiografia 

Francesco Petrone ha trent’ anni ed è dottorando presso la  Univesidad de Barcelona in Spagna dopve si occupa di Global Governance, diritti umani e processi di transizione democratica. Ha studiato Filosofia presso l’ Università Federico II di Napoli e Scienze Politiche presso la Universitè Libre de Bruxelles in Belgio. Parla perfettamente cinque lingue e ha svolto vari lavori come organizzatore di eventi, traduttore, giornalista per alcune riviste locali. Tra le diverse esperienze lavorative c’è anche quella che viene descritta nel suo romanzo d’ esordio.