potenza in movimento…cominciamo

c’è bisogno di altro a potenza, c’è bisogno di altro in basilicata…la crisi del sistema politico lucano e della rappresentanza democratica ad esso legata genera collusioni pericolose tra questo ed il sistema dei poteri forti, collusioni che, lungi dal rimanere occulte, si palesano ormai in una ragnatela di sodalità comparizie che si disvelano nel sistematico asservimento dell’interesse generale agli interessi particolari…la finalizzazione di questa regione alla soddisfazione degli appetiti devastanti delle multinazionali, l’inamovibilità di certe carriere politiche “eterne”(citare il caso colangelo alla guida della sel è sin troppo facile), l’affarismo bieco e senza alcuna etica delle classi politico-economiche dominanti, i conflitti di interesse tra pubblico e privato risolti sempre nel sistema della rendita garantita, la giustizia negata nei fatti dalle complicità omertose…mille sono le teste di questa idra che avvolge la basilicata e che denunciamo con forza, sapendo di non essere più soli…vogliamo superare questo sistema politico asfittico che genera corruzione, clientelismo, inefficienza e vogliamo farlo da ora!

dunque la necessità che una nuova basilicata si faccia avanti, la basilicata del lavoro e delle idee, della giustizia e dell’equità, del pensare criticamente all’oggi con l’occhio ad un domani che vorremmo migliore, a cominciare da noi stessi e da quello che ci sta intorno 

potenza in movimento, basilicata in movimento…cominciamo da alcuni punti nodali per la discussione, per una discussione da sviluppare tutti insieme, in modo condiviso e democratico…cominciamo a farlo dalle pagine di questo blog, cominciamo a farlo da potenza, sperando che questa febbre di rinnovamento radicale si estenda presto a tutta la regione, in una rete di civismo consapevole e di partecipazione dal basso…cominciamo a farlo pensando ad alcuni baricentri intorno a cui dovrà ruotare ogni ipotesi di cambiamento:

  1. ambiente e sostenibilità
  2. energia e trasporti
  3. gestione dei rifiuti e nuovi modelli di consumo
  4. programmazione urbana e riqualificazione del territorio
  5. partecipazione e democrazia
  6. solidarietà e politiche sociali
  7. finanze ed economia del territorio
  8. attività istituzionali e decentramento democratico delle funzioni
  9. cultura ed informazione
  10. politiche delle età ed attività sportive
  11. scuola e formazione professionale
  12. lavoro e mobilità
  13. beni comuni ed autogestione
  14. famiglia e modello sociale

diamoci sotto di intelletto e volontà!!!

miko somma 

2 pensieri su “potenza in movimento…cominciamo

  1. Anch’io ci penso.
    A proposito del punto 3:

    Dubbi e perplessità di un “normale cittadino a proposito del Regolamento Urbanistico.
    ____
    Da qualche tempo è in atto un vivace dibattito apertosi a seguito dell’approvazione del Regolamento Urbanistico di Potenza. I media locali hanno dato ampio spazio ad interventi di cittadini, addetti ai lavori, associazioni oltre che al Sindaco e all’assessore all’Urbanistica.
    Vorrei produrre anch’io, da semplice cittadino “utilizzatore” della città, alcune osservazioni e la richiesta di ulteriori chiarimenti a chi si sente in grado di darne.
    Prima di cominciare a parlare del R.U. è utile fare una fotografia della città di oggi dal punto di vista urbanistico e per far ciò non si può fare a meno di affermare che Potenza si è sviluppata in maniera caotica come se un Piano Regolatore non fosse mai esistito. Da più parti ci si lamenta della cementificazione selvaggia che ha interessato il capoluogo di regione, critiche sacrosante, e dei danni arrecati alla città stessa e soprattutto ai suoi abitanti. Sarebbe giustificabile il disastro arrecato con le costruzioni realizzate negli anni ’70, l’aver partorito rioni come S. Croce, Francioso e l’aver costruito palazzi enormi intorno al cucuzzolo della città doveva essere un monito per non commettere altri errori. E invece no, la variante del PRG del 1989, spacciata come soluzione ai mali arrecati in precedenza, ha prodotto nuovi disastri. Macchia Romana ed il Serpentone sono l’emblema di come non andava edificata la città.
    I danni di una urbanizzazione selvaggia sono sotto gli occhi di tutti, palazzi uno sopra all’altro, mancanza di parcheggi, poche aree verdi attrezzate, pochissime strade costruite e poche opere di urbanizzazione realizzate. Potenza è una città dove si sono rilasciate licenze per costruire interi quartieri senza curarsi di costruire le strade, i marciapiedi e dotarla dei servizi indispensabili alla comunità. Nella Zona G, per esempio, il comparto in via di ultimazione in cui si è iniziato a costruire negli anni 80, ancora oggi nel 50% del quartiere non sono presenti marciapiedi e manca la pubblica illuminazione in qualche strada; Macchia Romana è servita da una strada che è un offesa chiamarla tale e dove i circa 8.000 abitanti sono privi di scuole, asili, farmacia, ufficio postale. Si sono realizzate case, mi riferisco a Macchia Giocoli, senza accertarsi della disponibilità dei suoli e qualche famiglia ha dovuto pagare due volte la casa, si lasciano costruire case in una zona, mi riferisco a via Appia nei pressi del ponte 9 luci, dove dovrebbe essere possibile costruire solo attività commerciali e direzionali. Una città dove l’abusivismo edilizio è molto praticato tant’è che le tante leggi di condono hanno sempre ingolfato gli uffici comunali. Una parte di città, quella più pregiata, in pianura, lungo le sponde dell’inquinatissimo Basento, è gestito non dal Comune ma da un Ente privato, il Consorzio ASI, l’Area cosiddetta Industriale ha perso da tempo le caratteristiche che ne giustificarono l’inserimento nell’area di competenza del Consorzio, è un agglomerato dove sono presenti attività artigianali, commerciali, direzionali nate senza una programmazione efficace (anche qui mancano marciapiedi e parcheggi) e che si trovano a convivere con realtà non più compatibili con il contesto urbanistico, mi riferisco alla ferriera che si è venuta a trovare in una zona destinata ad insediamenti abitativi in virtù della trasformazione in atto a Bucaletto dove i prefabbricati stanno lasciando il posto a normali costruzioni.
    Ebbene in questo complesso di elementi che si è inserito il Regolamento Urbanistico di recente approvato dal Consiglio Comunale, e proprio nell’imminenza dell’adozione del nuovo strumento urbanistico che nell’ultimo anno si sono rilasciate un numero incredibile di permessi di costruire con le regole del vigente PRG e Regolamento Edilizio, tutto legale, per carità ma questo fiorire di cantieri ha arrecato ulteriori danni al già compromesso sistema urbano della città. Basta fare un giro per la città per rendersi conto che mai nella storia di Potenza si sono costruiti tanti fabbricati contemporaneamente, centinaia di migliaia di metri cubi, migliaia di vani, tantissimi fabbricati a destinazione commerciale direzionale. Molti di queste costruzioni aggraveranno i problemi di viabilità in punti strategici della città; via Anzio, Via del Gallitello, Via Isca del Pioppo, via del Basento, via Cavour, tutta Macchia Romana diventeranno delle trappole infernali per chi lì ci vive o per chi ci deve transitare.
    Altra anomalia che riscontro è il cambio di volumetrie in occasione dell’abbattimento e ricostruzione di vecchi fabbricati, evento che aggrava la vivibilità laddove ciò si verifica. Succede in viale Marconi dove l’ex fabbricato Ricciuti nei pressi del Ponte Musmeci prima composto da piano terra e primo piano oggi diventa un fabbricato con pianta raddoppiata e di 6 piani, è successo lì a fianco dove c’era un rudere oggi sorge il fabbricato della Banca Popolare di Bari, è successo nel piazzale della Stazione Centrale dove un vecchio stabile con tre o quattro abitazioni e un paio di attività commerciali diventa un enorme fabbricato con abitazioni, uffici, negozi, sta succedendo nel bel mezzo dello svincolo del Ponte Musmeci dove il vecchio fabbricato Perretti stanno diventando due torri gemelle, hanno tentato di fare la stessa cosa a Portasalza dove la vecchia Stazione di Posta si è trasformata in un fabbricato di volumetria doppia o tripla, ma qui almeno l’insano progetto è strato bloccato; c’è, in sostanza, la ripetizione del miracolo evangelico della moltiplicazione non dei pani e dei pesci ma alle volumetrie dei fabbricati.
    Non voglio dire che si sono commesse illegalità nella concessione delle licenze edilizie ma mi aspettavo che si intervenisse sulle norme vigenti per evitare queste anomalie, a mio parere di poteva intervenire con varianti mirate al PRG. Ma qui entra in gioco una specie di spada di Damocle a cui è stato dato il nome di “diritti acquisiti”. E qui la mia ignoranza tecnica – giuridica richiede spiegazioni. Che vuol dire questo assunto? Chi ha “creato” questi diritti? Perché sono stati “concessi” considerato l’evidente danno che ne deriva alla comunità potentina? Non si può mortificare il diritto della collettività,“accordando” diritti acquisiti,. Costruendo una città che invece di risolvere i problemi della vivibilità li amplifica in maniera scandalosamente e sfacciatamente favorevole ai costruttori. Per carità lungi da me l’idea di sparare addosso agli imprenditori edili o negare la necessità di costruire case per le esigenze della popolazione, a Potenza c’è ancora fame di case ed è giusto costruirle ma si doveva (e lo si deve ancor di più nel nuovo R. U.) tener conto della vivibilità di questa città, dove, fra l’altro, nonostante la messa sul mercato di tante nuove costruzioni, il prezzo delle case non accenna a diminuire, altro mistero per me in quanto la legge di mercato, in presenza di una così vasta offerta, doveva far abbassare i prezzi.
    Fatta questa lunghissima premessa parlare del nuovo Regolamento Urbanistico non è facile, il cittadino normale che vuol capire cosa prevedono le norme di tale strumento regolatorio non ci si raccapezza. Io ce l’ho messa tutta, ho letto, senza capirci gran che, tutto ciò che è stato pubblicato sul sito del Comune, ho partecipato all’assemblea pubblica indetta dalle Associazioni, ho partecipato ad una riunione del Coordinamento delle stesse Associazioni, ho letto il fiume di parole transitato sulle colonne dei quotidiani locali ma, sinceramente, le poche certezze che mi ero costruito vengono demolite dall’incomprensibilità della materia, fra DUS, DUT, perequazione Piano Operativo, credetemi, non è facile muoversi. Come si trasformerà questa città già “rovinata” da precedenti scelte urbanistiche? Io non l’ho capito e come me non lo hanno capito in tanti concittadini. Non è servito l’aver avuto l’accesso alla copiosa documentazione sul web, non sono servite a far chiarezza le assemblee organizzate per presentare il Regolamento, anche se proprio dal confronto con gli abitanti delle contrade si è raggiunto un compromesso che soddisfa il mondo rurale tant’è che tutto ciò che concerne le zone extra urbane non sono oggetto di contese.
    Dalla lettura delle carte non c’è identità di vedute per ciò che concerne le aree da destinare a verde pubblico; si assegna un ruolo fondamentale in questa ottica al Vallone di Santa Lucia, le aree a ridosso della fondovalle di Via Mazzini, ma più di qualcuno fa notare che proprio in queste aree si costruirà un grande parcheggio a servizio del Ponte Attrezzato e, cosa ancora più devastante, all’incrocio fra via Roma e Viale dell’Unicef si realizzeranno non meno di 30.000 metri cubi. Come si concilia la lettura data dal Comune con i rilievi di tanti cittadini? E’ conciliabile tutto questo cemento con la classificazione di Parco Urbano in quell’area?
    Non si legge nelle pieghe del R.U. come sarà il futuro Parco Fluviale del Basento, spero non ci si limiti a classificare come “parco” quella pista di circa 700 mt in betonelle! Mi sembra logico che un Parco degno di questo nome deve utilizzare TUTTI gli spazi oggi occupati dai capannoni della ex Cip Zoo, è un risarcimento alla città per i tanti anni di ammorbamento dell’aria propinato ai potentini. Ma proprio sull’area ex Cip Zoo, oggetto del desiderio di mastodontiche speculazioni edilizie, non ci sono elementi di chiarezza.
    Non ho letto nel R.U. dove dovrebbe essere costruito il terminal dei Bus interurbani, una moderna città non può consentire il transito in lungo e largo nelle intasate vie cittadine a centinaia di mezzi che rallentano il traffico e inquinano l’aria, pertanto un luogo dove far arrivare questi mezzi lo si deve individuare.
    Non ho capito se il R.U. ha individuato un’area per gli spettacoli viaggianti (circo, luna park e spettacoli vari) oggi confinati negli angusti spazi nei pressi degli uffici regionali.
    Non c’è traccia nemmeno del tanto decantato Piano di Localizzazione delle Stazioni Radio Base, nonostante da anni si annuncia l’adozione del piano che deve ottemperare ad una Legge Regionale, anche la promessa di armonizzarlo con il R.U. si è dimostrata falsa.
    Anche l’individuazione di un’area da destinare a polo sportivo deve essere urgentemente individuata. Lo Stadio Viviani non può più stare nel bel mezzo della città, c’è da costruire una nuova piscina in quanto quella di Montereale, oltre all’infelice ubicazione, non è delle dimensioni adatte alle manifestazioni di un certo livello, e se è vero, come si sente dire, che il Palazzetto CONI è stato venduto ai privati ci si deve preoccupare di costruire un nuovo impianto al più presto.
    Nella speranza che si possa fare la necessaria chiarezza sul futuro urbanistico della città di Potenza, in attesa di vedere quali e quante “osservazioni” saranno prodotte entro il 12 giugno spero che il civile confronto possa proseguire nell’interesse della città stessa e dei cittadini.

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