il comunicato annunciato

come già annunciato nel precedente articolo, eccovi il comunicato stampa costruito proprio su questo ed avente ad oggetto anche le dichiarazioni di de filippo…con gentile preghiera di pubblicazione, ovviamente

Royalties. Robin Hood tax, Risorse

 Il comitato no oil potenza nato nello specifico sulla situazione del pozzo esplorativo di monte grosso 2 a pochi km dal centro cittadino e sin da subito proiettatosi nella dinamica regionale della situazione petrolio, nel valutare con soddisfazione la riapertura politica della questione petrolio in questa regione ed il risvegliarsi di una coscienza collettiva lucana sul tema, riapertura che proprio questo comitato in mesi di lavoro ha praticato in comunicati stampa, manifestazioni, volantinaggi, raccolte firme, azioni di sensibilizzazione e pratica quotidiana di lotta al sistema esterno ed interno della colonizzazione, da noi con forza sempre denunciato come il cappio che stringe questa terra in una presa mortale di cui il petrolio è solo uno dei nodi più visibili, ma non certo l’unico –  e parliamo d’acqua, d’energia, di mafia e malaffare politico, rifiuti e tanto altro ancora.

Siamo riusciti a riaprire quindi ciò che sembrava chiuso per sempre, sia nei ricordi di chi questa lotta ha tentato invano di condurla negli anni passati, mancando forse di quel pizzico di sana follia che ci ha spinti ad andare avanti con tenacia e sacrificio, informando la popolazione dalle pagine del nostro blog www.comitatonooilpotenza.com di quanto accadeva e di come il sistema petrolio funzionasse in questa regione. Abbiamo informato con tutta la freschezza caratteristica di uno strumento moderno e tutta la forza d’animo antica di chi ama la propria terra, e continuiamo a farlo quotidianamente, più che mai coscienti che chi oggi si assume il merito di aver risvegliato la popolazione lucana sul tema del petrolio e delle royalties – parliamo del presidente De Filippo che parte per Roma a trattare non si sa neppure bene cosa e parliamo di tutti i politicanti che oggi amano assurgere al ruolo di salvatori di questa terra di Basilicata– prima di tutto si assumono dei meriti non propri, non riconoscendo il lavoro certosino di apripista di questo comitato e del sottoscritto, lavoro a cui tutti costoro hanno attinto con numerose visite alle pagine del nostro “misero” strumento informativo.

Ma non vogliamo certo incoronarci d’allori e non vogliamo farlo adesso, dal momento che la battaglia  per un petrolio che ritorni ad essere una risorse per questa regione non finirà certo per una trattativa che un presidente cerca di mettere su un tavolo romano a cui per motivi di schieramenti politici non è e non sarà il benvenuto. De Filippo cerca un nuovo accordo con la conferenza stato-regioni per un aumento delle royalties derivanti dagli idrocarburi estratti al 20%, sperando forse di ricavare un ben più misero 10% o poco più in cambio della possibilità di trivellare ovunque – ricordate le dichiarazioni del ministro dello sviluppo economico Scajola sulle istanze di ricerca in Basilicata, anche alla luce del suo inquietante viaggio elettorale in Val d’Agri? – con regole ancor meno, se possibile, attente ai mille problemi ambientali, sanitari, economici, clientelari, corruttivi e di programmazione del territorio che il sistema petrolio porta con sé come una malformazione congenita.

De Filippo cerca un nuovo accordo e lo fa forse per i soliti motivi elettorali (a poco meno di un anno dalle amministrative nei comuni e nelle province e a due dalle elezioni regionali, il dubbio non solo è lecito, ma diviene una certezza), e lo fa ancor di più per rimediare, a suon di blandizie paternaliste di pessimo gusto del tipo “io vi salverò”, agli scricchiolii sinistri di un sistema di gestione politica in crisi che riguarda il modello con cui si regge la Basilicata, e salvare così la faccia di un centro-sinistra che pare un comitato d’affari e clientele agli occhi dell’opinione pubblica lucana, non certo per un tardivo risveglio di coscienza e considerazione per l’intelligenza del suo popolo, mentre proprio lui e colleghi cantavano le suadenti note di una ninna nanna irretente che recitava “va tutto bene, va tutto bene”.

Ma mentre De Filippo gioca una partita di immagine con lo schieramento di centro-destra sulla nostra pelle, il PdL locale, a cui preme tanto difendere un governo nazionale di cui neppure un lucano fa parte e che racconta quanto la Basilicata sia sacrificabile, sponsorizza la Robin Hood Tax come “la soluzione”. Questa legge non solo non regala nulla alla Basilicata, essendo il suo cespite di fiscalità generale, ma sembra anzi fatta su misura per concedere il definitivo via libero allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio lucano proprio a quei petrolieri a cui con una mano si preleva una piccola parte delle loro fortune per finanziare quelle grandi, inutili e dannose opere (inceneritori, centrali nucleari, ponti sullo Stretto, etc) con cui Berlusconi foraggia il partito delle costruzioni, e con l’altra gli si apre la porta per l’invasione totale della nostra regione, che da sola fornisce i 3/4 del petrolio estratto in Italia  (è da notare infatti l’assenza di proteste da parte di costoro)

Ma il PdL lucano parla della riduzione del costo dei carburanti come del volano di sviluppo, agitando così al vento quella bandiera populista, così legata al malcontento verso un centro-sinistra becero ed arruffone, e tentando una scalata ai palazzi di via Anzio che passa anch’essa sulla pelle dei lucani.

Ridurre il costo dei carburanti non porterebbe a grandi benefici per la collettività lucana, rivelandosi piuttosto uno strumento di diseducazione proprio per quei modelli di consumo che andrebbero mutati per uscire dalla schiavitù degli idrocarburi. Pretendere trasporti pubblici efficienti, energie rinnovabili, sistemi di risparmio energetico, elaborare atteggiamenti individuali e collettivi più responsabili, ecco cosa potrebbe essere il vero volano di uno sviluppo possibile e sostenibile, non invitare a consumare ancora di più!

 

Noi del comitato no oil potenza abbiamo da giorni lanciato una petizione popolare chiedendo molte cose, tutela dell’ambiente, della salute, dell’economia legata al territorio, ribadendo che il problema petrolio non si esaurisce solo nell’aumento delle royalties che pure richiediamo, ma al 25% – altro che sconti che puzzano di carità e di continuità con un mortificante sistema coloniale, altro che contrattazioni da subire –  e chiediamo l’aumento al 25% per finanziare lo sviluppo altro, lo sviluppo legato al territorio, a cominciare dalla rete di auto-sufficienza energetica basata sulle fonti rinnovabili.

La nostra petizione popolare, le firme della popolazione, l’informazione, l’onestà intellettuale, la voglia di provare a cambiare davvero, questi sono i punti di partenza per una battaglia che rimetta al centro il popolo lucano, la collettività lucana e non i soliti politicanti compromessi da un potere troppo lungo e che si vorrebbe eterno, la collettività lucana e non quei progetti politici costruiti a misura di interessi individuali, la collettività lucana perché il petrolio sia davvero una risorsa per questa regione

  Miko Somma, portavoce del comitato no oil potenza