cambiare marca?…

(ANSA) – PRATO, 12 FEB – Un tunisino di 43 anni, a cui era stato applicato il braccialetto elettronico a Prato, se lo è strappato e si è allontanato dall’abitazione dove era agli arresti domiciliari. E’ quanto si apprende dai carabinieri che lo stanno ricercando. Il tunisino è stato uno dei primi in Italia al quale è stato applicato il dispositivo per il controllo a distanza.

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lancio breve e succoso, perché apre un fronte antico per la verità, quello della conformità qualitativa delle merci acquisite dalla pubblica amministrazione (della serie chi fa cosa, dove e come?) ed al contempo nuovo, quello delle misure alternative al carcere, tra le quali appunto il braccialetto elettronico che consente gli arresti domiciliari e la tracciabilità h 24 del condannato, misura questa che mi vede assolutamente concorde, vista la possibilità di “svuotare” anche così le carceri italiane di molti detenuti rinchiusi per reati di importanza minore…ma c’è appunto un ma…

ed il ma riguarda, visto il lancio, la qualità dei materiali usati perché un simile oggetto dovrebbe essere del tutto non “strappabile” e non, come nel caso, un oggetto che in qualche modo ci si può togliere, lasciarlo in casa in modo che si sia tracciati come immobili nel proprio domicilio e tranquillamente evadere o uscire per una passeggiata o anche per altre e meno nobili attività…

forse è il caso che il ministero della giustizia dia un’occhiata agli appalti fatti per questi braccialetti (che sono a livello di sperimentazione prima della loro introduzione ope legis nell’ordinamento) e riveda non solo lo specifico contratto alla luce della poco conformità dei materiali forniti al fine di evitare, quando l’uso diverrà generale, “distrazioni di massa dal domicilio”, ma riveda al contempo (e sarebbe il caso che ne faccia tesoro anche il commissario a quella famosa spending review che non parte mai) il citato criterio del “chi fa cosa, dove e come…