il cannibalismo…

allora proviamo ad entrare con la maggiore profondità tipica di un articolo e non più con la lapidarietà di un post breve, nella comprensione di quanto è accaduto in questi due giorni convulsi che hanno portato alla caduta di letta e del suo governo di necessità ed all’incoronazione coatta di matteo renzi alla guida di un nuovo governo che però rimane vecchio, vista la sostanziale ed immutata composizione della maggioranza a suo sostegno data dai numeri che sono in parlamento e precisamente al senato…

ho parlato di killeraggio politico, di omicidio politico (per la verità questa frase l’ho sentita stamane alla polverini ad agorà) di un presidente del consiglio e di questa figura retorica sono sempre più convinto, man mano che le ore passano ed al disgusto iniziale provato per una esecuzione in piena regola e senza alcuna istanza difensiva, si sostituisce la razionalità di comprendere che si è consumato in queste ore un sovvertimento istituzionale senza precedenti nella mediaticità assunta da una direzione che a me è parsa un tribunale militare ed un plotone di esecuzione…

qui non è in questione se letta avesse o meno le mie simpatie (e non le ha mai avute anche precedentemente all’incarico assunto), ma quanto il parlamento sia stato spodestato dal suo ruolo di contenitore naturale di una crisi di governo, quanto questo avrà conseguenze per il futuro delle nostre istituzioni, quanto infine il quadro politico generale (e la stabilità conseguente) verrà influenzato da una sostituzione in corsa del presidente del consiglio da un nuovo presidente in pectore (considerando che molto difficilmente napolitano non darà l’incarico a renzi) che se pure avrà un suo programma di governo, dovrà poi necessariamente fare i conti con la sostanziale uguaglianza della maggioranza che lo sostiene e che pure quel programma dovrà condividere…

torniamo per un istante a letta ed al suo incarico di formare un governo nella scorsa primavera, quando dopo il voto e la sostanziale impossibilità alla formazione di una maggioranza che desse sostegno ad un governo, dopo l’impossibilità dell’elezione di un nuovo presidente della repubblica e la rielezione di napolitano che impone le sue scelte come conditio sine qua non per la sua rielezione al margine di un precipizio istituzionale inedito alla storia del paese, e torniamo così anche al compito che quel governo di cui fu dato incarico a letta di essere il presidente (e che fu a tutti gli effetti un governo coatto del presidente della repubblica e da lui imposto) doveva compiere, mettere cioè in cantiere un complesso di riforme che cambiavano forma allo stato e di cui il lavoro dei saggi era compendio ed indicazione di percorso, e varare una serie di provvedimenti utili al contrasto della crisi nella reggenza dell’austerità nei conti pubblici impostaci da bruxelles…

quel governo che appunto si fondava sulle larghe intese era un governo che nasceva di fatto già paralizzato dalla sua composizione massimamante basata sulla partecipazione dell’allora pdl (poi scissosi in forza italia e nuovo centrodestra) e di un pd che vorrei non si dimenticasse era orfano del suo segretario naturale bersani, dimessosi in seguito all’impossibilità di formare un governo, e pro-tempore guidato da epifani, un governo tanto paralizzato dal compromesso da riuscire a muoversi solo per margini operativi e sui margini stessi…

accadde così che letta, dovendosi muovere sul filo sottile di un equilibrio precario tra le richieste demagogicamente anti-tasse di un berluskoni che faceva campagna elettorale continua e nel frattempo si attendeva  salvacondotti personali, e così stretto proprio dai numeri parlamentari, non abbia potuto fare nulla di significativo sia nel senso delle riforme istituzionali (a mio avviso, come ampiamente detto, deprecabili esse stesse ed in quel contesto di necessità), sia come contrasto reale alla crisi, prima della scissione stessa del pdl e della conseguente “liberazione” di un piccolo pacchetto di voti a destra, utile forse alla messa in campo di un’azione di governo meno ricattata dal cavaliere e dalle sue esigenze, ma purtroppo ormai in clamoroso ritardo tanto verso la crisi ed il contrasto ad esse in termini di provvedimenti da mettere in campo, tanto verso il prevedibile maremoto che le primarie del pd già prospettavano con evidenza…

ed è in questa chiave che credo vada osservato quanto accaduto in termini di “blocco” democratico e che credo sia stata una delle motivazioni dell’accelerazione data da renzi alla dismissione di letta, aver compreso cioè che questo era il “momento” di dare concretezza al siluramento, dopo aver conquistato il partito ed imposto con violenza la sua linea e prima che letta potesse riconquistare qualsiasi spazio di manovra…

le smisurate ambizioni di renzi, di cui lo stile è parte sostanziale e non mero aspetto formale (ricorderete il famoso “chi?” e la pervicacia di andare a contrattare le riforme proprio con berluskoni prima ancora che con l’assetto della maggioranza a sostegno del governo), quasi caratteriale come si sono subito affrettati a blandire i “vicini” al sindaco, non potevano attendere oltre sia per l’impasse nel quale rischiava di cadere la legge elettorale (che nei fatti è la madre delle riforme), sia per un differente percorso di approccio alle riforme nel loro complesso che una continuazione del governo letta avrebbe determinato…

in parole povere a renzi non interessa una riforma ragionata del titolo V che limiti alcuni bizantinismi ed incongruenze che la stesso titolo ha partorito nel rapporto tra stato ed autonomie, ma renzi persegue un neo-centralismo che riporti una esaustiva quota decisionale in ambito governativo, a renzi non interessa un senato che sia ricondotto alla sua essenza primigenia, quella di una camera delle autonomie regionali che pure era del dettato costituzionale, a renzi interessa l’abolizione del bicameralismo perfetto, quello dove una camera fa esattamente quello che fa l’altra, in nome di una concentrazione decisionale puramente ratificante, a renzi non interessa una legge elettorale che dia lettura delle opinioni politiche del paese, ma interessa una legge elettorale che, ribadendo un bipartitismo granitico, sia a supporto della governabilità, dimenticando che legge elettorale e governabilità sono argomenti del tutto diversi, l’uno attenente alla espressione democratica, l’altro semmai alla qualità dell’accordo politico raggiungibile che dovrebbe a ragione essere fondata così sugli elementi programmatici e non sul numero grezzo…

a renzi soprattutto interessa “aprire” al liberismo post-blairiano più di quanto a letta ed all’assetto del partito freddo (il pd) sia concesso immaginare e/o volere, a renzi in sostanza interessa un modello di società e di economia del paese costruito a misura delle sue ambizioni poco democratiche e post-berluskoniane di voler sostituire per sempre al parlamentarismo senza vincolo di mandato una forma di plebiscitarismo assunto a canone quasi divino ed in ogni caso ineluttabile, che trasforma i parlamentari in piccoli sacerdoti ubbidienti, anche se dissenzienti…

ed ha trovato così spazio facile nell’attitudine al piccolo cabotaggio ed al calcolo personale che credo sia una cifra politico-esistenziale di troppi parlamentari e dirigenti del pd ed a prova di ciò i numeri che trova in quella direzione, numeri ben oltre quelli espressi dalla sua corrente, trovano nel solo civati e nella sua coerente opposizione un argine seppure del tutto inutile, declinandosi così a mio avviso nel pd non la realpolitk che alcuni osservatori “giurano”, non la difesa dell’unità formale del partito e neppure il calcolo della “bruciatura” che qualche altro ottimista ipotizza, ma la più pura espressione della piccolezza umana massificata che, calata in quella direzione, ne hanno fatto tribunale militare e plotone di esecuzione verso un uomo politico e della sua azione, quando sino al giorno precedente di quell’uomo e di quella esperienza ne era confessionale ed ospizio quasi misericordioso e comprensivo…

ma qui non è mia intenzione ex post difendere letta di cui è deprecabile la vicinanza ai poteri forti della finanza e certa mentalità economicista o difendere napolitano e la sua “creatura” democratica delle larghe intese come canone eterno ed imprescindibile, qui vorrei sottolineare come una crisi che si è consumata fuori dalla sua sede naturale, il parlamento, sede che, pur essendo questa crisi come tante altre nata in un partito, è quella nella quale si misura il grado di fiducia di una democrazia parlamentare anche di fronte all’esplosione delle contraddizioni politiche, depotenziando ancor di più la valenza del luogo ove vive la volontà popolare e sottraendogli ulteriore spazio di azione in un contesto costituzionale che è ancora imperniato sulla sua centralità, in favore di una extra-parlamentarizzazione dei fenomeni politici che suppongo essere l’ingresso verso altre e certamente molto meno democratiche forme di organizzazione dello stato…

ma la crisi stessa, con il suo portato umano che trasforma letta in una vittima e me ne fa assumere simpatia e comprensione in un contesto che va disumanizzandosi sempre più e mette in cantina con definitezza forme sociali evidentemente considerate “desuete” come la parola data ed il rispetto reciproco (con ciò portando forse al cannibalismo politico e sociale come pratica coerente ed ormai stabile di una società incattivita e di cui la politica è solo il paradigma più evidente) rischia di essere meno grave della sua soluzione…

mi chiedo infatti se la maggioranza di governo che sosteneva letta e che oggi dovrà sostenere renzi, sosterrà anche per intero i suoi progetti ed il suo programma che ancora nessuno ha visto o se non vorrà, come logico, “vedere cammello”?…

o più semplicemente se il giovane matteo non dovrà scendere a più miti progetti in nome di quei numeri che sempre meno da domani avrà modo di poter cambiare?

e la gente, gli italiani, capiranno questa manovra che è manovra di palazzo, quel palazzo da cui il giovin matteo era lontano, mentre ancora impazza la crisi e la più profonda solitudine in cui la stessa ha precipitato un popolo che per sua storia e natura è un popolo sociale?

miko somma