Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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La commissione e gli inceneritori suggeriti.

  

Premesso che la visita di una commissione parlamentare è prassi istituzionale di altissimo rilievo e di indubbia importanza, occorre però dire che, nel merito della visita della Commissione sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti, gli atti esaminati sono gli atti ufficiali messi a disposizione dalle istituzioni lucane, quelle cioè in prima persona chiamate in correo politico per la penosa situazione in cui versa la gestione dei RSU nell’intera regione, atti che se danno misura delle difficoltà nell’organizzare raccolte differenziate decenti – neppure a parlarne di efficienza! – certo non si pretende potessero gli stessi indicare colpe e/o doli nella gestione di un ciclo rifiuti che prima di essere potenzialmente afflitto da “manovre” di eco-mafie, è di sicuro ammalato di cialtroneria e notorio senso dell’approssimazione.

  

Se cioè il ciclo dei rifiuti lucani sia nelle mani della criminalità delle eco-mafie o dei potentati economici ad esse prossime, ciò è certamente meno vero di quella strutturale e, per molti versi, voluta mancanza di coordinamento tra i soggetti coinvolti che prima ancora di esser palesemente “deviata” da collusioni, è punteggiata di troppe “zone grigie” per dirsi trasparente, ed è appunto alla trasparenza del sistema, quindi alla sua democraticità, che in primis dovrebbe puntare un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti.

  

Così se la commissione non individua collusioni evidenti con fenomenologie criminali che purtroppo ci sono troppo vicine per essere escluse dal contatto, ciò non significa che collusioni non vi siano, ma che all’analisi documentale ciò non è stato rilevato – e di zone grigie ve ne sono tante anche in metodi di certificazione che sollevano dubbi di troppo facile manomissione in assenza di puntuali verifiche sul campo – dovendo invece registrarsi strane critiche all’organizzazione della raccolta differenziata e alla mancanza di infrastrutture che sono state usate per strane allusioni alla necessità dell’intervento dei privati nel ciclo dei rifiuti, peraltro con asserzioni erronee di un’Europa che ce lo chiederebbe.

  

Così se ci è difficile comprendere a cosa sia servita la presenza della Commissione nello spulciare atti di carico e scarico che sono proprio le lacune legislative a rendere manomettibili prima ancora che lo siano davvero, a compiere sopralluoghi in impianti a rischio e tuttavia in funzione nonostante criticità e fatti giudiziari, ed in siti di presunti interramenti di scorie pericolose, più facile ci risulta comprendere a cosa ed chi sia servita. E non abbiamo molti dubbi che sia servita a “tacitare allarmi” e ad aprire strade ad una privatizzazione della gestione del ciclo dei rifiuti che interessa bipartizan i maggiori partiti, pd e pdl e, in subordine numerico, non di interesse, l’udc, in sostanza l’asse d’appoggio al governo tecnico, un asse che sui rifiuti pare esprimere cultura unitaria nel considerare gli inceneritori come necessari.

  

Governo tecnico che non ci pare essersi espresso contro gli inceneritori, esattamente come gli attori politici che oggi lo sostengono e che nel corso degli anni si sono più volte espressi a favore o non in disaccordo con l’ipotesi di allocare ancor più termovalorizzatori nel Paese – termine questo sanzionato invece dalla U.E. come non veritiero della reale funzione di quegli impianti.

  

Inceneritori il cui affare sta appunto la loro costruzione, e non certo nella loro idoneità a soluzioni del problema rifiuti coerenti ad ambiente, salute, economia dei costi del sistema e del riciclo delle materie seconde, e che, come molti affari, sono strutturati intorno a lobbysmi che sappiamo essere presenti in Parlamento, segnatamente proprio tra i partiti che oggi sostengono un governo noto per decisionismi di cui crediamo avremo prove anche nel capitolo inceneritori che, al pari della TAV, sollevano proteste trasversali tra le popolazioni dei siti interessati alla loro costruzione, necessitando il riassorbimento di queste contraddizioni di interventi forti che la politica oggi non può o vuole assumersi.

   

Temiamo che l’ottimismo della Commissione stimoli  i “partiti” degli inceneritori in regione a forzare la loro programmazione in sede di nuovo piano regionale dei rifiuti, affidandone la costruzione e gestione a gruppi privati, come da anni denunciamo, nel pericolo di rifiuti vagliati a CDR e simili, provenienti da regioni attigue sia, ex dl 152/06, trasportato e da noi incenerito in impianti che ci paiono “suggeriti”.

  

Chiediamo quindi che sia presto discusso in Consiglio Regionale il piano a rifiuti zero da noi elaborato, inviato e presentato ai consiglieri per soluzioni a freddo, in ciclo economico virtuoso, degli RSU lucani.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil