09/11/2012

Tupàc Amarù II 

Quando guardo alla generazione dei ventenni-trentenni, in larga misura una generazione perduta, spesso li vedo affrontare il dramma di un futuro lavorativo ed esistenziale che gli viene negato concentrandosi su un eterno presente, in pratica cancellando l’idea stessa del futuro. non fanno programmi, non progettano, non cercano di immaginare loro stessi fra 10 o 20 anni. Vale solo l’hic et nunc. La mia generazione, che oggi ha circa 40 anni, e che è stata fra le ultime ad avere la possibilità di un inserimento lavorativo più o meno di massa, ha il problema opposto: essendoci formati negli anni Ottanta e Novanta, in anni in cui la fase ascendente del capitalismo sembrava dischiudere orizzonti infiniti, abbiamo l’incapacità di vivere l’oggi e viviamo costantemente proiettati in una programmazione del futuro. Siamo stati giovani e siamo cresciuti misurando l’oggi soltanto in funzione di ciò che ci poteva portare per il domani, e quando siamo arrivati al momento in cui, normalmente e secondo la nostra programmazione, avremmo dovuto raccogliere, la crisi ci ha tagliato le gambe. Il ventenne-trentenne di oggi, immerso in un eterno presente, riesce ancora a ritagliarsi uno spazio di felicità personale, ma il declino inarrestabile degli assetti socio-economici del nostro Paese, ed in misura diversa dell’intero occidente, prima o poi gli farà pagare un conto drammatico. Noi, invece, guardiamo avanti, e rabbrividiamo per un futuro che si annuncia soltanto fosco e senza vie di uscita. E non riusciamo nemmeno a godere dei benefici del presente. Per uscire dalla crisi, occorrerebbe costruire un uomo nuovo, con i piedi ben piantati nella terra e nel fango dell’oggi, e la testa nel cielo di un futuro possibile, alternativo a quello che ci viene proposto. Ma l’uomo nuovo non esce fuori: si perde fra il dramma di un futuro negato e di un presente non speso.

 

Un pensiero su “

  1. ed a questa amara riflessione di tupac, vorrei rispondere che il futuro possiamo riconnetterlo all’oggi…e chi legge questo blog sa di cosa sto parlando

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