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Riforma Consorzi di Bonifica, le proposte di Santochirico

07/12/2012 18:53

Con un intervento affidato ai media locali il presidente della prima Commissione anticipa i temi in discussione con il ddl della Giunta (Consorzio unico, nuove funzioni, durata e caratteristiche del commissariamento) ed avanza alcune proposte

ACR  “Tenendo conto del dibattito e anche valorizzano elaborazioni e proposte della precedente legislatura, per coniugare principio di sussidiarietà, adeguata partecipazione, economicità della gestione, si può riflettere sull’ipotesi di mantenere l’autonomia degli attuali consorzi e realizzare forme di condivisione degli strumenti operativi di gestione (direzioni, uffici tecnici, catasto, ragioneria, ecc..), magari imposte per legge, garantendo una regia, o comunque una forma di coordinamento unitario. Si terrebbero così insieme razionalizzazione, contenimento dei costi, maggiore efficienza, sussidiarietà e democrazia”. E’ quanto scrive, in un intervento affidato ai media locali, il presidente della prima Commissione permanente del Consiglio regionale (Affari Istituzionali), Vincenzo Santochirico (Pd), che commenta la discussione sul disegno di legge della Giunta regionale sulla riforma dei Consorzi di bonifica.

Oltre ad affrontare il tema del consorzio unico, Santochirico si sofferma sulle nuove funzioni che la Giunta vorrebbe affidare a questo organismo, affermando tra l’altro che “in attesa di sciogliere nodi essenziali – quali quelli relativi a province, ambiti territoriali di area vasta (ex comunità locali o attuali aree programma o quelli che ci saranno), enti e/o agenzie verticali a livello regionale – più che attribuire perentoriamente e ordinariamente alcune nuove competenze ai consorzi, potrebbe essere utile prevedere la facoltà che la Regione possa delegare o assegnare loro la predisposizione e/o l’esecuzione di progetti, opere, interventi in determinate materie, accompagnandole con la necessaria dotazione finanziaria”.

Quanto, infine, al tema del commissariamento, Santochirico ritiene che “una fase transitoria e di riassestamento, coincidente con il commissariamento, è inevitabile, ma bisogna limitarla rigorosamente nel tempo e nel mandato, per ripristinare al più presto la normalità. Messi i conti in sicurezza, delineato un quadro finanziario che assicuri la gestione ordinaria, allestito il sistema interconsortile di cooperazione nella gestione di servizi e funzioni, dovrà rapidamente convocare le elezioni per il rinnovo degli organismi di autogoverno per tornare alla normalità con Consorzi più efficienti e più rafforzati, ma ugualmente democratici e ancorati al territorio”.

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bene, depurato da tutto il politichese politically correct, effettivamente poco si comprende di cosa voglia dire santochirico a proposito dei consorzi…nell’ordine se si discute di consorzio unico, lui dice di fatto che i consorzi possono restare nominalmente 3, previa la mesa in comune di servizi e funzioni che di fatto lasciano solo i 3 nomi dei consorzi di bonifica (alto bradano, metaponto e val d’agri) con 3 presidenti e 3 consigli di amministrazione…una cosa molto democristiana!!!…lasciamo cioè vive le tre posizioni apicali tanto per non togliere poltrone agli amici o agli amici degli amici…mah!!!…una verà novità…e la sede, non ci è difficile comprendere sarà a matera…o dopo la salvezza della provincia da qualche altra parte?

ed in quanto alle funzioni santochirico (che ricordiamo non casualmente essere stato presidente della creatura di bubbico, acquedotto lucano spa) individua proposte che di fatto già sono state attribuite alla competenza dei consorzi, almeno stando ad alcune ultime delibere di giunta (che abbiamo commentato) che attribuiscono ben 20 milioni ai consorzi per il rifacimento delle reti (o di una parte di esse nella enormità di perdite in rete che superano il 50%)…di che stiamo parlando allora?…di leggine che servono solo a confermare lo status quo nel mini-gattopardismo di dar l’impressione di voler cambiar qualcosa per non cambiare niente?…

perchè il problema vero dei consorzi non sta tanto nel fatto che siano 3 (e sono francamente troppi), quanto nel fatto che la loro gestione, oltre alla illogicità conclamata, è del tutto in linea con la “spartonzia” politica che non si limita alle sole poltrone, ai consigli di amministrazione, alle consulenze esterne, quanto ad una serie di partite economiche a queste legate nella microappaltistica, alla distribuzione del lavoro negli stessi con la vecchia logica del “un tanto a te per i tuoi, un tanto a me per i miei” e via discorrendo, mentre manca del tutto una idea coerente di gestione oculata del nostro patrimonio idrico ad uso agricolo…

ed è proprio questo il punto sul quale si può innestare un discorso sui consorzi…quindi a partire dalla domanda “che cosa fanno adesso?”, traslando per la domanda “che cosa dovrebbero fare in ordine ad una gestione seria delle acque?” che si riesce a percepire una via per la loro trasformazione da poltronifici in strumenti operativi di gestione…

in parole povere, se stabiliamo di cosa debbono occuparsi, la via è semplice per la riorganizzazione, tenendo conto che in questi anni altre “competenze” si sono affacciate nel settore (acqua s.p.a. tanto per fare un esempio pregnante) ed altre stanno sparendo (ente irrigazione, l’eipli per intenderci), ma pur un’idea occorre ed è su questo che casca l’asino di una politica lucana che sulle politiche idriche (e non solo, verrebbe da dire) non riesce a decidere, ingabbiata dalle rendite di posizioni che vanno ” cencellianamente compensate” nel riordino degli enti e nella riduzione delle poltrone, ma anche e più gravemente nell’assoluta mancanza di idee che diano origine a principi ispiratori…

risulta così del tutto inutile commissariare (seppur necessario, almeno in prima battuta, vista la terrificante sposizione finanziaria degli stessi consorzi, che dipende si dai mancati pagamenti che pare assommino a circa 15 milioni di euro, ma anche dalla scorretta prassi gestionale), se non si mette subito in campo una proposta operativa che prima individui le funzioni da far assolvere ai consorzi, poi li riorganizzi in base alle necessità proprie della stessa funzione…e francamente nel discorso di santochirico la proposta, se pure c’è, non la si percepisce affatto, leggendosi semmai un equilibrismo tutt’altro che incomprensibile viste le mire del soggetto in questione, la presidenza della regione!!!

noi invece avremmo qualche proposta operativa ed a tempo debito…inutile dare consigli quando potresti tu stesso metterli in opera, no?