tante fauci su altrettante teste…

piaccia o meno, le primarie di un ipotetico centro-sinistra senza il pd e tagliato su misura per le ambizioni di falotico di diventare sindaco di potenza si sono svolte e pur non avendo visto la partecipazione al voto di folle immani (i votanti sono stati meno di 2.500, quindi poco più  del 5% dell’intero corpo elettorale della città capoluogo) un dato subito si pone evidente, quello che nonostante tutto falotico si veste dell’ancora confuso e non disvelato imprimatur di un “altro centro-sinistra”, pur non facendone tecnicamente parte visti i suoi tanti passaggi di qui e di lì tra sinistra, destra e centro, per tentare la sfida al candidato del pd, di sel e di altre formazioni, l’avvocato petrone…

ora se a falotico interessava solo partecipare alle amministrative in qualità di candidato sindaco, il circo di queste primarie fatte in casa si sarebbe potuto evitare, ma con tutta evidenza a falotico interessava partecipare alle elezioni intestandosi una parte del centrosinistra e tentare in questo modo ciò che umanamente non gli sarebbe stato possibile, la sfida reale a petrone e ad un pd cittadino che almeno formalmente è parso ricompattarsi sulla scelta dell’avvocato amministrativista…

e pur non potendo, almeno ufficialmente, contare sull’appoggio delle correnti del pd (ma sappiamo che un conto sono le dichiarazioni dei cosiddetti big, un conto sono poi i comportamenti imposti alle loro truppe cammellate), quindi non potendo sperare in un voto realmente in grado di portarlo oltre il 50%, le intenzioni di falotico sono quelle di “costringere” petrone al ballottaggio, dove presumibilmente sulla sua figura convergerebbe il voto delle destre e di ogni cittadino che vede continuità tra petrone e la controversa figura dell’ex sindaco santarsiero…

in soldoni quindi se anche per un voto soltanto petrone non dovesse spuntarla al primo turno, al secondo turno contro di lui si coalizzerebbe un’armata variegata e variopinta, pronta a far pagare al pd ogni nefandezza, ogni errore, ogni leggerezza compiuta o supposta nell’amministrazione della città capoluogo…e le previsioni si fanno difficili in un clima elettorale dove si può giurare che di programmi concreti si parlerà poco, mentre il populismo della promessa facile impazzerà e si distribuirà ad iosa dal centro città alle più remote contrade…

perché a voler parlare seriamente di programmi, prima ancora che illustrare e tentare di far materializzare all’immaginario collettivo quanto bella, sana, ricca, interessante, viva e vegeta può diventare potenza con la scelta di un candidato o di un altro, occorrerebbe iniziare con il porre una condizione ipotetica, cioè “se la città non verrà commissariata per il suo enorme debito, il cui ammontare è pregiudizievole di qualsiasi intervento serio proprio a partire dalle partite di bilancio”…come a dire che se la politica si fa con i denari posti su una partita di bilancio o sull’altra, facendone così intuire la maggiore o minore valenza ai fini di una visione prospettica e progettuale della città che si intende costruire, bene quelle poste sono tutte già obbligate ed occupate, lasciando almeno sulla gestione delle partite correnti poco o nulla margine in grado di innescare una differenza…

ora discorso bilancio a parte (ma considerate che alcuni maggiorenti politici proprio per la situazione bilancio si sono tirati indietro, anzi non si sono neppure lasciati tentare dal “pensiero di farci un pensiero” – e tanto per essere chiari un commissariamento su un dissesto finanziario impedirebbe la ricandidatura del sindaco, a prescindere se sia stato lui o meno l’artefice di tanto disastro) ed a parte ovviamente quanto gli altri contendenti riusciranno a contabilizzare in termini di voti (parlo ovviamente di una decadente forza italia che esprime cannizzaro come improbabile sintesi, non avendo o non volendo mai avere uomini propri ad esporsi inutilmente, e dei 5 stelle che candidano lo sconosciuto ai più giannizzari, più altre listarelle autoreferenti ciascuna con i suoi roboanti proclami di poter esprimere il sindaco, ma le reali aspirazioni di poter piazzare al meglio un consigliere comunale), è chiaro che la sfida tra falotico e petrone è molto più di una contesa tra uomini e forse anche tra partiti…è una contesa di paradigmi politici…

il primo quello di un pd che dopo il bagno freddo delle primarie tenta di ritrovare una solidità, sbagliando completamente i criteri di scelta di un ottimo candidato che forse andava “presentato” prima ai suoi iscritti e poi alla cittadinanza, con ciò rivelandosi una scelta di palazzo, il secondo, quello di un coacervo di soggettività politiche che, stante la gassosità dell’appartenere che pare contraddistinguere una certa esperienza basata più che sull’auto-riconoscimento del votante di un percorso anche malamente collettivo, sulla filiera o sulla relazione corta e cortissima con il candidato e sul trionfo della più evidente personalizzazione della stessa politica, percorso questo materializzatosi in regione con marcello pittella ed il suo aplomb renziano in salsa imperiale alla lauriota…

quindi la contesa – ci si può giurare sopra – non sarà tra idee differenti di città, ma tra idee differenti di politica e di appartenenza al punto probabilmente più basso mai raggiunto da una città che avrebbe avuto bisogno di candidature in grado di suscitare impegno collettivo e non gioco di tribù con probabile alleanza finale per spolpare un cadavere, quello del pd, a mio avviso niente affatto disponibile a lasciarsi mordere, quanto piuttosto a strapparsi da solo con le tante fauci a corredo di altrettante teste di idra ampie porzioni di carne viva, quella dei suoi elettori sempre più stanchi e sempre più indifferenti…

miko somma