Comunicato stampa

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Girare intorno al problema di una Basilicata Saudita che si va prospettando.

Mentre proseguono gli incontri tra il ministro alla sviluppo economico Guidi ed il governatore lucano su un affare, quello delle estrazioni di idrocarburi, in un verso o nell’altro importante per questa regione e non più eludibile ad un confronto serio e globale con il Governo nazionale, sovvengono delle riflessioni in merito ai “risultati” portati a casa in forma per ora dialettica, la ripresa di erogazione dell’improprio  bonus carburanti, il memorandum ed i suoi effetti di maggiore contribuzione verso la regione, l’art 16 del decreto liberalizzazioni e quella fuoriuscita dal patto di stabilità delle royalties che tutti auspichiamo sia possibile, pur nella critica dello strumento adottato per forzare la mano, una leggina regionale che il presidente “impone” al consiglio. Così molta allegria sui media, ma si tratta di un gioco di illusioni.

E veniamo allora ai punti, a cominciare dalla ripresa di erogazione del bonus, decurtato da un forfait a valere sulla ripartizione del 2011 delle somme già incassate dal fondo e dovute ex art.45 della legge 99/09 anche alle regioni che ospitano rigassificatori, chiarendo che se pure si riporta a casa quanto ai lucani già dovuto e finora bloccato dai ricorsi in merito della Regione Veneto, non si comprende come una migliore distribuzione dello stesso secondo criteri di proporzionalità reddituale possa migliorare la palese iniquità distributiva del beneficio concesso, sulla cui sostanza legislativo-regolamentare si deve  intervenire per migliorare fruizione universale e natura causale, trattandosi di obbligo la destinazione a card carburanti ed il ritorno di cassa per le compagnie e non di quella libera scelta di utilizzo da parte della Regione che pure sarebbe stata auspicabile, ma di cui non si fa cenno alcuno.

A questo proposito vorrei ricordare che da molto tempo esiste una proposta di modifica del testo della  legge 99/09 all’art. 45 che il sottoscritto non ha solo presentato alla stampa, ma prima inviato a tutti i parlamentari lucani della precedente legislatura senza ottenere risposta, poi riconsegnato ad alcuni di loro eletti nella seguente, attuale legislatura, in particolare al capogruppo PD alla Camera, Speranza, proposta che pur contenendo elementi migliorativi e di creazione di cicli economico-ambientali locali che l’attuale uso del bonus non consente, non ha però ottenuto finora risposte fattuali od atti concreti.

Riportiamo quindi a casa quanto già nostro sul bonus carburanti e senza sostanziali miglioramenti che non siano un aggiustamento di un “mostro giuridico” d’epoca e natura berlusconiana e fattura tipica di un basso artigianato parlamentare, sul quale la ex pdl tentò di agguantare successi politici locali però mai arrivati, ma la “festa dell’illusione” pare non dovere finire qui, se è vero che sulla scorta di quanto disposto al combinato di memorandum ed art. 16 ex decreto liberalizzazioni, il ministero si impegna a modificare il decreto interministeriale del settembre 2013, innalzando da 50 a 250/300 milioni di euro, subito corretti a 200, per 20 anni, tenendosi però conto nel calcolo dell’Ires da cedere alla Regione Basilicata delle autorizzazioni già concesse o in via di perfezionamento alle compagnie già operanti, formula questa troppo sibillina per non leggersi con chiarezza l’apertura a ulteriori permessi ivi celata.

Ma a voler essere ancora più precisi il ritorno dalla fiscalità generale alla regione per circa 11 milioni di barili/anno che l’aumento estrattivo del memorandum consente oltre gli accordi chiusi per Val d’Agri e Tempa Rossa, rappresenta meno del 20% del valore aggiunto dell’ulteriore estratto in un solo anno e meno del 30% del valore incassato dallo Stato, non propriamente un vero e consolidato ritorno fiscale per il contributo della regione alla bilancia energetica del Paese.

Ed infine, sul Patto di Stabilità ministro e sottosegretario Vicari se hanno convenuto sul consentire alla Regione di utilizzare le royalties fuori dei vincoli del patto di stabilità interno, non hanno affatto chiarito i termini in cui un incontro tecnico (con chi?) dovrebbe tradurre le proposte in provvedimenti legislativi anche a carattere di urgenza che non si comprende come il Governo potrebbe calendarizzare in forma di emendamenti all’interno di decreti legge da far approvare ad un parlamento di cui almeno un ramo è attualmente ingolfato in ben altre discussioni.

Tutto troppo fumoso e lacunoso per non prospettare quel gioco di specchietti per allodole a tutto uso e consumo di una propaganda presidenziale interna già orientata al possibilismo per sopravvivenza del fumus di un “ascolto delle proposte”, propaganda già partita e che ingabbierà la nostra regione in quel sostanziale si a nuove estrazioni di idrocarburi in cambio di concessioni spacciate come ope personae in grado di “salvare” la nostra terra e porre innovazioni in un rapporto che oggi pare dover passare più da una rappresentanza delle istanze territoriali affidata allo strano codazzo che il Presidente porta con sé a Roma, Confindustria Basilicata, con il mio omonimo, parte in interessi sull’affare petrolio ed in un certo senso molto vicino alle posizioni della Guidi, già giovane presidente dei giovani del cartello di via dell’astronomia, e l’assai inedito cartello imprenditoriale di “Pensiamo Basilicata”, che non capiamo né chi, nè cosa rappresenti, né perché sia stata invitata al tavolo, che da un serio, corretto e democratico rapporto sia con il Consiglio Regionale, che non deve essere messo di fronte ai fatti, sia con i cittadini a cui ancor nessuno ha chiesto cosa pensino in merito alla Basilicata Saudita che si va prospettando.

Meglio sarebbe allora smettere di girare intorno al problema ed essere chiari rispetto ad una domanda che si pone con sempre maggiore urgenza, “Cosa vuol fare il presidente Pittella rispetto ad un sempre più chiaro orientamento del Governo a sfruttare al massimo possibile le risorse di idrocarburi presenti nel sottosuolo lucano?”. Non sarebbe meglio chiederlo preventivamente ai cittadini lucani come pure il sottoscritto suggerisce da tempo si faccia?

Miko Somma