la revisione del programma 4) idrocarburi (ex parte5)

il programma passo per passo – parte 4) idrocarburi

già convocata la riunione per sabato 21 alle ore 17,30 sempre presso la nostra sede di potenza sul tema turismo e cultura, passiamo alla revisione programmatica di un tema molto rilevante per questa terra, le estrazioni e trattamento di idrocarburi…come al solito, eccovi la nostra “riduzione grafica” dell’esposizione

4). Idrocarburi

in questa parte del programma affrontiamo una tematica a noi molto cara, quella degli idrocarburi, sia liquidi che gassosi, estratti, stoccati, trasportati e ad ogni titolo trasformati sul territorio lucano e che sono diventati la “maledizione” di questa regione, riprendendo le nostre proposte elaborate prima come comitato no oil, poi come comunità lucana…

ma avvertiamo che l’intrecciarsi di normative di carattere nazionale sulla materia e le clausole di “interesse nazionale” su alcuni dei giacimenti ad oggi entrati a regime di coltivazione rendono di fatto impossibile ogni blocco e cancellazione degli accordi intervenuti sugli stessi, come pur spesso ascoltato finora, fino a quando non intervengano “fatti politici” determinanti nella vita di questa regione e costituiti da una volontà popolare diffusa di voler disporre altrimenti del proprio territorio, non potendo disporre della titolarità della risorsa che rimane di esclusiva proprietà dello Stato…

a questo proposito ulteriore complicazione legislativa è quanto stabilito al decreto sbloccaitalia e successive modificazioni, ma soprattutto a quanto la riforma costituzionale potrebbe introdurre in linea di principio legislativo nel nostro ordinamento, ovvero, nel contesto di un generale ridimensionamento del ruolo e della potestà legislativa regionale, la completa estromissione della regione dalla materia energetica:

I. In osservanza al principio politico della contrarietà dei cittadini lucani alle nuove e vecchie estrazioni di idrocarburi e di un conseguente blocco delle concessioni di assenso alle richieste riguardanti le nuove titolarità di ricerca di idrocarburi, approvazione immediata di una nuova Legge Regionale sulle Attività Minerarie che, oltre alla regolazione della materia nella generalità, nello specifico delle estrazioni di idrocarburi ponga condizioni di blocco delle stesse nelle potestà e materie di competenza regionale (residuali in caso di approvazione della riforma) e ribadisca il blocco alla concessione dell’assenso a qualsiasi procedura connessa, anche in rapporto ad attività ad oggi regolate da accordi, fino a quando non siano soddisfatte sia in sede regionale, sia in sede di trattativa con lo Stato tutte le condizioni ai punti seguenti.

legge regionale di regolazione delle attività minerarie che, nell’intrecciarsi di altre normazioni regionali ad oggi assenti e determinanti quali l’approvazione di una legge sul paesaggio, sulla tutela delle acque sorgive, sotterranee e fluenti, dei patrimoni ambientali, della tutela della salute umana ed animale dagli impatti da attività antropiche, ha il compito di regolare interamente la materia mineraria nella nostra regione, nelle more della legislazione prevalente nazionale rispetto alle potestà legislative concorrenti concesse alle regioni ex riforma del titolo V della costituzione (in caso di non approvazione referendaria della riforma) o alle residuali in caso di approvazione, ed i cui principi di applicazione sono meglio chiariti ai punti seguenti, sottolineando che tale legge pur avendo come punto di impatto l’estrazione di idrocarburi, ha effetti di regolazione per ogni altra tipologia di attività mineraria, ivi compresa l’estrazione di inerti

II. Sistema di monitoraggio pubblico, pluri-giornaliero e partecipato da associazioni e comitati di cittadini (possibilmente già presenti nella consulta sull’ambiente, vedi parte 2) ambiente punto II), degli forme inquinanti provenienti delle estrazioni presso i singoli pozzi e delle lavorazioni presso il centro olii di Viggiano, di Pisticci e presso il costruendo centro olii di Tempa Rossa, nell’effettiva operatività dell’osservatorio ambientale e nella sua più ampia partecipazione pubblica aperta ad ogni soggetto interessato e che possa dimostrare continuità nelle attività di osservazione.

partiamo allora proprio dalle estrazioni di idrocarburi e dalla necessità che venga istituito un valido sistema di monitoraggio a rilevazioni continue, sia nei luoghi di estrazione, i pozzi, finora mai controllati nello specifico delle loro attività, per le produzioni ed emissione di gas, liquidi e fluidi, sia nei plessi industriali ove si effettuano trasformazioni degli idrocarburi, e che tale sistema sia partecipato dai soggetti interessati, coincidenti possibilmente con i soggetti di cui alla consulta regionale ambiente, ma nell’effettiva operatività dell’osservatorio ambientale come punto di raccolta dei dati emissivi ed in generale riguardanti ogni impatto delle attività estrattive

III. Indagine epidemiologica sui danni delle estrazioni e del trattamento del greggio e del gas, sulla salute delle popolazioni, ed indagine conoscitiva sui danni all’ambiente (flora e fauna), all’economia (agricola e non) ed alle vocazioni originarie dei territori.

ritenendo poco serie tutte le valutazioni pregresse, avvieremo un’indagine epidemiologica condotta da soggetti indipendenti, secondo metodi di rilevazione sanitaria statistica, generale e puntuale sul campo, con rilevanza sanitaria, ambientale,economica e storica in un intreccio cognitivo in grado di permettere una valutazione a 360 gradi dell’impatto delle estrazioni

IV. Richiesta allo stato italiano di cancellazione di ogni istanza di ricerca, di coltivazione e di stoccaggio, nonché di ogni istanza o permesso di ricerca di idrocarburi sull’intero territorio regionale, eccezion fatta per i permessi già contrattualizzati ed in ogni caso da ri-contrattualizzare in sede nazionale sulla base dei seguenti punti.

punto che appare chiaro nella ridiscussione in sede di un paritario confronto tra stato e regione degli accordi in essere, che arrivi a definire blocco e cancellazione di ogni istanza di ricerca o permesso di ricerca, così come delle concessioni a data attuale non contrattualizzate, avviando una ricontrattazione sia con le singole compagnie, che con lo stato, attraverso una novazione della legislazione in grado di modificare l’attuale ordinamento della materia, con particolare riferimento a punti elencati di seguito

V. Sistema di conteggio pubblico e partecipabile delle quantità di estratto, con la creazione di un ufficio regionale presso i centri olii in cooperazione con l’Intendenza di Finanza regionale.

occorre chiarire che a legislazione, regolamentazione e prassi attuale il sistema di controllo dell’estratto, pur nelle potestà di controllo dell’UNMIG, non sembra essere mai stato direttamente controllato da funzionari dello stesso ufficio ed affidato alle sole rilevazioni e comunicazioni delle società di estrazione, necessitando così il sistema di un ingresso diretto dell’ente regione attraverso specifico ufficio che esegua in proprio verifica reale delle quantità di idrocarburi estratte e trattate, nella collaborazione con l’intendenza di finanza al fine di assicurare validazione delle quantità, sia ai fini della quota royalties spettante alla regione, sia della quota di tassazione spettante allo stato

VI. Concertazione dell’estraibile sulla base di parametri di sostenibilità reale delle estrazioni, del trattamento, stoccaggio, trasporto degli idrocarburi, sia liquidi che gassosi, e del trattamento, trasporto, stoccaggio di ogni frazione di scarto di lavorazione e/o residuo in osservanza sia della legislazione nazionale, sia di ogni attività legislativa che la regione ponga in essere (vedi parte 2) ambiente punto IV).

appare chiara l’esigenza di una concertazione sulle quantità di idrocarburi estraibili che vada oltre le possibilità industriali, per addivenire invece a un criterio di sostenibilità reale delle stesse e dei processi a queste legati ai parametri di salvaguardia ambientale, sanitaria, economica e sociale e programmazione del territorio

VII. Aumento delle royalties al 25% minimo, in una quota parte del 20% a carico delle compagnie e del 5% sulla tassazione nazionale di competenza, oltre al totale carico economico sulle compagnie per ciò che attiene ripristini ambientali e costo delle bonifiche in caso di evidenza di danno, estrazione delle stesse dal patto di stabilità e trasformazione della quota parte di royalties (3%), prima alimentante il fondo per la riduzione del prezzo dei carburanti alla pompa (bonus idrocarburi ex art. 45 l. 99/09), oggi la social card, in un fondo esclusivo per l’acquisto di derrate alimentari locali biologico-biodinamiche per ogni cittadino lucano, secondo quanto già elaborato da Comunità Lucana in una specifica proposta di modifica dello stesso.

chiariamo che le royalties sono stabilite in sede nazionale attraverso legislazione e che a data attuale queste sono dell’ordine del 10% (art. 45 legge 99/09), quindi non risultano modificabili localmente in una attività di ricontrattazione…allo scopo proponiamo che in sede nazionale la Regione Basilicata nelle sedi di confronto tra stato e regione ed i suoi parlamentari nella sede legislativa si rendano portavoce della necessità evidente che tale soglia venga fissata al 25% minimo, composta da un 20% a carico delle compagnie (che manterrebbero ragionevoli margini operativi) e da un 5% a carico della tassazione statale specifica, stornato direttamente sulla finanza regionale e sottratto alle limitazioni ex patto di stabilità

VIII. Blocco tecnico, adeguamento della struttura e, ove ciò fosse tecnicamente possibile, trasferimento del centro olii di viggiano in posizione ritenuta più idonea sulla base dei punti precedenti.

nella doverosità di un adeguamento del centro olii, si tratta nell’ultima parte di un punto di principio che ovviamente necessita di una serena valutazione dei costi e delle opportunità di un simile trasferimento

IX. Predisposizione immediata di un reale piano di sicurezza esterna degli impianti in questione, con messa a disposizione dei cittadini dello stesso e puntuale analisi del rischio, nella definizione di uno specifico Piano di Emergenza gestito dalla Protezione Civile, dai Comuni ed Enti Territoriali interessati.

necessitando impianti della tipologia specifica di piani di sicurezza esterna, nelle more della “conoscibilità” del piano ad oggi esistente che non risulta a conoscenza delle popolazioni (in ciò costituendosi inficio all’esistenza stessa del piano, piano cui è fatto legislativamente obbligo sia portato a conoscenza delle stesse), redazione immediata di un piano coordinato tra gli enti territoriali e la protezione civile nazionale e regionale, nei dettagli dei comportamenti da assumere, dei luoghi di raduno e di ospitalità, nei mezzi e vie di fuga, nella distribuzione di idonee protezioni e tutto ciò che necessita perché tale piano sia pienamente efficiente nell’intreccio ad ogni altro piano di protezione civile esistente (catastrofi naturali)

X. Blocco immediato del centro olii di Tempa Rossa e sua ri-progettazione.

blocco che, ad autorizzazioni già concesse, impone la richiesta di ulteriori vincoli e prescrizioni in virtù di quanto stabilito alla parte II) ambiente

XI. Azioni legali volte alla determinazione ed al risarcimento del danno storico biologico, sanitario, economico-vocazionale derivante da tutte le attività estrattive e di ricerca di idrocarburi sul territorio regionale e richiesta risarcimenti per danni biologici e pretium doloris per la popolazione lucana da devolversi unicamente su un fondo regionale per le bonifiche ambientali.

Punto chiaro nell’intreccio con quanto già descritto al punto III) e che sulle risultanze di quanto previsto possa dar luogo ad ogni azione legale volta al risarcimento dei danni subiti

XII. Utilizzo del gas metano di quota regionale derivante da accordi (Tempa Rossa) o da ricontrattazione di accordi (Val d’Agri) che ne attribuiscano potestà alla Regione, per alimentare un sistema di distribuzione dello stesso in pompe carburanti appositamente predisposte nel territorio regionale che forniscano ai soli residenti lucani un prezzo del carburante gas metano calmierato.

il punto appare chiaro e destinato a creare un’attività di ritorno ciclico sul territorio (risparmi sul prezzo di un carburante), un’attività economica di comparto legata alla modifica dei motori degli autoveicoli ed alla distribuzione del carburante, ed una attività di tutela ambientale diretta nella bassa emissività dell’uso del metano per trazione moto-meccanica…

vogliamo sottolineare che, se i punti elencati tendono alla messa a regime di un evento, le estrazioni di idrocarburi, esistente e che finora si è nutrito di molte zone grigie, la nostra contrarietà alle stesse rimane totale