formazione

INCHIESTA MASTER: PRECISAZIONI DIPARTIMENTO FORMAZIONE
 
12/03/2009 09.00.00
[Basilicata]

(AGR) – A seguito delle notizie di stampa diffuse sulla vicenda della truffa a danno della Regione per contributi destinati ai giovani che hanno conseguito master, il Dipartimento Formazione, Lavoro, Cultura e Sport ritiene opportuno fornire alcune precisazioni nel merito.
“Innanzitutto – spiega il Dipartimento – va messo in evidenza che l’indagine giudiziaria è partita in data 23 ottobre 2008 a seguito di una tempestiva e puntuale segnalazione alla Procura della Repubblica, effettuata dal Dipartimento Formazione Lavoro Cultura e Sport, che nel corso delle ordinarie attività di controllo per la liquidazione di contributi per la frequenza di master espletati nell’anno 2006, ha rilevato incongruenze ed irregolarità in alcune pratiche amministrative.
L’attività di controllo regionale per l’erogazione dei contributi ai master è basata prioritariamente su verifiche di tipo formale circa la correttezza e la completezza della documentazione, anche contabile, presentata dal cittadino, che autocertifica la propria identità ai sensi della legislazione vigente, assumendosi tutte le responsabilità civili e penali.
La successiva riscossione del contributo richiede, inoltre, l’esibizione all’istituto di credito del documento di identità del percettore.
Entro il periodo di programmazione a cui i contributi si riferiscono si effettuano, poi, ulteriori verifiche incrociate, a campione, finalizzate all’accertamento della effettiva frequenza ai master dichiarati presso gli organismi formatori.
Detta attività che si svolge in tutte le forme consentite dalla legge, ha condotto il Dipartimento ad estendere il controllo anche i master erogati negli anni 2004 e 2005.
La scoperta delle presunte attività illegali, oggi messe in risalto dalla stampa, rientra nell’attuale azione amministrativa del Dipartimento che, con l’avvio della programmazione 2007 -2013, ha notevolmente rafforzato i dispositivi di controllo per la verifica della regolarità delle attività finanziate con risorse comunitarie, statali e regionali.
In questo quadro – sottolinea il Dipartimento regionale – si colloca, da un lato, la stretta collaborazione, siglata con un protocollo di intesa, con la Guardia di Finanza per un’azione congiunta di mezzi e strumenti volti alla prevenzione dei fenomeni di illegalità e, dall’altro, l’impegno del Dipartimento nella predisposizioni di procedure amministrative che, sin dall’inizio, intendono prevenire i rischi di attività illegali.
Dalle indagini della Guardia di Finanza, scaturite dall’esposto del Dipartimento, sta emergendo che la persona indagata avrebbe contraffatto e alterato, abilmente, carte di identità e altri documenti, presentati fraudolentemente a supporto delle richieste di contributi. E’ evidente che, in fattispecie criminose di questo genere, è compito specifico dell’autorità giudiziaria quello di accertare la commissione di reati, mentre è demandato alla amministrazione pubblica, che non può esercitare poteri investigativi, il compito di informare l’autorità giudiziaria – come è avvenuto in questo caso .
Occorre in ultimo precisare che le attività di stringente controllo e le conseguenti segnalazioni alle autorità competenti di casi di irregolarità sono – oggi – una prassi consolidata del Dipartimento nell’ambito di una doverosa attività istituzionale e nell’esercizio dell’azione amministrativa orientata ad assicurare la massima correttezza e trasparenza”.

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oltre alla fraudolenza del caso specifico, non vorrei che questa fosse utilizzata a mo’ di scusante per alcune pecche a monte nella gestione della formazione che ho avuto modo di rilevare in alcuni articoli precedenti a proposito di dichiarazioni dell’assessore competente, antonio autilio, e degli organi provinciali come l’apofil…è da rilevare come, oltre alla denuncia specifica, se i controlli sono fatti a posteriori ed a campione, poco o nulla cambia nel meccanismo di accettazione delle domande che, trattandosi di denaro pubblico, andrebbero istruite preventivamente con controlli non solo formali ed affidati alle auto-certificazioni (meccanismo previsto per legge dopotutto), ma reali e basati su una costante attività di monitoraggio di ogni iniziativa avviata…tutti sappiamo che i registri delle firme di frequenza costituiscono elemento formale di riconoscimento della regolarità del corso di formazione, ma tutti sappiamo che spesso le firme sono frutto di un mercimonio organizzato sullo scambio contributo per ora di corso e per allievo – silenzio sulla reale attività del corso stesso e via discorrendo…il fatto è che dietro la lacunosità dei controlli formali ed a campione si nasconde la truffa dei corsi di formazione, sia nei loro principi ispiratori, deviati completamente dalle finalità di formazione professionale per divenire un puro affare per tanti professionisti dell’organizzazione e per tanti tutor, tutti rigorosamente coperti da qualche referente politico diretto od indiretto o burocratico (leggasi chiaramente funzionari regionali di ogni rango), sia nelle modalità di accesso all’organizzazione degli stessi (si è creata negli anni un vero e proprio cartello di soggetti e società che hanno fatto dell’organizzazione di corsi un vero e proprio business in perfetto accordo con la stessa politica e la stessa burocrazia di cui sopra), sia nella gestione dei fondi…un settore da rivedere completamente!!!…ed un settore che la magistratura dovrebbe scandagliare con un’attenzione particolare!!!