AGRICOLTURA, L’ASSESSORE VITI ILLUSTRA LE OPPORTUNITA’
 
14/03/2009 11.15.32
[Basilicata]
(AGR) – Le opportunità per il settore primario lucano sono state illustrate ieri sera dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, nel corso dell’incontro dal titolo “Storia paesaggio agrario e rurale del Metapontino e prospettive del territorio” nell’aula magna dell’Istituto agrario di Marconia di Pisticci. Nella sua relazione Viti ha anzitutto evidenziato l’importanza degli Istituti agrari in Basilicata in quanto territorio altamente vocato all’agricoltura e settore che occorre rimettere al centro delle scelte politiche e di sviluppo. A tal proposito l’assessore ha annunciato che è allo studio un progetto regionale di interconnessione che parte dall’agricoltura e dalle produzioni di qualità per collegarsi con il turismo e l’ambiente. L’idea progettuale è finalizzata a connettere la Costa jonica con le aree interne di eccellenza dal punto di vista paesaggistico e culturale al fine di realizzare uno sviluppo integrato del territorio.
Viti ha quindi sottolineato come la globalizzazione dei mercati rende necessaria la formazione di nuove figure professionali polivalenti nell’ambito agricolo e ambientale sempre più flessibili e al passo con i tempi. In tale quadro il Dipartimento Agricoltura ha avviato da alcuni anni una collaborazione con gli Istituti Agrari del territorio. Passando alle opportunità offerte dal Psr (Piano di Sviluppo rurale) 2007-2013 l’esponente del Governo regionale ha fatto fatto presente che la Giunta regionale ha approvato nella scorsa seduta il Bando relativo alla Misura 114 sulla Consulenza aziendale. “Con il Psr – ha asserito- è a disposizione un solido importo finanziario che complessivamente prevede 648 milioni di euro di partecipazione pubblica e 197 di sponda privata, per un ammontare complessivo di risorse pari a 845 milioni di euro. Il Piano è strutturato in quattro Assi prioritari: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale per il quale è prevista la spesa pubblica per 172 milioni di euro; miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale per il quale sono previsti circa 350 milioni di euro; qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale con 65 milioni di euro; approccio leader per il quale sono a disposizione 39 milioni di euro”. Sulle possibilità offerte dal Psr per i giovani l’assessore ha evidenziato che “la realizzazione di tali investimenti può avvenire anche attraverso cosiddetti pacchetti che utilizzano varie misure in maniera trasversale. Il Pacchetto giovani intende sostenere il ricambio generazionale nel settore primario e proporre opportunità a giovani imprenditori con la realizzazione di un’idea progettuale che si sviluppa attraverso un preciso Piano aziendale”. Viti ha anche sottolineato che altre opportunità contenute nel Psr riguardano l’agriturismo che in Basilicata è in crescita sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo.

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esattamente come per la rete natura o gli orti a potenza…è l’idea di fondo che non va…costui continua a parlare di globalizzazione dei mercati, dimenticando che la crisi attuale sta mettendo in evidenza la necessità di limitare alcuni scambi commerciali, esempio quelli agricoli, e di rivolgersi sempre più alle economie locali ed alle filere corte e cortissime come salvaguardia delle vocazioni e delle economie di fronte ad un mercato che spinge al ribasso i ricavi per i produttori, e di conseguenza agisce sui meccanismi di produzione che devono diventare sempre più “invasivi” per rispondere con maggiore offerta al dininuito reddito per resa per unità agricola impiegata, e quindi necessriamente come salvaguardia dell’integrità del territorio…non si capisce poi come mai in questa regione si è sempre allo studio di qualcosa, in questo caso l’interconnessione tra agricoltura, turismo o ambiente, e ci si dimentica che qualche altro assessore parlando dei grandi attrattori turistici (e quindi di tutto l’ambaradam di villaggi, infrastruture, etc etc) sconfessa di fatto simili iniziative, mettendo un’ipoteca di occupazione sul territorio che, se si dessero per vere e non come boutades le dichiarazioni di viti, andrebbe tenuto in salvo proprio da simili iniziative di “destinazione coatta”, per non parlare poi come al solito di petrolio, energia in genere, ed altre “lodevoli” iniziative d concessione del territorio stesso a logiche che nulla possono avere a che fare con l’agricoltura, e con l’agricoltura di qualità in primo luogo…si parla poi di psr (piano di sviluppo rurale) e si mette l’accento sulla consulenza aziendale, a sottolineare come l’affare agricoltura sia importante per costoro non tanto per l’aspetto produttivo in quanto tale (microredditualità dei produttori), quanto l’aspetto esterno a questo (consulenze, progettazioni, studi di fattibilità, formazione, insomma tutto il bestiario vorace del 5%- 10% della contribuzione pubblica sul settore) che di fatto fa pensare ad un parrassitismo professionale che ad ogni costo si deve mantenere, pena forse il mancato consenso che alcune categorie potrebbero far valere sulla politca regionale…già la visione delle poste finanziarie per i quattro assi del piano rende chiara l’idea di una programmazione agricola che “necessita” di professionalità che sono quasi del tutto estranee alla produzione agricola, dimenticando addirittura di individuare tra gli assi stessi quello forse più importante, quello delle filiere corte intese come meccanismo di priorità nell’accesso al mercato locale delle produzioni locali, cosa da attuarsi attraverso la creazione di un mercato regionale e di alcune indicazioni chiare, quali l’ovvia considerazione che l’agricoltura per sua natura “deve essere biologica” e che ogni altra tipologia di produzione va tenuta ai margini dell’accessibilità al mecato stesso…altro che autarchia, come de filippo, rivolgendosi a noi senza aver neppure cura di citarci, ha voluto stigmatizzare una idea forte di gestione del mercato…quello che può essere prodotto e consumato in loco secondo procedure sane ambientalmente, va incoraggiato in ogni forma e modo e non solo per motivazioni di carattere economico, energetico e di corretta prassi produttiva eco-compatibile, ma anche come forma di tutela della salute delle popolazioni…ovvio che se si crede ancora al mercato che si auto-regola, al deus ex machina della competitività, all’implementazione continua del pil senza regolazioni sulla distribuzione dello stesso, al liberismo economico, in breve, certi argomenti proprio è difficile che entrino in quelle teste bacate e condizionate da troppi rapporti con i poteri forti per ritornare a mettere i piedi in terra nella società e chiedersi se tra cosa si può fare e cosa si deve fare non ci sia anche una società, quella lucana, una terra, la nostre regione, dei concetti di tutela del mondo a cui dover dare una risposta…risposta che viene data da costoro, ma va sempre nello stesso senso!!!

in ultimo una considerazione sull’agriturismo che viti vede in crescita, ma altri indicatori danno in stallo se non in calo…e mettetevi d’accordo quando fate qualche dichiarazione!!!