ENERGIA: DIGILIO (PDL), CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA REGIONE
 
08/04/2009 11.54.58
[Basilicata]

Il procedimento semplificato per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, sulla base di una denuncia di inizio di attività (DIA), anziché dell’apposito provvedimento di autorizzazione, come aveva stabilito la Regione Basilicata con la legge regionale n.31 del 24 dicembre 2008 (disposizioni di bilancio) è in contrasto con la legislazione nazionale e comunitaria in materia. Lo sottolinea il sen. Egidio Digilio (Pdl), componente della XIII Commissione del Senato (Ambiente-Territorio) riferendo che la Corte Costituzionale con sentenza pubblicata sulla G.U. (sezione speciale) dell’1 aprile u.s. ha accolto il ricorso per questione di legittimità costituzionale depositato in cancelleria il 3 marzo 2009 dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
La Giunta regionale della Basilicata – commenta il sen. Digilio – ha ricevuto una lezione non solo di natura costituzionale ma anche politica perché ha tentato di attestare competenze e funzioni, sicuramente in previsione dell’entrata in attività della SEL, a cui dare carta bianca in materia di impianti di fonti energetiche alternative al petrolio, che non le appartengono perché stravolgono normative comunitarie e nazionali.
Il dispositivo della sentenza prevede che gli impianti di combustione con potenza termica di combustione superiore a 50 MW, anche alimentati da fonti rinnovabili, rientrano nell’attività di cui al punto 1.1. dell’allegato 1 della direttiva 96/61/CE e sono soggetti al rilascio di un’autorizzazione in forma scritta a norma dell’articolo 2 della direttiva stessa.
La norma impugnata che invece avrebbe autorizzato la messa in esercizio di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, soggetti alla direttiva IPPC, sulla base di una semplice DIA, anziché in seguito ad apposito provvedimento di autorizzazione rilasciato dall’autorità competente – è pertanto considerata in contrasto con la legislazione nazionale e comunitaria in materia.

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nulla da obiettare alla dichiarazione di digilio…stiamo parlando di impianti a combustione da bio-masse (sempre con quella “furbata” dell’equiparazione con delibera di giunta regionale del novembre 2005 del cdr da rifiuti solidi urbani a legna ecologica) ed impianti a co-generazione da combustione di idrocarburi…penso sia chiaro che l’obiettivo di alcuni “soggetti economici” era quello di fare un po’ come credevano in regione, in questo supportati da una classe dirigente assolutamente connivente o al meglio incapace di guardare alle conseguenze dei propri atti…certo però che la parte politica di digilio propone di estrarre tutto l’estraibile!!!…dalla padella nella brace, in ogni caso.